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vigilia

Il Natale non è più soltanto il rito di professione cattolica ma è diventata la festa evocativa per tutti i credi e non. Il classico simbolo “pagano”, se così si può definirlo, fa da sfondo anche al Vaticano. Perché un albero di natale anche al Vaticano? Perché è simbolo di pace, amore e fratellanza in un giorno che deve essere comunione di spiriti e di differenze, a prescindere da tutto. Questo è il dono più grande e, invece, ogni volta la magia del Natale si spegne con nuovi drammi. Se si tratta solo dei classici “incidenti stradali” possiamo anche rincuorarci (è pura fatalità) ma se si tratta di omicidi intenzionali o delitti d’impeto, allora, un punto di riflessione val la pena farlo. E queste notizie rimangono sempre attuali nella speranza che ogni giorno sia Natale, nel cuore di tutti noi, visto che non ci è neanche concesso di mantenere “puro” un giorno che sia tale.

La sera prima di natale, a cavallo della festa santa per eccellenza anche per chi non è cristiano, ecco che arriva purtroppo una brutta notizia: un omicidio. A Macerata, la notte della vigilia, un omicidio s’è compiuto ai danni di un tredicenne che s’è visto porre fine alla sua vita a suon di coltellate in un momento che dovrebbe essere fatto di gioia e speranza per tutto il mondo intero. Ma purtroppo, così non è stato.
Quali sono le ragioni di questo delitto? “Perché me lo vogliono portare via” almeno la donna è stata chiara con i Carabinieri. Questa era un’atmosfera di separazione ed una lunga lite ha portato al tremendo epilogo, nel quale la donna ha preferito accoltellare il figlio piuttosto che darlo al suo papà, il quale probabilmente stava lavorando per ottenere l’autorizzazione nei termini di legge.
I problemi psicologici della madre sono la causa addotta per portare via il figlio a Debora Calamai, una donna di 38 anni. Il figlio Simone Forconi aveva solo 13 anni e ha ricevuto nove coltellate che hanno messo fine alla sua vita. I problemi psicologici di Debora erano già stati resi noti da prima, ma questo non ha fermato la donna dal pretendere la presenza del figlio almeno fino alla sera della vigilia, dove Simone ha cenato con la mamma per poi aspettare il nonno per andare via e tornare dal papà. I vicini hanno sentito delle urla intorno alle 21:30 sia della madre che del figlio e hanno quindi chiamato le forze dell’ordine.
Enrico Forconi, il padre di 40 anni, stava già raggiungendo l’appartamento sospettando qualcosa. Ma era già troppo tardi: suo figlio giaceva morto a terra mentre la madre teneva ancora in mano il coltello da cucina che l’ha ucciso. Una tragedia in cui il colpevole è indubbio, ma ciò non potrà mai essere accettato, con fare consolatorio, neanche dal padre. Queste sono cose che vorremmo non accadessero più. E se non possiamo pretenderlo a Natale, proponiamoci che tutti i giorni siano per noi quel Natale che forse non esiste più nei cuori e nell’animo di molte persone. Si sarebbe potuta evitare questa tragedia?