Ci si cominciava quasi a rassegnare. Ma oggi è cominciato a girare un video su youtube in cui si mostravano Greta Ramelli e Vanessa Marzullo in abaya. Il primo a condividerlo, a quanto sembra, è stato un giornalista arabo (in Italia l’abbiamo agganciato, per come dire, solo qualche ora dopo ed i notiziari si sono accodati). La data del video non è stata accertata dai tecnici e non sembra del tutto attendibile il foglietto tenuto in mano da Vanessa in cui trapela la data del 17/12/2014. Chiedono di essere liberate entro natale con l’aiuto del governo italiano e dei suoi mediatori, altrimenti rischiano di essere uccise.
Un po’ tardivo, quindi, questo video se ci riflettiamo bene. Natale è già trascorso: che il video sia già finito da giorni nelle mani degli 007 italiani? Che una manovra di salvataggio tempestivo sia stata giudicata troppo azzardata?
Dubbia è la sorte anche di Padre Paolo Dall’Oglio che si presume sia segregato presso l’Is.
Certamente, la cooperazione internazionale, il laicato e/o le missioni di natura religiosa stanno coinvolgendo sempre più nuovi giovani, malgrado ci si lamenti sempre dell’assenza di nuove “vocazioni” nelle missioni, in ogni caso di pace e di amore, a prescindere da quali siano le parti coinvolte nei processi in disputa.
D’altronde, è ammissibile che quando si tratti di Organizzazioni volontaristiche non governative si appoggi più una parte che l’altra (vediamo ad esempio il caso Palestina Vs Israele), e pur se l’intento vuol essere positivo.
Allora, quando i nostri giovani partono all’estero in missione dobbiamo sempre aspettarci un certo grado di rischio, se raggiungono le cosiddette “zone rosse”? Bisogna esserne tutti consapevoli. Siamo sicuri che vengano rispettate tutte le preventive procedure di sicurezza?
Nel 4° Convegno Missionario Nazionale tenutosi presso Sacrofano un rappresentante dei vertici dello Stato ha consigliato ai “missionari” di informare il Ministero di partire all’estero per scopi adibiti alla cooperazione, oppure alla loro veste (religiosa o laicato volontario). Evidentemente, spesso si parte, come dire, “all’avventura” come se si fosse normali cittadini in viaggio turistico, senza con ciò informare le istituzioni di provenienza. Non sappiamo se ciò ha qualche attinenza col caso in esame, ma vorremmo dare uno sguardo di riflessione su tale punto che diventerà sempre più importante, soprattutto per i cristiani che sono chiamati da Papa Francesco a seguire un’impronta missionaria (ed a partire dalla catechesi). Bisogna uscire con coraggio e portare a termine le proprie missioni, che siano di natura religiosa o meno.
Se, tra l’altro, si riflette sulla dinamica del rapimento, per come è giunta alle nostre orecchie, abbiamo i dovuti dubbi. Due ragazze che partono per un lavoro di cooperazione così delicata, in situazioni politiche e religiose conflittuali, possono dare continuamente dinamica real time dei loro movimenti postando foto, inneggianti pace ed amore certamente, sul profilo Facebook? I social network non sono il principale metodo per rintracciare, in buona fede, un giovane che si sposta all’estero per altri scopi e non riesce a fare a meno di condividere tramite lo smartphone tutto quello che succede intorno? Certo, ognuno è libero di scegliere con chi condividere tali messaggi ma il rischio c’è, soprattutto se si vuol pensare che le due ragazze si sarebbero fidate delle persone sbagliate e sono state attirate in una casa, in modo da essere agevolmente rapite, senza che le loro ribellioni potessero essere intercettate dalla folla. Quindi, una talpa c’è stata, sempre e comunque.
Ma queste sono solo ipotesi perché dispiace davvero che le nostre generazioni di giovani, con spirito d’iniziativa di cui lo stesso presidente Napolitano non ha negato l’esistenza, possano magari non essere adeguatamente protetti in situazioni ad alto rischio che sicuramente non accenneranno a diminuire, anche per le prossime partenze.