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E’ in pericolo di vita il soldato italiano ferito nel duplice attacco alla città di Herat, nell’Afghanistan occidentale, che ha provocato  4 morti e decine di feriti. Si tratta del trentenne lucano Gennaro Masino, di Paterno (Potenza), appartenente alla brigata Ariete.

L’obiettivo dell’attacco, rivendicato dai Talebani, è stato il PRT, il Provincial Reconstruction Team, la struttura della Nato che ha il compito di coordinare gli interventi di ricostruzione della regione; la sezione di Herat è interamente affidata agli italiani.

L’attacco è stato opera di un kamikaze che si è fatto esplodere con un camioncino imbottito di esplosivo all’ingresso della base. L’esplosione è stata molto potente e ha distrutto parte dei muri di protezione e la porta d’accesso; ciò ha permesso ad altri tre ribelli armati di entrare nella base e iniziare a fare fuoco.

Il portavoce dei Talebani, Yussef Ahmadi, ha rivendicato l’attacco: si tratta del colpo più duro che sia mai stato inferto alla città di Herat, dove si trova la maggior parte dei 3 800 soldati italiani della coalizione isaf-Nato.

Malgrado il sanguinoso attentato, il comando della forza Nato a Kabul ha fatto tuttavia sapere che i raid notturni sulla regione continueranno, nonostante la rabbia suscitata dall’attacco aereo di sabato notte nell’Helmand, provincia del sud del paese, che ha ucciso almeno 9 civili, quasi tutti bambini.

Si tratta del più sanguinoso attacco delle forze straniere negli ultimi mesi, che ha suscitato proteste; lo stesso presidente Karzai ha ammonito la Nato a non proseguire con i raid notturni, definiti “operazioni arbitrarie e inutili”, che provocano ogni giorno vittime fra i civili innocenti.

La Nato, dal canto suo, ha riconosciuto l’errore e ha porto le proprie scuse alle famiglie colpite, promettendo loro un risarcimento, ma, nel contempo, ha comunicato che gli attacchi continueranno, perchè ritenuti indispensabili per colpire i ribelli.

 

Afghanistan: attaccata base italiana cinque i feriti – In Afghanistan continuano gli attacchi alle basi italiane. E’ accaduto questa volta nella città di Herat: l’attacco è stato sferrato alle 9.15 ora italiana, causando in tutto 5 morti (quattro soldati afghani) e 34 feriti, compresi cinque bambini e una donna.

Il ministro Ignazio La Russa ha cercato di ricostruire la dinamica dell’attacco “Prima un mezzo pesante carico di esplosivo si è schiantato contro il muro di cinta del Prt, poi c’è stato il fuoco dei ribelli appostati sui tetti delle case vicine al Prt”.

l presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dopo aver appreso la notizia dell’attentato, ha voluto esprimere il suo sostegno ai militari italiani: “Siamo vicini ai nostri soldati e alle loro famiglie. Ancora una volta esprimiamo la nostra riconoscenza e il nostro incoraggiamento a tutti i militari italiani che con grande professionalità ed impegno svolgono la loro difficile missione di pace in Afghanistan e nelle altre aree di crisi”.

Un testimone Reuters ha detto di avere visto i corpi di diversi soldati con uniformi straniere e del fumo che si levava vicino alla base civile e militare del Prt, mentre un secondo testimone ha detto che un numero non precisato di insorti sarebbe entrato in un edificio di sette piani vicino alla base e da lì avrebbe aperto il fuoco contro il compound.

Almeno due attentatori suicidi sono stati coinvolti nell’attacco, ha poi riferito il portavoce del ministero dell’Interno di Kabul Zemari Bashary.

Secondo il portavoce dei talebani, Qari Yousuf Ahmadi, gli attentatori suicidi che hanno attaccato la base di Herat, città al confine con l’Iran solitamente pacifica, sono invece quattro.

I talebani spesso esagerano nelle rivendicazioni la portata dei loro attacchi e delle perdite inflitte alle forze straniere.

Il ministro degli Esteri Franco Frattini, da Bucarest, ha parlato di “un vile attacco terroristico che crea grande preoccupazione”, che però “non fermerà la nostra azione in Afghanistan”.

Le truppe italiane costituiscono il principale nucleo dell’Isaf — la forza internazionale a guida Nato — nella regione.

Due sono le grandi sorprese di questa tornata di ballottaggi: la vittoria di Pisapia a Milano e di de Magistris, questa schiacciante, a Napoli.

Ma chi ha vinto veramente? Si tratta di una vittoria della sinistra?
Niki Vendola,  con toni molto forti e con una retorica un po’ obsoleta, in una Piazza Duomo gremita di persone e di bandiere rosse ha parlato in questi termini:
Ha vinto l’Italia dell’eleganza e delle passioni, sconfiggendo la volgarità del berlusconismo e della Lega. Abbiamo espugnato la capitale del nord, che sembrava il fortino e il bottino per sempre consegnato all’egemonia della destra, ma abbiamo conquistato anche la capitale del Sud. Un ciclo si è compiuto. E’ l’Italia che manda a dire a questa classe dirigente che sono diventati sgradevoli.”
Discorso dai termini forti e un po’ guerrafondai per due situazioni in cui il confronto politico non può essere semplicemente e schematicamente ricondotto alla contrapposizione fra destra e sinistra.
Milano è sempre stata infatti una sorta di grande laboratorio, dove si sono sperimentate nuove formule politiche; negli ultimi vent’anni il grande esperimento è stato il berlusconismo, che ha rappresentato per lungo tempo, anche per una certa parte di coloro che si dichiaravano di sinistra, la prospettiva di realizzare una vera nuova società liberale. Lentamente, però, in questi ultimi anni, si è assistito all’ingresso nella vita politica della città di tanti giovani, che non hanno mai visto Milano governata da qualcosa di diverso dal centrodestra e che hanno però condotto la formula politica del berlusconismo ad un punto di rottura. Questi giovani non rappresentano però la sinistra, ma si tratta di un elettorato moderato ed incerto che Pisapia, con un modo del tutto nuovo di rivolgersi alla città, con una retorica ed un atteggiamento inediti, ha saputo far convergere verso di sè, aiutato in questo anche da un certo irrigidimento del centrodestra su formule sicuramente ad effetto (la “zingaropoli” paventata con il passaggio di Milano ad un sindaco “rosso”, la paura delle moschee e dei comunisti), ma che, alla lunga, hanno stancato l’elettorato che gli era stato fedele.
Giuliano Ferrara, grande interprete e sostenitore del PdL e di Berlusconi, ha formulato, molto acutamente, la sintesi delle ragioni della sconfitta del centrodestra. Ferrara ha detto infatti che, per perdere ai ballottaggi, sarebbero bastati il silenzio di Berlusconi, la formulazione di un torrente di parole scompaginate da parte del suo stesso schieramento politico e la proposta di un  trasferimento dei ministeri da Roma al nord. tutto questo c’è stato, segno che, come Ferrara ha rilevato, la follia si è praticamente impadronita del centrodestra, che, per questo, è stato abbandonato da molti settori del suo elettorato.

Anche a Napoli ieri c’è stata una grande festa. A festeggiare de Magistris c’erano Di Pietro e Ferrero e c’erano tante bandiere, quasi tutte dell’Italia dei Valori e tante arancioni, il colore che de Magistris, ma anche Pisapia, hanno adottato per dimostrare all’opinione pubblica tutta che il loro modo di fare politica è qualcosa di diverso dalla contrapposizione fra destra e sinistra.
Anche soltanto guardando i numeri, la vittoria di de Magistris non può essere fatta coincidere con una vittoria del centrosinistra: l’Italia dei Valori ha infatti più del doppio dei consiglieri del PdL e molti di più dei consiglieri del PD. Ciò che ha veramente vinto è apparentemente ovunque la grande voglia di fare politica e il desiderio, a livello locale, di fare nuovamente di Milano una città aperta, accogliente e vitale e di Napoli una città che riesce a vincere finalmente la sfida della legalità.
Sono i veri esperimenti politici da tenere sotto controllo e da osservare con grande attenzione e saranno un vero e proprio banco di prova per questi nuovi sindaci, alternativi e “di rottura”, per verificare se saranno veramente all’altezza della situazione.

Ballottaggio: una parola che fa più pensare ad un gioco che ai misteri della politica… E in effetti per molti secoli ha indicato il meccanismo di elezione dei dogi di Venezia, che avveniva mediante estrazione di “balote”, palline metalliche assolutamente identiche le une alle altre e non distinguibili al tatto, per mezzo di “manine” di legno. Quasi un momento ludico, ma con un’altissima funzione civica: evitare brogli, apparentamenti e condizionamenti elettorali vari.
Preamboli a parte, saranno in tutto 88 i Comuni chiamati al ballottaggio. Agli 81 delle regioni a statuto ordinario se ne aggiungono 4 in Friuli-Venezia Giulia (Trieste, Monfalcone, Pordenone, Cordenons) e 3 in Sardegna (Cagliari, Sinnai, Iglesias). In tutto sono 13 i capoluoghi di Provincia che sceglieranno il sindaco al secondo turno: Novara, Milano, Varese, Rovigo, Rimini, Grosseto, Napoli, Cosenza, Crotone, Trieste, Pordenone, Cagliari e Iglesias. Sei le Province: Vercelli, Mantova, Pavia, Trieste, Macerata e Reggio Calabria. Tale operazione vedrà coinvolti complessivamente circa sei milioni di elettori.
Gli occhi sono ovviamente puntati soprattutto su Milano e Napoli, le due città che negli ultimi giorni sono state teatro di una campagna elettorale dai toni molto accesi. A Milano, si confronteranno Giuliano Pisapia, candidato del centrosinistra, in vantaggio al primo turno, e il sindaco uscente Letizia Moratti, candidato del centrodestra.

In un clima infiammato da numerose polemiche, una piccola parentesi ironica e divertente.
Ovunque sembra impazzare la “Pisapia mania”: numerosissimi video, gag e suonerie per telefonini dilagano sul web per celebrarne il possibile trionfo o ironizzare sulla sua figura. Tra le più gettonate sono da segnalare la canzone “Pisapia canaglia”, nata dalla fantasia di Radio Popolare sulla melodia di una nota canzone di Al Bano e Romina, e il video “Il mondo di Pisapie”, un breve remake de “Il mondo di Amelie”, che mostra una Milano surreale dove per prelevare i soldi dal bancomat occorre la tessera Arci, dove i tram sono in ritardo di tre o quattro ore e dove si assiste allo sbarco di migliaia di clandestini sui navigli.
Anche la campagna elettorale di Napoli, dove il candidato del centrosinistra è l’ex magistrato Luigi De Magistris, si chiude con grosse polemiche e reciproche accuse.
Uno dei comitati che sostengono Gianni Lettieri, candidato del Pdl, è stato dato al fuoco; Lettieri ha immediatamente indicato come “mandante morale” di quel gesto proprio l’avversario De Magistris, che ha, a sua volta, inoltrato un esposto per denunciare la strategia della tensione messa in campo dallo schieramento opposto e per rendere pubbliche alcune segnalazioni di voti di scambio che ci si sarebbero verificati al primo turno.

E ora alcune curiosità. A Varese, il sindaco uscente Attilio Fontana è stato costretto al ballottaggio per meno dell’1 per cento di voti di scarto, precisamente per lo 0,7%, quindi per una vera e propria manciata di voti, ma il vero record è detenuto da Ginetto Perseu, candidato sindaco del centrodestra a Iglesias, che si è fermato al 49,909%, in una città con 24 mila elettori. Per pochissimi voti è stato costretto al ballottaggio con la candidata del centrosinistra, Marta Testa, che lo segue con il 46% delle preferenze al primo turno. Il caso più curioso è però quello del comune di Fraine, in provincia di Chieti, dove si va al ballottaggio anche se il comune ha solo 463 abitanti. Qui al primo turno i due candidati hanno raggiunto la perfetta parità nel numero delle preferenze e dunque si dovrà tornare al voto.

Gli elettori siciliani voteranno invece per il primo turno. Si voterà in 27 comuni: l’unico capoluogo coinvolto è Ragusa con 61.711 elettori; tra i centri maggiori vi sono Canicattì e Favara, in provincia di Agrigento, Bagheria, nel palermitano, e Vittoria in provincia di Ragusa. Le elezioni siciliane vedono numeri non proprio incoraggianti per  per l’elettorato femminile: in un momento storico in cui si parla molto di “quote rosa” e si sottolinea l’importanza della componente femminile nelle liste elettorali, su un totale infatti di 4.775 candidati, solo 951 sono donne, poco meno del 20%.

E ora alcune indicazioni pratiche.
Al secondo turno si può scegliere solo tra i due candidati, presidenti di provincia o sindaci, che hanno ottenuto, al primo turno, il maggior numero di voti; l’elettore potrà esprimere la propria preferenza tracciando un segno sul rettangolo entro il quale è scritto il nome del candidato prescelto. In occasione del ballottaggio, potranno votare solo gli elettori che abbiano maturato il relativo diritto entro il 15 maggio 2011, giorno in cui ha avuto inizio la votazione del primo turno; gli aventi diritto al voto possono partecipare al ballottaggio anche se non hanno espresso il voto in occasione del primo turno.
Per poter esercitare il diritto di voto, l’elettore dovrà esibire infine, oltre ad un documento di riconoscimento, la tessera elettorale.
I seggi saranno aperti domenica dalle 8 alle 22 e lunedì dalle 7 alle 15.

SCIENZA SPAGNA/ Grazie agli esperimenti la scienza avanza e questo è un ottimo risultato per la sanità.

In Spagna un bambino nato qualche giorno prima di Natale non potrà mai contrarre il cancro.

I medici hanno infatti modificato il suo patrimonio genetico, eliminando dunque quel gene che è responsabile dello sviluppo di alcuni tumori, come ad esempio quello al pancreas, alle ovaie e soprattutto al seno.

La genetica di questo bambino fortunato è stata profondamente modificata ed è stato eliminato il gene Brca1.

E’ stato possibile realizzare questo esperimento grazie alla legge spagnola sulla Riproduzione assistita che consente la selezione genetica di embrioni liberi di determinate malattie legate ad un unico gene.

COME SI E’ PROCEDUTO A QUESTO ESPERIMENTO – Innanzitutto i test pre-esperimento sono stati davvero tanti, dopodicchè sono stati fecondati diversi ovuli, producendo embrioni, due dei quali senza il gene Brca1, sono stati impiantati nella madre, nella cui famiglia si erano verificati diversi casi di cancro e anch’essa portatrice del gene malato.

Dopo nove mesi è nato il primo bambino senza il gene Brca1.

I medici sostengono comunque che ogni caso è singolare, che non tutte le coppie hanno la stessa storia, quindi è necessario studiare per bene ogni singolo caso.

Finisce così quello che per la as Bari è stato un anno da dimenticare.

Deludente sia per l’aspetto tecnico che nei risultati raccolti durante la stagione; finita appunto, nonostante l’ultima giornata ancora da disputarsi, perchè per i tifosi della squadra della nostra città il derby è la giornata più significativa del campionato. Disputato nella penultima giornata, rappresenta un momento di tale patriottismo che nei casi peggiori, come il 15 maggio scorso, comporta la dimenticanza dell’essere persone civili. E’ bastato un risultato negativo (che ha permesso ai rivali di sempre la salvezza e la permanenza nella serie massima), a far scatenare nei tifosi biancorossi un profondo senso di invidia, umiliazione e rabbia nei confronti degli avversari.

(ANSA) – MILANO, 16 MAG – David Mills ‘non ci ha detto la verita” sui suoi asset, tra cui fondi mobiliari, che erano presenti in una societa’ amministrata per conto di Flavio Briatore. Lo ha spiegato lo stesso ex manager della Formula 1, sentito come testimone nel processo Mills a carico di Silvio Berlusconi. Briatore ha raccontato che tra il ’96 e il ’97 aveva chiesto all’avvocato Mills di mettergli a disposizione una societa’ ‘vuota’ dove depositare la somma liquidatagli dalla Benetton.

(ANSA) – GENOVA, 16 MAG – Don Riccardo Seppia si e’ avvalso della facolta’ di non rispondere dinanzi al gip Annalisa Giacalone durante l’interrogatorio di garanzia. Il sacerdote, arrestato venerdi’ scorso, e’ accusato di abusi sessuali su minori e cessione di droga. Secondo si apprende, a don Riccardo viene contestato un tentativo di violenza sessuale nei confronti di un chierichetto di 16 anni e la cessione di stupefacenti.

Droga che, per l’accusa, il prete avrebbe scambiato con prestazioni sessuali.