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Il pensiero dell’acquisto della casa non conosce tregua e gli italiani si dedicano alla ricerca del mutuo migliore per comprare l’immobile desiderato anche mentre sono al lavoro. Secondo Mutui.it (www.mutui.it) – broker online per la scelta di mutui – il 56% degli Italiani che si rivolgono alla rete per trovare l’investimento migliore per le proprie esigenze cerca il mutuo in orari d’ufficio.

È questo uno dei dati che emerge dall’analisi di oltre 10.000 richieste di preventivo di mutuo giunte al sito negli ultimi mesi, grazie a cui Mutui.it ha potuto tracciare un quadro preciso dei momenti in cui si cerca online il proprio mutuo.

Dai dati emerge come gli utenti del sito preferiscano comparare le diverse proposte di mutuo nei momenti di maggiore lucidità, consapevoli che questo tipo di decisioni necessiti di una concentrazione più elevata. Se però l’orario lavorativo non permette pause, si rimanda la decisione al ritorno a casa: quasi nel 30% dei casi si sceglie il mutuo appena tornati a casa, dalle 19 in poi.

Gli italiani che cercano online il proprio mutuo non sembrano avere nette preferenze per quanto riguarda, invece, il giorno della settimana in cui compiere la propria indagine: da martedì a venerdì si registrano sostanzialmente differenze minime. Fanno eccezione il lunedì e la domenica, che registrano notevoli cali nel numero di richieste. Evidentemente, il lunedì è un giorno troppo difficile perché si aggiunga anche l’onere della ricerca del mutuo, mentre si preferisce dedicare la domenica ad altre attività meno “impegnative”.

Ecco in fine qualche curiosità. Secondo quanto rilevato dall’indagine di Mutui.it nelle prime ore della giornata si cerca il mutuo migliore soprattutto in Liguria: la percentuale dei preventivi tra la mezzanotte e le 07.00 arriva al 7%. Dedicano il momento della colazione alla ricerca soprattutto i cittadini di Basilicata, Molise e Valle d’Aosta (qui la percentuale tra le 7.00 e le 9.00 sale fino al 6%), mentre più di tutti cercano casa durante le ore del pranzo i marchigiani (ben l’8% tra le 13.00 e le 14.00).

Per quanto riguarda le ricerche in orario di lavoro, guidano la classifica i cittadini della Basilicata: ben il 62% dei Lucani sceglie il proprio mutuo mentre è in ufficio, seguiti dai Lombardi e dai Sardi (entrambi con il 59%). Umbri e Trentini sembrano i più stakanovisti: la metà di loro cerca il mutuo più conveniente fuori dall’ufficio (48%), effettuando maggiormente ricerche nell’orario compreso fra le 19.00 e la mezzanotte (nel 35% dei casi); a seguire, in questa fascia oraria, troviamo l’Emilia Romagna e il Veneto, con il 32%.

Fonte Mutui.it

Largo Consumo, primaria testata di economia e marketing sulla filiera dei beni di consumo food e non food, ha sviluppato per conto di Eire (Fiera di Milano, 7-9/6/11) un ampio Dossier sullo scenario del retail immobiliare.

Il Dossier è liberamente scaricabile dall’indirizzo:
http://www.largoconsumo.info/052011/DOCEIRE2011-FieraRealEstateImmobiliareRetailCommerciale.pdf

Sommario del Dossier EIRE 2010:

– Antonio Intiglietta: Focus sui mercati emergenti e sul crescente ruolo del retail

– Socialità: la funzione aggregativa dei Centri commerciali

– Intrattenimento: non solo acquisti nei centri commerciali

– Investimenti immobiliari: dopo la crisi le luci della ripresa

– Assicurazioni: gestione dei rischi nelle grandi strutture commerciali

– Distribuzione e territorio: La rivoluzione centripeta della città

– Sostenibilità: Guardando un po’ più in là

La Fiera Eire vi aspetta al polo fieristico di Rho-Pero dal 7 al 9 giugno 2011

Fonte ComunicatiStampa

Arrestato Dario Scotti, AD Riso Scotti per traffico di rifiuti illeciti – Il corpo della Forestale di Pavia ha arrestato Angelo Dario Scotti, il vice presidente del cda di Riso Scotti Energia e presidente del cda e amministratore delegato di Riso Scotti,per un presunto traffico illecito di rifiuti.

Oltre a Scotti, sono finite agli arresti domiciliari altre tre persone ed è stato portato in carcere anche Franco Centili, funzionario del Gestore dei servizi energetici.

Secondo l’accusa, nell’impianto di coincenerimento di Riso Scotti Energia sono stati portati ingenti quantitativi di rifiuti, anche pericolosi, non conformi alle autorizzazioni sia per tipologia che per la presenza di inquinanti in misura superiore ai valori limite fissati dalle normative del settore.

Le persone arrestate sono accusate a vario titolo, tra l’altro, di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, truffa ai danni di ente pubblico, frode in pubbliche forniture, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.

E’ stato disposto inoltre il sequestro preventivo di circa 17 milioni di euro.

Dalle indagini è emerso inoltre che Riso Scotti Energia, per evitare di restituire allo Stato 7 milioni di euro indebitamente percepiti per la fasulla produzione di energia pulita, ha elargito consistenti somme di denaro a funzionari compiacenti del Gestore dei servizi energetici di Roma.

 

Oggi scatta la libertà fiscale.
Come ogni anno, l’Associazione Artigiani Piccole Imprese di Mestre ha infatti calcolato il giorno in cui il lavoratore cessa di lavorare per pagare tasse e contributi allo Stato ed inizia a lavorare per se stesso.
Nel 2011, questo giorno giunge proprio oggi, 5 giugno. E’ stato definito “tax freedom day”, secondo una terminologia e una nomenclatura ereditate dalla tradizione liberista anglosassone, che non ha mai visto di buon occhio la pressione fiscale sui cittadini.

Per i lavoratori autonomi si sono quindi resi necessari, analogamente a quanto è avvenuto nel 2010, 155 giorni per pagare le imposte, che sono 40 giorni in più rispetto al dato registrato nel 1980.
Se la festa per i lavoratori autonomi inizia oggi, i lavoratori dipendenti per festeggiare la “libertà fiscale” dovranno ancora aspettare un po’.
Un impiegato, con moglie e figlio a carico, lo scorso anno doveva lavorare fino al 23 giugno per cominciare a disporre liberamente dei propri soldi, mentre quest’anno dovrà aspettare il 24 giugno. Sorte analoga tocca all’operaio medio, sempre con moglie e un figlio a carico, che dallo scorso anno a quello in corso ha dovuto versare al fisco il proprio stipendio per un giorno in più: il suo giorno della liberazione dalle tasse, che si è celebrato prima di quello dell’impiegato, si è spostato dal 5 al 6 maggio.
E’ il terzo anno consecutivo che per il lavoratori dipendenti la data di liberazione dalla pressione fiscale scatta più in avanti.

Berlusconi parla di nuovo e dice la sua sui referendum. Li definisce, senza mezzi termini, inutili, soprattutto quello sul nucleare, in cui gli italiani saranno chiamati a votare per abrogare qualcosa che è già stato abrogato, e quello sull’acqua, ritenuto totalmente demagogico. Non si pronuncia invece sul quesito sul legittimo impedimento.

Il premier e il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto, malgrado queste opinioni, hanno tuttavia abbandonato l’iniziale appoggio all’astensionismo in nome di un’ampia libertà per elettori e militanti. E non hanno rinunciato ad attaccare il centrosinistra, accusato di voler fare dei referendum il punto di partenza di un’altra crociata con il Presidente del Consiglio, attacco a cui ha fatto seguito la puntuale replica di Bersani, che nega di voler strumentalizzare la consultazione referendaria allo scopo di farne lo strumento di una nuova campagna contro Berlusconi.

Qualcosa però nel centrodestra, come si è visto, sta lentamente cambiando.

All’investitura già certa di Alfano a segretario politico del partito, già questa una grande novità, si affianca un’altra novità: l’apertura alle primarie.
Relativamente alla nomina di Alfano, il Guardasigilli si dimetterà dal suo incarico istituzionale solo quando sarà perfezionato il percorso che lo condurrà a diventare segretario politico del PdL e solo dopo aver portato a termine l’iter di approvazione di alcuni importanti provvedimenti, come la riforma del processo civile; sarà tuttavia investito di notevoli poteri decisionali, primo fra tutti quello di assegnare ai tre coordinatori, Bondi, La Russa e Verdini, i compiti che riterrà più opportuno conferire loro.

Per quanto riguarda invece l’ipotesi di aprire alle primarie, il premier si è dichiarato possibilista, ma ha precisato che dovranno avvenire sulla base di un meccanismo che dia la certezza che i votanti siano veri sostenitori del PdL e non “infiltrati” della sinistra e che preveda, ad esempio, l’istituzione di una sorta di registro di tutti coloro che, di sicura fede berlusconiana, vogliono partecipare alla consultazione.

La proposta di ricorrere al metodo utilizzato dal PD e dal centrosinistra era già venuta dal governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, e dal Ministro degli Esteri, Franco Frattini, ed è sostenuta ora da molti esponenti del PdL, primo fra tutti Gaetano
Quagliariello, che propone addirittura un’istituzionalizzazione, anche se solo facoltativa, di tale forma di consultazione, che cesserebbe di essere una kermesse “fatta in casa”, e, cosa ben più importante, non sarebbe più patrimonio esclusivo della sinistra.

Di fronte a tali posizioni interne alla sua stessa coalizione, il premier non ha potuto fare a meno di dichiararsi favorevole, attratto probabilmente anche dall’idea di riallacciare il rapporto con i cittadini, ora apparentemente offuscato, e di riavvicinarli per coinvolgerli maggiormente nelle scelte del partito.

Anche il PdL, quindi, cesserà di essere un partito “liquido” e pare destinato a diventare un partito “solido”, con una classe dirigente strutturata e meccanismi interni definiti.

 

In un interessante articolo di Ernesto Galli Della Loggia, pubblicato sul Corriere della Sera di oggi, 3 giugno 2011, viene sviluppata un’analisi apparentemente semplice, ma molto precisa e puntuale sulle ragioni e soprattutto sulle conseguenze della sconfitta elettorale subita dal PdL nelle recenti elezioni amministrative.

Ciò che ha ucciso il PdL, a giudizio di Galli Della Loggia, è stato quello che lui stesso definisce il veleno dell’obbedienza, quella dovuta cioè al “capo”, che, con il suo carisma e il suo peso mediatico, appariva fonte sicura e certa di voti e di un sicuro successo elettorale.

Di fronte a ciò, sostiene Galli Della Loggia, bisognava sempre tacere e dare sempre ragione, a costo di apparire incapaci e senza idee. E paradossalmente più si obbediva meno si contava e meno si contava più si finiva per dover obbedire e ciò ha costretto il PdL a pagare un prezzo altissimo: la totale disgregazione e disintegrazione della stessa idea di partito.

Ora, visti i risultati elettorali e venuta meno l’infallibilità del capo, l’obbedienza sembra non essere più un valore e sembra essere venuto il momento, per tutti i membri del PdL, di alzare la testa. Anche Giuliano Ferrara appare condividere le tesi di Ernesto Galli Della Loggia, ma,  a suo parere, la consapevolezza dell’errore dell’obbedienza cieca può rappresentare un punto di svolta, l’inizio di un nuovo corso; per questo ha organizzato, per mercoledì 8 giugno alle 10 presso il teatro Capranica di Roma, un’adunata di cosiddetti “servi liberi e forti”, servi perchè fino a questo momento asserviti a Berlusconi, ma forti perchè capaci di criticarlo; l’emergere di nuove e diverse voci potrà essere, a suo parere, un passo decisivo per riportare il Cavaliere  all’originalità del pensiero del ‘94 e per costruire, finalmente, un vero partito delle libertà.

Il Riformista mostra invece un’immagine diversa del premier, più vicina a quella degli ultimi periodi della campagna elettorale. L’editoriale di Marcello Del Bosco mostra un Berlusconi sempre più ossessionato dalla persecuzione dei giornali e dei media non amici, ossessione che lo avrebbe indotto addirittura a cercare un confronto con i consiglieri RAI di maggioranza per individuare non ben precisati provvedimenti da adottare contro i giornalisti non allineati.

Si tratta di un gesto molto discutibile, quasi scandaloso, che mette però in evidenza un fatto incontrovertibile: il premier non ha ancora compreso che è compito dei giornalisti fare informazione, tentando di interpretare i idee, strategie e proposte, mentre è compito dei politici agire e fare proposte per convincere l’elettorato.

Insomma, come afferma anche Ferrara, Berlusconi, se vuole sopravvivere politicamente, deve cambiare registro, deve mutare stile, modi, e procedure. Deve quindi rimettersi in gioco, magari dimenticando le sue ossessioni.

 

Dopo la più o meno riconosciuta batosta elettorale subita dal PdL, c’è aria di restyling.

La prima grande novità è che anche la formazione creata da Berlusconi diventerà un partito nel senso tradizionale del termine. Non sarà quindi più un “partito leggero”, nuovo, senza gerarchie e tutto incentrato sul carisma del suo leader e fondatore, ma diventerà qualcosa di diverso, con linee d’azione e prospettive politiche definite a livello centrale e condivise da tutti i suoi membri. Una vera novità, pertanto, nella storia del PdL, motivata forse dalla volontà di evitare l’impatto negativo delle voci fuori dal coro, all’origine di importanti defezioni, e dall’imbarazzo nei confronti di un premier, che pare aver perso un po’ il controllo di sè e delle sue stesse parole.

Primo importante segnale di questo cambiamento è la nomina di Angelino Alfano a segretario politico nazionale del nuovo partito, investitura che gli imporrà le dimissioni dal suo ruolo attuale di Ministro della Giustizia. Alfano ha già dichiarato di essere pronto ad abbandonare il suo attuale incarico, non prima però di aver visto la sua nomina sarà ratificata dal Consiglio Nazionale e di aver condotto in porto alcuni importanti provvedimenti legislativi, in particolare il decreto sul codice antimafia e la semplificazione dei processi civili.

Altre novità saranno il probabile passaggio alla Giustizia di Cicchitto, che ha però dichiarato di preferire il suo attuale impegno alla Camera, o forse di Castelli, Lupi o forse Elio Vito, oltre alla nomina di alcuni coordinatori, che saranno Denis Verdini, a cui  toccherà l’organizzazione, Ignazio La Russa, a cui andrà il compito di coordinare gli eventi e la propaganda, e Sandro Bondi che coordinerà le iniziative culturali e i valori del partito.

Berlusconi non ha inoltre rinunciato a riflettere sulle ragioni della sconfitta elettorale, individuate certamente nella crisi economica, che ha provocato la sconfitta delle coalizioni di governo in tutta Europa, nella lotta contro l’evasione fiscale, nell’uscita di alcune componenti importanti, ma soprattutto nella battaglia denigratoria perpetrata ai suoi danni da tutti i media. Il premier ha infatti dichiarato di aver avuto dalla sua parte soltanto Mediaset e di aver dovuto subire una vera e propria lapidazione mediatica da parte di varie reti televisive, La7 e Rai in testa. Ha definito, inoltre, “Annozero” come una trasmissione micidiale, colpevole di aver dato una visione distorta della realtà di Milano e delle città in cui si votava, ragione che lo obbligherà, da questo momento in poi, a battersi in Parlamento affinchè ciò non debba più accadere. Il premier, inoltre, non trascura di menzionare gli scandali, a suo giudizio assurdi e costruiti su falsità e menzogne, ma che hanno inevitabilmente danneggiato la sua immagine.

La riorganizzazione interna al PdL, che ha come obiettivo la vittoria alle elezioni del 2013, ha suscitato varie reazioni. Italo Bocchino, di Futuro e Libertà, ha parlato di provvedimento tardivo, che si riduce alla classica “toppa nel buco”, mentre Frattini, impegnato con il Capo dello Stato nell’organizzazione delle celebrazioni della Festa della Repubblica, si è congratulato con Alfano e ha espresso tutto il suo sostegno. La posizione più critica sembra essere quella di Alessandra Mussolini, che, in un’intervista rilasciata a Radio24, ha commentato: “Alfano? Penso che così litigheranno in quattro. Serviva un atto di coraggio per cambiare veramente. Così ne sposti uno e ne scontenti cento. O si faceva un unico coordinatore oppure così è una babele. La batosta presa non ci ha insegnato niente, resta tutto così com’è.”

Chi avrà ragione?

Il mercato delle auto italiano si rialza dopo ben 13 mesi – Maggio è stato un mese molto importante per quanto riguarda il mercato automobilistico.

Le vendite, infatti, sono salite del 13 % rispetto agli scorsi mesi e anche Fiat, la nota casa automobilistica italiana, ha subito un incremento per quanto riguarda le nuove immatricolazioni.

I volumi di Fiat Group infatti sono saliti del 4,6%, a 51.342 immatricolazioni; la quota avanza al 30,1% dal 29,8% di maggio 2010.

Se il brand Fiat e’ ancora in lieve calo di vendite (-0,8%), Panda, Punto e 500 restano comunque le vetture piu’ vendute nel mese e la quota del 21,5% e’ al top dell’anno, cosi’ come Lancia che raggiunge il 5%, miglior risultato da ottobre 2009 (e +8,9% di vendite). Non si arresta la corsa di Alfa Romeo che anche a maggio aumenta le vendite del 43,9%, a 6.134 immatricolazioni, con una quota al 3,6% in crescita di un punto percentuale nel confronto con l’anno scorso.

Ma come mai questo calo? Sarà perchè ci sono troppe spese che gravano sulla testa degli automobilisti?