È un vertice carico di tensione quello che si sta tenendo fra Unione Europea e Turchia sulla questione dei migranti e che si svolgendo in questi giorni a Bruxelles. Giusto a pochi momenti dalla fine, il governo turco ha infatti richiesto ulteriori finanziamenti, oltre ai tre miliardi già previsti, i quali sembrano aver minato gli accordi intrapresi per ridurre il flusso delle persone in viaggio verso l’Europa. Oltre alla richiesta economica, Ankara avrebbe richiesto un accesso più veloce ai visti Schengen per i cittadini turchi e non da ultimo un canale preferenziale per il suo accesso all’Unione Europea. Si tratta di richieste molto importanti, che oltre alla questione puramente economica rischiano di far saltare gli accordi intrapresi.
Dal canto suo, il governo turco si impegnerebbe a ‘riprendersi’ indietro tutti i migranti che hanno raggiunto per vie illegali l’Unione Europea da una certa data in poi, senza valenza retroattiva. Si tratta di un bell’impegno, al quale farebbe seguito un meccanismo secondo il quale l’Unione Europea si impegnerebbe ad accogliere un profugo legale turco ogni profugo siriano riammesso in Turchia.
Secondo Schultz, la Turchia sta mettendo in atto ‘un tentativo di legare la crisi dei migranti con il procedimento di accesso all’Ue’ e il portavoce ha commentato che le due questioni hanno un valore completamente diverso e chiedono di essere analizzate in due sedi separate, mai assieme per non creare caos o favoritismi. Per alcuni si tratta di un vero e proprio diktat, che è finito sulle pagine dei rotocalchi per lo spregiudicato comportamento del premier turco Ahmet Davutoglu, pronto a collaborare in nome di future strategie europee che a quanto pare interessano prioritariamente il processo di ingresso nell’Ue dello Stato turco piuttosto che la risoluzione della spinosa questione dei migranti.