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Tecnologia

News dal mondo della tecnologia.

Il download illegale di files protetti dal famoso copyright o diritto d’autore è un fenomeno assai diffuso nel mondo del web. Molte sono le persone che sono state multate in tutto il mondo, come Jammie Thomas Rasset, la quale si ritrova ora a dover pagare una multa da 1,5 milioni di dollari.

La storia di Jammie Thomas Rasset ha inizio qualche anno fa. La donna venne citata in causa dalla RIAA per aver condiviso 24 brani coperti da copyright sul famoso programma di P2P Kazaa.

Il processo alla donna stato articolato in 3 round. Durante il primo processo la giuria di Duluth aveva ordinato alla Rasset di pagare 222 mila dollari di sanni alle case discografiche, ma il Giudice ordinò di effettuare un altro processo in quanto aveva dato direttive sbagliate ai giurati.

Nel 2009 ha avuto luogo la seconda istanza di processo ha ordinato il pagamento di 1.9 milioni di dollari per risarcimento danni verso le case discografiche.

La Recording Industry Association of America (RIAA) durante il terzo e ultimo round del processo ha proposto un’alternativa alla donna, ossia quella di versare 25000 dollari in beneficenza. Ma la donna ha rifiutato in quanto la cifra da devolvere era di lungo e in largo superiore a quella pattuita anni prima.

I brani che la donna avrebbe condiviso sul web sono proprietà di note case discografiche: UMG, Warner Bros Records, Interscope Records, Arista Records, Sony BMG Music Entertainment e Capitol Records.

Ricordiamo che questo è il primo processo contro un utente utilizzatore dei programmi P2P: i brani che Jammie Thomas Rasset aveva condiviso erano solamente 24, quindi cari lettori, non scaricate materiale protetto da copyright.

Gli italiani che navigano su Internet sono poco attenti e pochissimo prudenti. Secondo un’indagine condotta dalla multinazionale CPP Italia, specializzata nella sicurezza dei dati personali, a causa della leggerezza con cui di solito ci si rapporta ai vari account web con cui quotidianamente ci troviamo ad avere a che fare, il 16% degli utenti italiani ha subito almeno una volta una violazione.

Vediamo più nel dettaglio quali sono i punti di maggiore vulnerabilità dell’utente medio italiano.

Il 30% degli intervistati ha denunciato un uso fraudolento del proprio account di posta elettronica, di Messenger o di altre web chat e del proprio account di social network. Il 2% ha dichiarato di aver subito, in seguito alla violazione, un danno economico limitato a 100 euro, mentre per 3 intervistati su 100 i danni si sono mantenuti entro i 1000 euro; solo l’1% del campione ha dichiarato di essere incorso in un danno economico pari a 5000 euro.

La principale ragione che spiega queste violazioni è, appunto, a volte l’imprudenza.

Il 42% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di non modificare mai la password di accesso ai servizi di email o di home banking, a meno che la procedura di accesso non lo richieda, mentre l’11%  la modifica almeno una volta all’anno e un 17% di utenti molto prudenti la modifica una volta al mese. Il cambiamento frequente della password è una delle strategie che può metterci al sicuro da violazioni e da possibili truffe, che tuttavia, per garantire un’effettiva sicurezza, deve essere combinata ad un altro accorgimento importante, quello di utilizzare password diverse per ogni tipo di accesso. Qualora qualcuno dovesse entrare in possesso della nostra unica password, potrebbe accedere con grande facilità a tutti i nostri account Internet, oppure, cosa ancora più grave, arrivare addirittura al furto di identità, un tipo di illecito la cui incidenza si sta allargando a macchia d’olio nel nostro Paese e che può avere conseguenze veramente gravi per chi lo subisce. Chi si impossessa della nostra identità può, ad esempio, richiedere un finanziamento a nostro nome, lasciando ovviamente a noi l’onere di versare automaticamente ogni mese una rata di rimborso; per chi è vittima di un tale tipo di frode è molto difficile dimostrare di essere estraneo ai fatti e ottenere il rimborso delle somme eventualmente versate.

Anche quando l’utente è molto prudente e cambia periodicamente le password d’accesso dei suoi account, tende spesso a sceglierle troppo semplici o facilmente intuibili. Molte persone, infatti, scelgono come password il proprio nome, il nome del fidanzato, del marito, del proprio cane o del figlio, quindi password molto semplici e facili da indovinare. Quasi mai si scelgono password più complesse, composte cioè da lettere, numeri e simboli, e quasi mai la password è un segreto che conserviamo gelosamente: il 31% degli intervistati ammette infatti di aver rivelato la password al coniuge o ai figli e oltre il 75% del campione ammette di aver dimenticato almeno una volta una password importante.

 

Vista l’estensione dei servizi web, proteggersi da violazioni e frodi è senza dubbio una priorità per il navigatore del web, e come sempre l’informazione e la prevenzione sono i metodi migliori.

 

 

 

 

 

Facebook come accedere al social network dal proprio desktop – Facebook è oggi il più importante social network a livello mondiale, milioni di persone ogni giorno si collegano al sito tramite il proprio browser.

Da oggi è possibile anche collegarsi a Facebook senza dover necessariamente aprire la finestra del proprio browser, tramite un apposito programma per Pc.

Per poter scaricare Facebook Client basta cliccare sulla pubblicità presente sul lato destro della home page di TuttoNews, come mostrato in questa immagine.

Il software è gratuito al 100%, funzionante al 100% e testato da me personalmente.

 

 

 

La realtà aumentata, in inglese augmented reality (AR), é la sovrapposizione di diversi livelli di informazione – dati virtuali, elementi multimediali, dati geolocalizzati – che si sovrappongono ed integrano l’esperienza reale che ciascuno di noi vive ogni giorno.

Gli elementi che arricchiscono la nostra percezione, rendendola appunto “aumentata”, derivano da dispositivi mobili, come uno smartphone di ultima generazione (iPhone, Windows phone o telefonini con sistema Android), un PC dotato di webcam o di vari dispositivi di visione o di manipolazione delle informazioni sonore.

Aurasma, leader mondiale nell’ambito della realtà aumentata, propone un’applicazione, scaricata e utilizzata ormai da oltre un milione di utenti, che utilizza una fotocamera per inquadrare immagini del mondo reale, a cui viene sovrapposto uno “strato” interattivo virtuale, come un’animazione in 3D, un video o addirittura un gioco, contestualizzati nell’immagine inquadrata.

Molteplici possono essere le ricadute legate all’utilizzo di questa applicazione: si va dall’utilizzo in ambito commerciale, come già è stato fatto da alcune importanti società immobiliari californiane o da ditte produttrici di calzature, a quello nell’ambito dell’istruzione,  della formazione, del cinema e dei viaggi.

Come funziona questa applicazione?

Ecco alcuni esempi: basta inquadrare le inserzioni pubblicitarie contenute nelle pagine di quotidiani o riviste per veder partire lo spot relativo al prodotto inquadrato, oppure è possibile far partire il video delle proprie vacanze semplicemente inquadrando una fotografia, oppure ancora è sufficiente inquadrare la locandina di un film per far partire il trailer.

Le opportunità offerte da questa nuova tecnologia sono pertanto molteplici, cosa di cui si sono già resi conto importanti colossi, come Paramount Pictures, una delle più importanti case cinematografiche al mondo, Mediacom e Universal, che hanno puntato su Aurasma per creare contenuti ad hoc.

Ci apprestiamo quindi a vedere una realtà deformata e arricchita attraverso le multiformi “lenti” della tecnologia: ne abbiamo veramente bisogno?

USA/ Arriva la legge contro la pirateria – La aspettavamo da tantissimo tempo questa notizia, ma fortunatamente al momento non ci sono leggi in vigore per l’Europa.

Negli Stati Uniti è stata appena approvata la legge contro il download di materiale protetto da copyright, come musica, film, programmi televisivi e chi più ne ha più ne metta.

La Riaa (Recording industry association of America) potrà ora infatti rifarsi sui provider nel caso in cui vi sia un download illegale da parte di un utente. E ovviamente il provider si rifarà sul cliente.

Quali saranno le prime sanzioni per gli utenti? Innanzitutto ci saranno degli “avvertimenti” che vanno da una semplicissima email al blocco totale della navigazione, questo nel peggiore dei casi.

Fortunatamente per adesso in Europa non è in programma questa nuova legge, ma si pensa comunque che l’Unione Europea segua l’onda americana a breve.

Nòverca ha implementato la sua Extended SIM con un nuovo servizio che consentirà agli utenti di rimanere in contatto con i proprio amici del famoso social network Facebook.

Facebook SMS è fruibile da tutti i cellulari e senza alcuna necessità di collegamento ad Internet.

Facebook SMS consente di legare l’Extended SIM Nòverca al proprio account Facebook con in più la possibilità di ricevere GRATIS, via SMS, tutti gli aggiornamenti del tuo social network preferito, direttamente sul tuo telefonino.

Per attivare il servizio basta effettuare l’accesso a Facebook,  entrare nella pagina di attivazione ed effettuare l’abbinamento del proprio numero Nòverca all’account personale sul social network. Va poi inviato un SMS con scritto “fb” al numero 4891925 e il gioco è fatto! Si riceverà  via SMS un codice di attivazione da reinserire nel modulo per completare l’abbinamento.

Dopo aver attivato il servizio sarà possibile effettuare una serie di azioni in tempo reale, come aggiornare il proprio stato o ricevere, sempre via SMS, aggiornamenti, post in bacheca, richieste di amicizia, commenti postati da altri sulle proprie foto o foto in cui si è stati taggati e tanto altro ancora.

Cagliari, 6 luglio
A quanto pare sono 18 gli atenei vittime dell’ attacco informatico effettuatosi oggi da uno o più hacker anonimi. Sono stati rubati dati sensibili di docenti e studenti presenti nei database delle rispettive facoltà, a rivendicare l’ attacco un gruppo che si firma “Lulzstorm”.
Scendendo nei particolari le facoltà prese di mira sarebbero quelle di Bologna (Antoniano e Unibo), Cagliari, Milano (Politecnico, Bocconi e Bicocca), Bari, Foggia, Lecce, Messina, Modena, Napoli, Pavia, Roma, Salerno, Siena, Torino e Urbino.
L’ assalto è stato affettuato nella notte, i pirati secondo quanto riconosciuto dalla polizia postale non hanno puntato a compiere sabotaggi o furti monetari ma hanno fatto quello che in gergo si dice “Dump” delle banche dati. Ovvero hanno sottratto informazioni sensibili quali username, password e recapiti; Come gia detto i pirati si sono firmati lulzstorm, un nick che richiama un gruppo già conosciuto “lulzsec” considerato una costola di Anonymous.
In qualsiasi caso gli inquirenti non hanno ancora confermato che l’ atto sia una ripercussione delle denunce effettuate ieri verso 15 appartenenti alla cellula italiana Anonymous.
L’annuncio dell’attacco è arrivato via Twitter da un account creato apposta per l’occasione: ‘Twitter@LulzStorm’. E insieme ai tweet sono stati anche resi pubblici due punti dati informatici. Nel primo punto informatico sono stati pubblicati alcuni dati sensibili rubati, quali alcune mail con le rispettive password, recapiti, codici fiscali. Infine a seguito l’ appello-comunicato di “Lulzstorm” testuale: “Italiani, come potete affidare i vostri dati a tali idioti? E’ uno scherzo? I loro siti sono pieni di debolezze. Cambiate password ragazzi; cambiate concetto di sicurezza, università. Avremmo potuto rilasciare molto di più, avremmo potuto distruggere db e reti intere. Siete pronte per tutto questo?”.
Nel secondo punto informatico invece ha svelato un unico documento contenente gli elenchi degli studenti e rispettive corrispondenze private degli stessi; nei migliori dei casi sono apparsi solo nome e informazioni, ma in alcuni peggiori sono stati rivelati in sostanza tutti i dati sensibili delle vittime.

Più cellulari, smartphone e dispositivi mobili che abitanti: questa è la fotografia del nostro Paese, secondo un’indagine condotta da Intel, in collaborazione con Redshift Research.

Ed ecco un po’ di numeri.

In Italia ci sarebbero 80 milioni di dispositivi mobili, il 40% degli italiani non si muove da casa senza avere con sè almeno uno di questi dispositivi e un italiano su cinque ne porta in viaggio tre o anche di più. Nessuno o quasi rinuncia al cellulare personale (93%), seguito a ruota dal computer portatile, ritenuto indispensabile dal 31% del campione, dal navigatore satellitare e dal cellulare di lavoro, necessari per il 15%, e dagli ultimi arrivati, il netobook, scelto dall’11% del campione, e il tablet, dal 4%.

Gli italiano sembrano andare d’accordo, quindi, con la tecnologia, ma lo stesso non si può dire per le buone maniere e il bon ton.

Sebbene il 90% degli intervistati giudichi il proprio comportamento alle prese con i dispositivi elettronici buono o addirittura eccellente, a giudizio dello stesso campione solo un italiano su cinque si comporta educatamente.

I principali errori denunciati dagli intervistati sono leggere e scrivere messaggi alla guida di un mezzo, difetto peggiore per il 77% del campione, seguito dal parlare a voce alta in pubblico, non gradito dal  73%, e dalle suonerie troppo rumorose e invadenti, non tollerate dal 58%.

Per più della metà degli intervistati, per l’esattezza per il 55%, non c’è inoltre niente di peggio che parlare con qualcuno che si distrae guardando il cellulare o, per il 44%, che legge e scrive messaggi.

Al vertice della della classifica dei comportamenti poco educati in pubblico, i comportamenti scorretti al telefonino sono inoltre saliti in seconda posizione, subito dopo le intollerabili e inaccettabili dita nel naso, ma prima delle parolacce a voce alta e del fumare addosso ad altre persone che non fumano.