Un atto di puro terrorismo è quello che è stato definito l’evento che ha provocato un blocco completo del traffico ferroviario quest’oggi nei pressi di Bologna. L’atto è stato definito come un gesto contro l’alta velocità, una cosa che benintesa è assai necessaria alla vita frenetica di oggi. Ma il problema è inteso come un altro, qualcosa naturalmente mirato agli affari che girano attorno alla costruzione ed il servizio stesso. Forse la firma No Tav serve solo a sviare le indagini.
Alcuni tecnici degli impianti alla stazione di Santa Viola hanno dato l’allarme rosso quando hanno notato un incendio proveniente da più punti che ha causato naturalmente il blocco immediato dei treni e l’intervento delle squadre di emergenza sul posto. I pendolari che avevano bisogno del trasporto ferroviario della mattina presto hanno dovuto attendere fino alle 7:30, orario in cui il traffico ferroviario è stato finalmente avviato definitivamente.
Le indagini sono aperte ma vi sono alcuni indizi: sui muretti vicino agli incendi sono stati dipinte delle scritte “NO TAV” con delle bombolette spray. Che sia veramente qualcuno che condivide questo gruppo o qualcuno che ha voluto sviare le indagini verso di loro è ancora presto per dirlo, ma il procuratore capo Roberto Alfonso sta già indagando sulla faccenda. “Sì è verificato purtroppo ciò che temevo, un nuovo atto terroristico contro i TAV” ha detto così il Ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi, il quale già aveva in un certo senso previsto qualche ripercussione.
Le 4:30, la fase iniziale dell’incendio doloso che ha danneggiato i cavi di gestione e controllo del traffico e l’allarme è scattato solo qualche ora dopo. Un danno che, se vogliamo, mette a nudo un punto debole del sistema ad alta velocità che ha bisogno di continui controlli per funzionare in tutta sicurezza e per fare in modo che sia sincronizzato in modo permanente e giusto.
Come se non bastassero i ritardi in sé: è bastato un gruppetto di persone e quattro stracci imbevuti di benzina per fermare tutto.