Lo stupro di ieri avvenuto a Napoli, che ha tanto indignato l’opinione pubblica, le parti sociali e politiche … non è mai avvenuto, è stata tutta una bugia.
A venirne a capo è stata proprio la polizia che indagando su una confessione che presentava dei lati oscuri, è giunta poi alla verità, venuta fuori dalla confessione estrema della ragazza, che ha giustificato il racconto affermando di voler distrarre la famiglia dalla sua prossima laurea (la tesi era da discutere questo venerdì), in quanto nella realtà le mancavano oltre 10 esami dalla discussione della tesi.
I fatti che ha fatto insospettire la polizia sono diversi. Il primo è la storia della sigaretta spenta sulla mano, bruciatura che poi si è rivelata essere causata da un ferro da stiro. Secondo gli agenti pensare che lo stupratore si sia acceso tranquillamente una sigaretta con la vittima ancora presente è abbastanza assurdo. Il secondo è l’aggressione avvenuta in pieno giorno, in una zona molto frequentata, e in un androne di un palazzone popolare abitatissimo, non sembra plausibile, inoltre le telecamere di sorveglianza della zona hanno ripreso la ragazza che, all’ora dell’aggressione passeggiava tranquillamente verso Piazza del Gesù accompagnata ad un ragazzo. Il terzo indizio, quello fuorviante, è la visita medica avvenuta al pronto soccorso del Loreto Mare, in cui in effetti è stata riscontrata una profonda escoriazione nella parti intime, le quali, ha confessato la giovane, provocate da un rapporto recente molto “animato” e consenziente. Ultimo elemento è il sollievo espresso dalla 23enne ai poliziotti in ospedale, del possibile slittamento della laurea di venerdì, apparso inopportuno in quel frangente.
Ciò che è apparso agli agenti è comunque il ritratto di una ragazza molto fragile, proveniente da una famiglia di professionisti – il padre è ingegnere – la quale non ha avuto il semplice coraggio di confidare alla sua famiglia i suoi problemi nello studio, preferendo imbastrire una storia triste e pericolosa.
Ed ora a gran voce tutti la esortano a “chiedere scusa a Napoli!”.