La famiglia di Steven Sotloff dopo lo shock per l’immane dolore, rompe il silenzio e a 24 ore dalla decapitazione del reporter americano, per mano dei jihadisti dello Stato islamico, rende omaggio allo sventurato giovane ricordando che era era “un animo gentile” e che voleva dar voce a chi non ce l’aveva”, e manda un messaggio al loro stesso leader.
“Ho un messaggio per Abu Bakr al-Baghdadi”, ha detto, in arabo, il portavoce della famiglia, Barak Barfi “Steve è morto da martire nel nome di Allah”.
“Il mese di ramadan è il mese della misericordia. Dov’è la sua?.Wayluk”, ha aggiunto Barfi, una parola in arabo che vuol dire commettere un grande peccato. E ancora: “Sono qui a discutere con gentilezza. Non ho una spada in mano e sono pronto per la sua risposta”.
“Oggi, siamo addolorati. Questa settimana piangiamo. Ma emergeremo da questo calvario…non permetteremo ai nostri nemici di tenerci in ostaggio con la sola arma che hanno in loro possesso: la paura. Non dimenticheremo”.
Obama e Cameron con un intervento congiunto pubblicato sul quotidiano inglese “The Times” alla vigilia del vertice Nato in programma in Galles affermano:
“Non cederanno mai nella loro determinazione ad affrontare gli estremisti dello Stato islamico attivi in Iraq e Siria che hanno ucciso due ostaggi americani e minacciato di uccidere un cittadino britannico. Se i terroristi pensano che noi cederemo di fronte alle loro minacce, non possono sbagliarsi di più. Paesi come la Gran Bretagna e gli Stati Uniti non si lasceranno intimidire da barbari assassini”, concludono.