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1408033349-10599645-10104519260387819-5997941452918124528-nApple è nell’occhio del ciclone dopo che un suo cliente, Adam Gregory Catanzarite, ha scoperto quello che un commesso di uno store di Portland ha scritto sul suo scontrino lo scorso 8 luglio, dopo che l’uomo aveva acquistato delle cuffiette.

Sotto il suo nome, al posto dell’indirizzo e-mail che l’uomo si era rifiutato di fornire, c’era scritto f@g.com, un indirizzo inesistente, un dotcom preceduto da un insulto omofobo. Il ragazzo ha ritirato lo scontrino, ma sono passate alcune settimane prima che gli tornasse fra le mani. Una volta scoperta la cosa, l’uomo ha deciso di condividere la sua storia sui social network.

La sensazione che ho provato vedendo il f@g.com sulla mia ricevuta mi ha provocato una sensazione di grande delusione per quello che è successo e mi ha fatto sentire che anche un’azione banale come andare in un negozio può diventare un’attività a rischio” ha detto Catanzarite.

Quando la vittima dello scontrino omofobo si è recata nuovamente nell’Apple store, il responsabile del punto vendita gli ha offerto un rimborso per le cuffie acquistate e una carta dono, ma Catanzarite ha detto di non avere più alcun interesse nell’acquistare in un posto simile.

Sul suo profilo Facebook, Catanzarite ha poi aggiunto che “il dipendente che ha digitato f@g.com non dovrebbe essere licenziato, ma dovrebbe essergli data l’opportunità di comprendere l’impatto che l’uso della parola ‘frocio’ e di altre simili hanno avuto su individui oppressi a causa di questo. Apple dovrebbe dare a questo dipendente la possibilità di ottenere le risorse necessarie per servire meglio i propri clienti”.

Catanzarite è uno specialista nella prevenzione dell’HIV e, in ambito professionale, è venuto a contatto con molte storie di discriminazione, venendo a conoscenza dell’impatto devastante che certe espressioni omofobe possono avere sulla vita dei gay.

Proprio in virtù delle sue competenze, si è reso disponibile per fornire ad Apple la sua esperienza: “Se Apple ha intenzione di impegnarsi nei confronti dei suoi dipendenti dichiaratamente ‘queer’ e dei clienti, allora questa è l’occasione perfetta per farlo”.

E dopo aver ringraziato per gli attestati di stima e per la solidarietà ricevuta da tutto il mondo Catanzarite lascia un indirizzo ad hoc al quale contattarlo riguardo questa vicenda. Con una nota carica di ironia alla fine del suo status: “prego notare che il mio indirizzo e-mail non è f@g.com”.

Yahoo

Facebook – Scorpacciata di cancelletti. Dopo Twitter, anche Facebook ha lanciato il tanto vociferato e famigerato hashtag. Attraverso un comunicato reso noto sul blog di Facebook-Studio, il social network ha così dato l’annuncio: “Ogni giorno più di 4,75 miliardi di contenuti sono condivisi su Facebook, in molti casi queste conversazioni riguardano marchi, prodotti, personaggi pubblici o business locali. Oggi lanciamo gli hashtag per permettere alle persone e a chi lavora in quei settori di scoprire e introdursi in queste conversazioni”.

Hashtag – che fine faranno?

Insomma, Facebook questa volta ha preso esempio da Twitter, ma la mossa sarà azzeccata? Molto probabilmente no, perché gli hashtag sono pronti a sparire da un momento all’altro, come rivela il New York Times: “Ci sono due cose da tenere presenti quando si tratta di raggiungere più utenti possibili: la prima è in quanti stanno usando quello specifico tag, la seconda quanti lo stanno cercando. Non abbiamo il minimo dato su quanto spesso certi tag siano ricercati. E se nessuno cerca, nessuno troverà mai nulla”.

stile-di-vitaPer prevenire le malattie è molto importante promuovere la vita sana e la salute, così le interazioni umane, come quelle che avvengono attraverso i social network, potrebbero essere sfruttate  proprio per questo.

Gli scienziati della University of Southern California, hanno pensato di sfruttare le interazioni umane che avvengono online. Ad esempio attraverso le dinamiche in una sorta di gioco, è possibile limitare il problema del fumo. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Science, in esse ci sono i dati degli studi delle interazioni dei social network.

Sono stati individuati ben 24 metodi di intervento, che dovranno essere valutati per gli specifici casi. Un esempio tra tutti, per la pubblicità è molto efficace il passaparola, che farebbe avvicinare persone con stili di vita ed idee simili. Così dunque Facebook e Twitter possono diventare uno strumento efficace per accelerare il comportamento verso un cambiamento auspicato, come un migliore stile di vita.

social-network-seguaci-a-pagamentoMarco Camisani Calzolari, imprenditore digitale e noto sul web per aver realizzato il network Forzasilvio.it, con la sua società Speakage, ha puntato il dito contro l’acquisto di pacchetti di seguaci sui Social Network sostenendo che circa l’ottanta per cento dei fan e dei follower delle aziende italiane è finto.

Il manager ha affermato che avrebbe  pagato 20 dollari per ottenere 50 mila follower su Twitter e 30 dollari per avere 6 mila Mi Piace sulla propria pagina di Facebook.

Il sistema agirebbe in due modi: uno creando profili finti tramite un bot, un altro mediante profili veri e propri che però propongono l’affiliazione come moneta di scambio.

Il problema però consiste in un effetto boomerang appena i profili dei seguaci sono visti in modo sospetto dai navigatori. Esempio lampante il caso del giornalista Gian Paolo Serino diventato bersaglio di sberleffi per i troppi follower falsi.