E’ stata decisa la data per lo sciopero generale di Cgil e Uil: sarà il 12 dicembre 2014. La Cisl non aderirà però, come ha spiegato la segretaria Anna Maria Furlan, perché «l’ipotesi non è mai stata valutata». Confermato anche lo sciopero di tutti gli statali, fissato per il 1° dicembre per tutte le categorie, dalla scuola alla sanità fino ai trasporti pubblici.
Sullo sciopero generale i sindacati sono divisi, ma sugli statali la mobilitazione è unitaria. Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, critica la scelta dei sindacati, perché a suo parere «non ci sono valide motivazioni per una decisione così importante».
Contraria allo sciopero generale il segretario generale Cisl Annamaria Furlan, che in un’intervista a Repubblica spiega che «non ci sono motivazioni valide per fermare il Paese». Susanna Camusso replica molto duramente alla collega: «Trovo scortese che qualche minuto prima di fare un incontro unitario si indichi la soluzione». Confermato invece, come già detto, lo sciopero unitario del pubblico impiego.
Lo sciopero generale è stato deciso, principalmente, dopo l’incontro di lunedì sera a Palazzo Chigi sulla Pubblica amministrazione. La Camusso propone manifestazioni in tutta Italia, confermando «la giustezza dello sciopero generale». E poi sempre la Camusso dichiara: «Sui temi della legge di stabilità, del Jobs act» con la Uil «abbiamo registrato un importante convergenza e abbiamo convenuto di fare uno sciopero generale in una giornata con manifestazioni territoriali il 12 dicembre, avendo fatto verifiche sulla data». Sul Jobs Act invece, la riforma del lavoro del Governo Renzi, la Camusso continua ad esprimere grande preoccupazione e la convinzione che non c’era nessun bisogno di ridurre le tutele rispetto ai licenziamenti. Ieri infatti è passata la modifica all’articolo 18 e al reintegro dei lavoratori: si fissa il solo indennizzo economico «certo e crescente» con l’anzianità di servizio per i licenziamenti economici, invece il reintegro sul posto di lavoro resta per i licenziamenti discriminatori.