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sciopero

medicoIeri sera, in una seduta al fulmicotone che sembrava essere scandita da una sorta di conto alla rovescia, la commissione di Bilancio della Camera ha approvato le assunzioni straordinarie di personale medico ed infermieristico, le quali si baseranno su contratti flessibili fino al mese di luglio. La votazione si inserisce in una fase di ricognizione che si propone di essere rivista entro marzo, e che prevede un concorso straordinario destinato per il 50% ai precari che operano nel settore medico-sanitario nel nostro paese.

L’emendamento può far fronte alla normativa UE, la quale è stata chiesta di essere rispettata dall’Europa stessa, ma non è bastato per far annullare lo sciopero del personale medico-ospedaliero che è stato indetto per oggi mercoledì 16 dicembre. Si tratta di uno sciopero dalle proporzioni importanti, in quanto oltre 200mila medici hanno deciso di scioperare, annullando in questo modo oltre 2milioni di visite e di esami e 40mila interventi chirurgici.

Secondo i sindacalisti di settore, si tratta di un’opera in difesa del Servizio Sanitario Nazionale, che si propone di combattere i tagli che sono stati previsti ai cittadini in materia di sanità, i quali rischiano di penalizzare la qualità del servizio. Si tratta, in ogni modo, di uno sciopero controllato, perché il personale medico-sanitario garantirà la gestione delle emergenze, sebbene le ‘scocciature’ per chi aveva fissato visite mediche e operazioni possano essere rilevanti.

La dignità della professione è ciò che viene rivendicato mediante lo sciopero, indotto in seguito alla notizia della cancellazione dalla attuale legge di stabilità di un emendamento che avrebbe dovuto dare il via all’assunzione di 6mila medici e infermieri preposti ad affrontare l’emergenza nei turni di lavoro. Lo sciopero odierno si propone quindi come una manifestazione importante, che non veniva messa in atto da molto tempo e che mira a sensibilizzare la cittadinanza sulle condizioni di lavoro del personale medico ospedaliero.

sciopero generale 2014

E’ stata decisa la data per lo sciopero generale di Cgil e Uil: sarà il 12 dicembre 2014. La Cisl non aderirà però, come ha spiegato la segretaria Anna Maria Furlan, perché «l’ipotesi non è mai stata valutata». Confermato anche lo sciopero di tutti gli statali, fissato per il 1° dicembre per tutte le categorie, dalla scuola alla sanità fino ai trasporti pubblici.

Sullo sciopero generale i sindacati sono divisi, ma sugli statali la mobilitazione è unitaria. Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, critica la scelta dei sindacati, perché a suo parere «non ci sono valide motivazioni per una decisione così importante».

Contraria allo sciopero generale il segretario generale Cisl Annamaria Furlan, che in un’intervista a Repubblica spiega che «non ci sono motivazioni valide per fermare il Paese». Susanna Camusso replica molto duramente alla collega: «Trovo scortese che qualche minuto prima di fare un incontro unitario si indichi la soluzione». Confermato invece, come già detto, lo sciopero unitario del pubblico impiego.

Lo sciopero generale è stato deciso, principalmente, dopo l’incontro di lunedì sera a Palazzo Chigi sulla Pubblica amministrazione. La Camusso propone manifestazioni in tutta Italia, confermando «la giustezza dello sciopero generale». E poi sempre la Camusso dichiara: «Sui temi della legge di stabilità, del Jobs act» con la Uil «abbiamo registrato un importante convergenza e abbiamo convenuto di fare uno sciopero generale in una giornata con manifestazioni territoriali il 12 dicembre, avendo fatto verifiche sulla data». Sul Jobs Act invece, la riforma del lavoro del Governo Renzi, la Camusso continua ad esprimere grande preoccupazione e la convinzione che non c’era nessun bisogno di ridurre le tutele rispetto ai licenziamenti. Ieri infatti è passata la modifica all’articolo 18 e al reintegro dei lavoratori: si fissa il solo indennizzo economico «certo e crescente» con l’anzianità di servizio per i licenziamenti economici, invece il reintegro sul posto di lavoro resta per i licenziamenti discriminatori.

C_4_articolo_2079211_upiImageppTanti gli scioperi oggi in tutta Italia: e un po’ dovunque si verificano scontri con la polizia e tensioni, più o meno forti a seconda dei casi. E’ sicuramente oggi il giorno dello ‘Sciopero sociale‘: in ben 25 piazze italiane Cobas, sindacati di base, organizzazioni studentesche, precari e attivisti dei centri sociali si sono mobilitati e sono scesi nelle piazze per protesta contro le politiche di austerità della Ue e del governo Renzi, contro il Jobs Act e l’abolizione dell’articolo 18. E ancora protestano per la scuola, per l’assuzione dei precari e per contrastare in generale l’operato del governo.

A Milano ci sono stati diversi scontri tra polizia e studenti; alcuni manifestanti hanno deviato dal percorso e sono subito stati bloccati da uno schieramento di poliziotti e guardia di Finanza. Nel corteo era presente anche la Fiom Cgil, i militanti No Tav e gli attivisti per ‘il diritto alla casa’. “Non ci fermeremo, andremo avanti fino a quando non cambieranno le loro posizioni. Abbiamo la forza e l’intelligenza per farlo”, ha dichiarato alla stampa il segretario generale della Fiom Landini.

Anche Padova è stato teatro di scontri tra forze dell’ordine e centri sociali: il vicequestore è stato ferito. A Roma sono stati lanciati petardi e uova davanti al ministero dell’Economia; circa trenta lavoratori sono poi saliti in cima al Colosseo e hanno srotolato alcuni striscioni: ‘io sto con Ilario e Valentino’ e ‘no alla privatizzazione del trasporto pubblico’. Anche il ministero dell’Istruzione ha visto diversi sit in: docenti precari e non, lavoratori della scuola e studenti hanno protestato contro la “buona scuola” del governo Renzi.

A Genova cinque cortei all’altezza del varco di Ponte Etiopia (Sampierdarena), hanno paralizzato la città, invece a Torino uova, vernice rossa e palloncini colorati sono stati lanciati nei pressi della sede Miur da studenti, precari e sindacati di base. Anche a Palermo si sono verificati lanci di uova contro la banca Unicredit di via Ruggero Settimo.

eni-tarantoE’ una fiumana, ventimila persone hanno attraversato in corteo Gela. Non solo lavoratori e neanche soltanto sindacati, ma tantissimi cittadini e le rappresentanze istituzionali della provincia di Caltanissetta sfilano per le strade. L’Eni ha annunciato la revoca di 700 milioni di investimenti e 3.500 posti di lavoro, tra diretto e indotto, rischiano di essere cancellati da progetti di ridimensionamento.

In piazza insieme al segretario regionale della Cisl Maurizio Bernava e alla leader nazionale della Cgil Susanna Camusso ci sono il vescovo di piazza Armerina monsignor Rosario Gisana, che nei giorni scorsi aveva inviato una lettera aperta alla diocesi chiedendo per Gela “non tagli ma investimenti”.

“Da Gela parte una richiesta precisa: mettere al primo posto il bisogno di difendere con le unghie e coi denti il lavoro che c’è e di crearne dell’altro. Non esiste un’idea di ripresa in questo Paese se non si parte dal lavoro”.

Sindacati-Domani, martedì 29 luglio, è sciopero generale dei lavoratori di tutte le aziende del Gruppo Eni (impianti di raffinazione, produzione e perforazione, impianti chimici e petrolchimici, sedi direzionali, depositi, uffici commerciali e amministrativi, aziende territoriali), oltre allo sciopero di due ore di tutti gli impianti di raffinazione presenti sul territorio nazionale. Sempre domani, nella stessa giornata dello sciopero, si tiene una manifestazione/presidio a Roma (alle 15), davanti a Montecitorio. Previsti nella tarda mattinata una serie di incontri con i gruppi parlamentari del Partito Democratico, Sel, Lega Nord.

Il ‘pomo della discordia’, avvertono, è la profonda crisi in atto nel sistema della raffinazione italiana, culminata con la chiusura di tre raffinerie – oltre alla drammatica situazione di Gela (è in corso oggi lo sciopero generale e una grande manifestazione in città) – dalle posizioni recentemente rese note da Eni su blocco di investimenti, dalle scelte preoccupanti di ridimensionamento degli assetti industriali, occupazionali e della politica energetica del Gruppo nel nostro paese.

sciopero-benzinaiEra previsto tra il 24 e il 30 dicembre 2012 lo sciopero della carta di credito e il No RID day inteso come il rifiuto di approviggionarsi di carburanti tra il 17 e il 22 dicembre, proclamato dai benzinai e coincidente proprio con le festività natalizie.

Tuttavia è di poche ore la notizia giunta da Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio dell’annuallmento dello sciopero dei benzinai.

I gestori dei distributori di carburante stanno protestando contro le compagnie petrolifere a causa del mancato rinnovo dei contratti collettivi e chiedono al Ministro dello sviluppo economico una maggior tutela in attuazione di quanto prescritto delle leggi

In concomitanza della giornata di mobilitazione europea e dello scipero di 4 ore dei lavoratori pubblici e privati, si prevedono disagi anche per quanto riguarda il traporto pubblico. Restano garantiti i servizi per le zone colpite dal maltempo in questi giorni.

Ecco le principali modalità di scipero nei trasporti:

  • Ferrovie dello stato, dalle 14 alle 18
  • Trasporto marittimo, 4 ore di ritardo alle partenze
  • Attività portuali, 4 ore per turno
  • Trsporto merci, ultime 4 ore della giornata lavorativa

trenord-sciopero-5-settembreMercoledì 5 settembre nero per i pendolari che solitamente utilizzano le linee della ferrovia Trenord, lo sciopero di otto ore, è stato indetto dal sindacato dei macchinisti Orsa. Tra le 9 e le 17,00 lo sciopero dei Treni. I disagi per i passeggeri si potrebbero verificare anche prima di tale orario e poi subito dopo la fine dell’agitazione sindacale. I macchinisti non sono garantiti sui servizi di trasporto regionale, anche per il passante ferroviario, potrebbe accadere la stessa cosa, compreso il servizio che porta da Milano Centrale verso Malpensa-Bellinzona.  Ci sarà un servizio sostitutivo, cioè un bus, che parte da Via Palocapa per recarsi a Cadorna che sostituisce il Malpensa Express.

Per altre informazioni consultare il sito trenord.it

sciopero-trasporti-localiRoma e Lazio: venerdì 11 maggio è indetto uno sciopero indetto dai sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti e Ugl trasporti che durerà 24 ore di bus, metropolitane, tram e ferrovie.

Altre 4 ore di protesta sono indette per la giornata di venerdì 11  maggio dal Fast Confsal. Nelle 24 ore di sciopero saranno rispettate le fasce garantite, dall’inizio dell’orario di servizio alle 8.30 e tra le ore 17.00 e le ore 20.00.

Il blocco della circolazione dei mezzi pubblici sarà quindi totale dalle ore 8.30 alle ore 17.00 e dalle ore 20.00 fino alla fine dell’orario di servizio. Per avere maggiori informazioni occorre recarsi presso l’Agenzia di Mobilità, in Piazzale degli Archivi 40, il numero verde riservato alle persone disabili, 800.154451.

Lo sciopero coinvolge Roma e la regione Lazio. I lavoratori Co.tra.I. confermano la loro adesione allo sciopero dalle ore 12.30 alle ore 16.30,sempre per la giornata di venerdì 11 maggio 2012.