Salvatore Parolisi è stato condannato dal Gup di Teramo alla pena massima dell’ergastolo per l’omicidio della moglie e madre di sua figlia Melania Rea. Ieri il giudice ha finalmente depositato le motivazioni e tanti sono i particolari che emergono dalla ricostruzione fatta dagli inquirenti.
Salvatore Parolisi in quei giorni quando venne ritrovato il corpo della giovane donna, si confidò con lo zio di Melania, Gennaro Rea, quasi a voler incosciamente giustificare ciò che aveva fatto, affermò che ormai era diverso tempo che lui e sua moglie non avevano rapporti intimi, – che lei gli negava – sostenendo che Melania Rea con il suo atteggiamento lo umiliasse.
Secondo il Gup, la personalità dominante della coppia era proprio Melania, e Salvatore Parolisi stanco si subire questa dominanza psicologica in un raptus di follia ha ucciso la povera donna, oltretutto oltraggiandone il corpo tant’è che proprio il vilipendio del cadavere ha fatto si che la pena inflittagli raggiugesse il massimo.
Per quanto riguarda l’amante Ludovica, e le dinamiche interne alla caserma, secondo il giudice Salvatore non l’amava e mai avrebbe lasciato sua moglie Melania Rea per lei o per un’altra donna, anche per ragioni economiche.