RUBATA tela del Guercino di valore inestimabile. La tela, Madonna con i santi Giovanni evangelista e Gregorio taumaturgo, olio su tela 293×184,5 centimetri, era custodita nella chiesa di San Vincenzo, in corso Canalgrande a Modena. Il capolavoro fino a poco tempo fa era stato esposto alla Venaria Reale di Torino.
Ad accogersi del furto, stamattina, è stato il parroco, don Gianni Gherardi (vittima di una rapina solo qualche giorno fa), che, a bordo di un taxi, stava passando d’innannzi all’edificio religioso,e ha raccontato:”Ho scoperto questa mattina la porta della chiesa aperta, che non doveva essere.
E’ un quadro di grandi dimensioni che per essere trafugato ha bisogno di una certa organizzazione. Intanto la porta non era stata forzata: nella chiesa non si entra facilmente (c’e’ solo una entrata sul retro che era chiusa), e la chiesa viene aperta solo la domenica per la Messa.
Per fare un furto di questo genere bisogna aver architettato la presenza di qualcuno nella chiesa chiusa; bisogna aver tolto il quadro, che e’ di grandi dimensioni, dall’altare, aver avuto un camion fuori dalla porta, che altro non puo’ essere che l’entrata principale. Occorre insomma una certa organizzazione anche perche’ la chiesa si trova a fianco del tribunale, sorvegliato giorno e notte”
“E’ il quadro più prezioso che abbiamo, era qui da quando è stata costruita la chiesa”.
L’opera ha un valore inestimabile, probabilmente si tratta di un furto su commissione. La chiesa di San Vincenzo si trova a pochi passi dal tribunale e dalla Procura; sul posto la polizia scientifica e il magistrato incaricato. Una delle prime ipotesi avanzate dagli inquirenti è che i ladri si siano nascosti in chiesa prima della chiusura
Alla notizia Sgarbi ha commentato: E’ una “pala d’altare con un San Gregorio meravigliosamente abbigliato, un’opera monumentale della prima maturità dell’artista” che può valere “tra i 5 e i 6 milioni di euro” il dipinto del Guercino rubato dalla chiesa di San Vincenzo a Modena.
Lo sottolinea Vittorio Sgarbi, che commenta il clamoroso furto e punta il dito sulle istituzioni alle quali attribuisce una “responsabilita’ grave”: “In quella chiesa non c’era un sistema d’allarme – sottolinea -: come e’ possibile che la soprintendenza abbia permesso che un’opera così preziosa rimanesse lì senza sicurezze?”.
Un furto clamoroso, fa notare il critico ferrarese, ma anche inspiegabile, giacche’ si tratta di un’opera praticamente invendibile, “non ci può essere un committente, nessun museo e nessun privato la comprerebbe mai” aggiunge, “secondo me questo furto può essere solo opera di una banda di stranieri inconsapevoli, gente che non sa nulla delle leggi di mercato e che forse pensa di chiedere un riscatto” Sgarbi riferisce di aver parlato con gli inquirenti. “Spero che si diano da fare e lo ritrovino – conclude – anche se il furto è avvenuto di notte è veramente difficile che nessuno li abbia visti”.