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Roma

20141030_82229_y7Ieri pomeriggio da Eataly a Roma, zona Ostiense, vi sono stati attimi di paura, fortunatamente conclusisi con solo due feriti non gravi.Un cameriere afgano di 25 anni, rifugiato politico, ha avuto una lite molto accesa con lo chef Nitti. Tutti sentivano le urla, anche i clienti impauriti, un vigilante è intervenuto per sedare la lite ma il cameriere ha afferrato un coltello e si è scagliato contro il cuoco e il vigilante. Entrambi feriti alle braccia e alla schiena non sono gravi, sono tati trasportati in codice giallo al San Giovanni.

Anche il patron di Eataly Oscar Farinetti era al momento all’interno della struttura ed è intervenuto: «Quel ragazzo era bravo -dice parlando del dipendente afghano- se non si fosse licenziato lo avrei assunto a tempo indeterminato. Ma oggi era un altro, avevo lo sguardo allucinato, non parlava, lo hanno trattenuto in quattro: lui voleva proprio uccidere ». Il ragazzo infatti si era licenziato il 24 ottobre ma doveva rimanere in servizio fino al 2 novembre.

Il cameriere è stato portato al commissariato della Colombo, non ha opposto alcuna resistenza all’arrivo della polizia. Resta da chiarire il movente che possa aver scatenato tanta rabbia nel giovane afgano.

evasione-fiscaleÈ stata scoperta oggi una maxi-evasione ai danni del fisco italiano, di 1,7 miliardi di euro. La somma è dovuta ad un giro di false fatturazioni da parte di società cooperative che puntualmente scomparivano e lasciavano il posto ad altre società fantasma. Il denaro veniva illecitamente sottratto è portato su conti correnti intestati a società fiduciarie di San Marino e del Lussemburgo

Il tutto veniva poi reimpiegato nel settore immobiliare, come è stato scoperto dalla Guardia di Finanza di Roma attraverso indagini durate oltre due anni, condotte dal Nucleo speciale polizia valutaria. Ben 62 gli indagati, e sono ancora in corso in alcune regioni italiane – Lazio, Lombardia, Piemonte, Veneto e Sardegna – perquisizioni e sequestri preventivi di beni per centinaia di milioni di euro.

Le società erano specializzate nella evasione della riscossione di debiti tributari. L’attività illecita ha provocato nel corso degli anni un danno allo Stato, e quindi a tutti noi cittadini, un danno per 1.7 miliardi di euro. Il meccanismo consisteva nell’affidamento di servizi in subappalto a società cooperative appositamente create, da parte delle società consortili amministrate dagli indagati, che si aggiudicavano così gli appalti, da enti pubblici ma non solo.

Le società cooperative, a loro volta, mediante l’emissione di fatture per operazioni inesistenti accreditavano il denaro ricevuto ad altre cooperative. Un giro ben rodato e sperimentato. Al momento l’inchiesta è diretta dal procuratore aggiunto di Roma Nello Rossa e dal sostituti procuratori Filippi e Davinola, mentre i provvedimenti di sequestro preventivi sono stati firmati dal gip della Capitale Valerio Savio. Un bel colpo messo a segno da parte dello Stato e di coloro che credono nella legalità, contro il malcostume dell’evasione fiscale e della vera e propria truffa ai danni dello Stato e di tutti noi cittadini. I proventi che derivano dal recupero dell’evasione fiscale sono sempre di più ogni anno, e contribuiscono ad alleviare il nostro immenso debito pubblico.

nozze gay roma marinoNonostante le dichiarazioni del ministro degli Interni Angelino Alfano, il quale qualche giorno fa aveva tuonato contro la registrazione in Italia di nozze gay contratte all’estero, oggi il Sindaco di Roma Marino ha registrato ben 16 matrimoni tra persone dello stesso sesso.

Oggi il Campidoglio era blindato, visto il clima di tensione tra gli attivisti a favore del matrimonio gay e gli esponenti di Ncd. Marino ha comunque deciso di procedere con la cerimonia, nonostante la diffida formale del prefetto Pecoraro, che ha detto che in ogni caso annullerà gli atti, seguendo così la legge italiana. In piazza c’erano alcuni attivisti contro i matrimoni gay, riuniti da Ncs. Le sedici coppie di sposi, undici formate da uomini e cinque da donne, hanno visto oggi coronare un loro sogno, dopo essere state costrette a fuggire all’estero per celebrare il loro matrimonio.

Alcuni hanno anche dei figli, ridono, piangono, si fanno le congratulazioni. Marino afferma che per lui è fondamentale “che un sindaco si ponga a difesa dei diritti di tutti”. Marino ha regalato anche alle coppie una poesia di Pablo Neruda. «Un atto d’amore tra due persone non può non essere riconosciuto – spiega Marino -. Io difendo il diritto dei cittadini ad amarsi».

D’altro canto, Alfano ribadisce che “per l’attuale legge italiana, ciò non è possibile. La firma di Marino non può sostituire la legge”. Il prefetto Pecoraro, una volta che gli è stato comunicato l’evento, ha detto che procederà a chiedere al sindaco la cancellazione di queste trascrizioni, o le annullerà lui stesso secondo le prescrizioni di legge. E’ pur vero che per la legge italiana, al momento, queste trascrizioni non hanno valore, ma si tratta comunque di un atto simbolico molto importante, e si spera di un passo avanti per l’affermazione dei diritti gay e per il riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso.

Umberto IRoma, è allarme Ebola, per un caso sospetto segnalato questa mattina. Un uomo di origini somale, residente in Italia da due anni, era nell’Ufficio immigrazione della Questura di Roma. L’uomo ha accusato un malore e le sue condizioni sono peggiorate nel giro di pochi minuti. Immediato il ricorso al 118.

Il cittadino africano è stato condotto all’Umberto I di Roma, per tutti gli accertamenti del caso. In prima analisi, l’uomo ha registrato il sintomo della febbre, poi ha iniziato a perdere sangue dal naso. L’uomo si trovava in Questura per rinnovare il soggiorno di protezione internazionale e, secondo quanto dichiarato dal Segretario Generale del Sindacato, Flavio Tuzi: «perdeva sangue dal naso e le sue condizioni fisiche sono peggiorate in pochi minuti». Intanto negli Usa, si registra il primo contagio, quello dell’infermiera che ha curato Duncan, il primo uomo denominato caso zero che ha contratto l’Ebola in Africa, poi è tornato a casa negli Usa, dove è deceduto la settimana scorsa.

Ciampi10_352-288Il presidente emerito della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, in seguito al miglioramento e alla stabilizzazione delle condizioni cliniche generali, ha lasciato l’Ospedale civile centrale San Maurizio di Bolzano. Lo comunica l’ospedale in una nota spiegando che un’ambulanza della Croce Bianca ha condotto il presidente all’aeroporto di Bolzano da dove raggiungerà Roma per il proseguimento delle cure.

Ciampi, 93 anni compiuti, presidente della Repubblica dal 18 maggio 1999 al 15 maggio 2006, lo scorso 11 luglio aveva accusato un malessere mentre si trovava presso ‘Villa Ausserer’, residenza dell’Esercito immersa nel verde nella zona di Siusi ai piedi dello Sciliar.

Poi era stato trasportato in elicottero nell’ospedale di Bolzano. Una prima diagnosi era stata quella di “ipotensione arteriosa”. L’ex presidente è stato sottoposto anche a un’appendicectomia.

La prognosi era rimasta riservata per alcune settimane ed era stata poi sciolta il 29 luglio.Venerdì 25 luglio, il presidente emerito Ciampi aveva ricevuto la visita del suo successore Giorgio Napolitano che si era recato in ospedale appena giunto a Bolzano prima di iniziare un periodo di vacanza in Val Fiscalina tra le Dolomiti di Sesto.

La direzione del Comprensorio sanitario di Bolzano, il chirurgo dott. Federico Martin, l’anestesista dott. Franco Auricchio, il personale medico e infermieristico dell’Anestesia, diretta dal dott. Peter Zanon e della Pneumologia, diretta dal dott. Giulio Donazzan, ringraziano “la moglie del presidente signora Franca ed i figli Claudio e Gabriella, per la fiducia accordata ed il continuo apprezzamento”.

“Un ringraziamento – aggiunge l’ospedale – va al personale medico di fiducia, Colonnello medico Pietro Dacquino e al dott. Mario Manolfi. Si ringrazia inoltre il personale di scorta, che con discrezione e grande professionalità ha garantito la sicurezza del presidente senza ostacolare le normali attività ospedaliere.

20140813_c4_e2Decine di turisti, romani e curiosi hanno fotografato e ammirato la nuova supercar l’ auto utilizzata dai carabinieri nella capitale per pattugliare le strade del centro cittadino.

“Aoh, hanno lasciato a casa ‘a machina”, ruggisce un tassista sporgendosi dal finestrino. Foto, sorrisi, battute. E certo: quella Lotus Evola S “in divisa”, tutta blu con il tettino bianco, non può passare inosservata. Carabinieri in supercar. Fanno la loro apparizione in una piazza Venezia oppressa dal caldo agostano e, in tempi di spending review, si trasformano inevitabilmente in un facile bersaglio.

Linea sportiva, forme bombate, sagoma inusuale. Non è passata inosservata a Roma la pattuglia dei carabinieri in servizio nel centro storico, nella zona attorno a piazza Venezia, a bordo di una Lotus Evora. L’auto, donata all’Arma dalla Lotus Cars, è caratterizzata dalla livrea dei militari: carrozzeria blu, strisce rosse lungo il cofano e la scritta “Carabinieri”, in bianco, lungo le portiere e sul portabagagli. Si tratta di vetture che hanno prezzi che oscillano tra le 60mila e le 80mila euro e una silouette decisamente particolare che ha attirato lo sguardo di decine di romani e di turisti di passaggio a piazza Venezia che si sono fermati ad ammirarla e fotografarla.

L’auto è stata messa gratuitamente a disposizione dell’arma dalla casa costruttrice che si fa anche carico della manutenzione attraverso la sua rete di vendita e assistenza italiana.

L’equipaggiamento di questa supercar particolare non è la stessa dei modelli per i clienti privati: è dotata infatti di un innovativo sistema di segnalazione d’emergenza, un dispositivo per il controllo del territorio denominato EVA (Enhanced Vehicle Automation), una radio bi-banda (gamma 400 e tetra), un defibrillatore e speciali unità portatili di raffreddamento per il trasporto di organi e sangue.

foro_augustoPercorsi archeologici, mostre e convegni. E’ molto ricco il programma per le celebrazioni del bimillenario della morte dell’imperatore Augusto, che partiranno a settembre, presentato questa mattina in conferenza stampa a Roma. Per l’occasione, saranno riaperte al pubblico aree restaurate sia del foro Romano che del Palatino.

Con 11 luoghi dedicati, due mostre, restauri, convegni, merchandising, pubblicazioni, aperture straordinarie e percorsi rinnovati, Roma riscopre l’imperatore Augusto (63 a.C.- 14 d.C.), rendendo omaggio al bimillenario della sua morte con un fitto calendario al via da settembre.

Come disse Tucidide, spiega la direttrice della soprintendenza speciali per i beni archeologici di Roma, Mariarosaria Barbera, “abbiamo scelto la ‘definitività’, il possesso per sempre, sperando di lasciare qualcosa in eredità alla città”.

Un’occasione, aggiunge il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, “per dimostrare anche quanto il nostro patrimonio archeologico sia fondamentale”. Puntando “a pochi eventi ma molti interventi”, cuore dell’omaggio, realizzato in collaborazione con Electa, sarà il Palatino, luogo augusteo per eccellenza della città, dove l’imperatore nacque e che elesse a sua dimora.

Qui, in un ideale viaggio nel tempo, dal 18 settembre si potrà riscoprire la collezione di un Museo Palatino completamente rinnovato. A pochi metri, raddoppia il percorso la Domus di Augusto, aprendo nuovi cubicoli privati nel blocco occidentale, tra la Stanza dei festoni di pino, la Stanza delle maschere e per la prima volta, la Stanza delle prospettive, detta così proprio per quei giochi dipinti di paraste, edicole e quinte architettoniche.

A settembre inizieranno le celebrazioni che coinvolgeranno la Casa di Augusto, ora più grande, la Casa di Livia e il Museo Palatino, con nuovi percorsi tematici. Riaprirà la monumentale natatio alla terme di Diocleziano, il Mausoleo di Cecilia Metella, la Piramide Cestia, l’Antiquarium della Villa di Livia a Prima Porta, la Crypta Balbi e Palazzo Massimo.

meriamÈ in arrivo verso l’Italia Meriam Yahya Ibrahim Ishag, la donna sudanese condannata a morte per apostasia e rilasciata il 23 giugno scorso da un tribunale d’appello di Khartoum.

Lo rivela l’agenzia di stampa Dire. Con lei il viceministro agli esteri Lapo Pistelli che segue da tempo il caso della donna sudanese.

Il caso di Meriam aveva scosso tutto il mondo. È stata a lungo in carcere incinta del suo secondo figlio. Nata da padre musulmano, Meriam era stata cresciuta nella fede cristiana dopo l’abbandono del padre, ma per la Sharia anche la religione viene tramandata, di diritto, dalla linea paterna. Pur essendosi sposata con un cristiano, viene accusata non solo di essersi convertita ad altra religione, ma anche di aver commesso adulterio in quanto il matrimonio tra fedi diverse non può essere riconosciuto.

La vicenda di Meriam aveva provocato una forte indignazione a livello internazionale e dodici giorni dopo il verdetto contro di lei in base alla sharia, la legge islamica imposta in Sudan dal 1983, la donna aveva dato alla luce una bambina presso la prigione di Omdurman, vicino alla capitale.
Dopo la scarcerazione un nuovo arresto, mentre con la famiglia cercava di partire per gli Usa, e l’ospitalità dell’ ambasciata statunitense.

Il caso era stato citato dal presidente del consiglio Matteo Renzi, in occasione del suo discorso di inaugurazione del semestre europeo a Strasburgo. Parlando di Meriam e delle ragazze nigeriane sequestrate dagli islamisti di Boko Haram, Renzi aveva sottolineato: “Se non c’è una reazione europea non possiamo sentirci degni di chiamarci Europa”. Oggi la svolta.