Il giudice del Tribunale civile di Roma ha rigettato il ricorso presentato dai genitori biologici dei bambini nati nella vicenda dello scambio di embrioni all’ospedale Pertini di Roma.
Nel provvedimento di 16 pagine viene detto che il caso non è “suscettibile di ricorso alla corte costituzionale”. Il giudice ha quindi ribadito l’importanza della mamma che ha partorito e il ruolo del padre che li ha registrati all’anagrafe. Ha anche più volte ribadito la vicinanza all’altra coppia per il dolore e la drammaticità del caso.
I bambini contesi sono nati lo scorso 3 agosto in Abruzzo. Sono già stati registrati all’anagrafe, il che secondo la legge italiana li rende a tutti gli effetti figli della donna che li ha generati e dell’uomo che nel certificato di nascita è stato registrato come padre.
Il primario di ginecologia dell’ospedale S.Salvatore dell’Aquila, che ha fatto venire alla luce i due gemelli contesi dalle due coppie vittime dello scambio di embrioni all’ospedale Pertini di Roma racconta:”E’ andato tutto bene e non ci sono state complicanze. Abbiamo effettuato un parto cesareo d’urgenza domenica notte, la signora si è presentata in travaglio e abbiamo proceduto. Ma nessuno era a conoscenza della particolarità del caso o sapeva chi fosse la coppia. Solo dopo l’intervento, il padre è venuto da noi per ringraziarci e ci ha spiegato tutto. Sono felici e contenti per l’arrivo dei gemelli, la mamma era radiosa”.