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Come al solito, siamo bloccati alle solite conflittualità di parte politica tra i vari partiti: 5 stelle, Forza Italia in primis. Pare, che i principali dissapori vertano sul fatto che non siamo, al momento in grado di raggiungere una maggioranza anche perché dopo la sventura legale capitata a Berlusconi e la diminuzione della sua visibilità politica non tutti i partiti hanno l’interesse a che si vada verso il nuovo presidente della repubblica, con non troppi problemi.
Insomma, i “bastoni” tra le ruote e le “fumate nere” sono previste, eccome, ancora peggio che in Grecia. L’Italia non solo è il paese caratterizzato dalla più alta instabilità politica ma patisce molto sul lato della frammentazione partitica e sul tentativo di unire il tutto in quell’unico calderone che non funziona mai.
E così i nomi che fioccano sono molti (chi dice Monti, chi pensa Romano Prodi, chi invece pensa Alfano, chi fa nomi importanti per la nostra tradizione della repubblica) ma in realtà c’è poco gossip da fare sulla figura del presidente della repubblica. In fondo, si tratta di un ruolo di pura forma e di sigillo istituzionale, non essendo in una repubblica presidenziale e rimanendo intatto la struttura predominante parlamentare.

Ed intanto è così che finisce l’impegno formalmente ufficiale di Napolitano verso lo stato italiano. Si torna Senatore a vita, e si torna a tenere vuoto il posto al momento pronto ad accogliere il capo di stato di un paese in piena difficoltà. L’Italia è fatta così negli ultimi anni, con diversi problemi tra cui le difficoltà di un semplice commerciante per campare, il disagio anche di chi ha un posto di lavoro che si ritrova a dover pagare troppe spese ogni giorno. Alla fin fine, l’avviso è già stato dato: la scelta dovrebbe essere fatta subito ed in modo efficace, soprattutto vista l’atmosfera generale del nostro paese.

“Sono contento di tornare a casa” esprime così Napolitano il suo ultimo commento da “capo” mentre si lascia intervistare. Napolitano è contento perché l’atmosfera del suo precedente posto di lavoro era troppo chiusa: “non è come una prigione ma ci sono troppi condizionamenti, si esce poco”. Ed è così che, quasi in un simbolo affezionato, si è aperta la gabbietta per il vecchio volatile che ora prende il via nel cielo. Libero. Napolitano ha come ammesso, quindi, che il presidente della repubblica è un ruolo ovattato da altre posizioni politiche di maggiore impatto a livello istituzionale. Un mero sigillo, a simbolo della repubblica.

Napolitano comunque è sempre senatore a vita, e come tale sarà presente già da domani fra i banchi. In un’atmosfera turbolenta come adesso, fra minacce di terrorismo ed economia vacillante, possiamo notare come anche Renzi si renda conto che il suo aiuto sarà sempre necessario a questo paese. “Sarà un grande servitore di questo paese anche come senatore a vita” si ode dalle sue parole.

Terribili eventi sono capitati di recente, sia a Parigi che in altre regioni, e continueranno sempre ad esistere. Bisogna rimanere uniti, anche in Italia. Le votazioni per rendere noto il nuovo capo di stato prenderanno sede al più presto, così che finalmente questo paese avrà di nuovo qualcuno nel quale dirigerlo verso un futuro migliore. O almeno così spera ogni singolo italiano in questo momento difficile.

3783d53ee620b2901c8eaae3b77cac83Re Jan Carlos di Spagna lascia dopo quasi quarant’anni di regno e abdica a favore del figlio Felipe.

“Ho assunto questo compito perché la nostra diventasse una democrazia moderna, per restituire il potere politico ai suoi legittimi rappresentanti – ha detto il re nel suo discorso ai sudditi-. Guardando indietro non posso non essere orgoglioso e grato nei confronti del mio popolo”. Il monarca ha parlato della necessità di lasciare spazio alla generazione giovane “che merita di andare avanti”, indicando nel figlio Felipe la figura migliore per affrontare le sfide del presente «incarna la stabilità e l’istituzione della monarchia, ha la maturità per regnare e aprire una nuova fase», auspicando il meglio per la Spagna “cui ho dedicato – ha detto – la mia vita”.

 Jan Carlos è stato il simbolo del volto nuovo della Spagna quando ferma il tentato golpe nel 1981, e poi con un referendum nel 1982 quando Madrid aderisce alla Nato e nel 1986 entra nella Comunità Europea, poi Unione Europea.

Il re è all’apice del gradimento per la sua schiettezza nonostante  le numerose gaffe e una crescente fama di play-boy che gli attribuisce più di mille amanti, la stampa lo protegge, poi negli ultimi anni è iniziata una parabola discendente travolto dagli scandali personali e famigliari e, ampliati dalla crisi della bolla immobiliare nel 2008.

Il colpo finale è arrivato con la caduta del re durante una battuta di caccia n Bostwana, insieme all’amante.  Il re e’ obbligato a scusarsi pubblicamente, e  intanto aumentano le richieste di abdicazione a favore del principe Felipe.

L’indice di gradimento continua a scendere , nel gennaio scorso arriva anche l’accusa di malversazione e riciclaggio per la figlia Cristina nell’ambito di uno scandalo di corruzione legato al marito Inaki Urdangarin, è la prima volta nella storia della monarchia spagnola che l’infanta rischi un rinvio a giudizio.

Dopo l’annuncio dell’abdicazione i i partiti di sinistra come Equo o indipendentisti come Erc, Izquierda Unida, sono tornati a chiedere un referendum su monarchia o repubblica e in migliaia sono scesi in piazza  con il partito degli ‘indignados’ manifestare a sostegno del referendum nella centrale Puerta del Sol, a Madrid e in  plaza de Catalunya a Barcellona.

Toccherà a Felipe, discreto e moderato  che gode di consenso altissimo e si è sempre tenuto al di fuori degli scandali, rinnovare  l’ istituzione in senso democratico e popolare conquistandosi la fiducia dei suoi sudditi, vista la disaffezione emersa dalle urne alle ultime europee,e alle tensioni indipendentistiche e sociali.

Il principe delle Asturie, Felipe de Borbón, 46 anni, sposato con la ex giornalista Letizia Ortiz e padre di due figlie,  regnerà con il nome di Felipe VI.

Oggi a Madrid il consiglio dei Ministri straordinario che deve avviare, con una legge ordinaria, il percorso verso la successione, è  previsto che la proclamazione di re Felipe VI avverrà nel Congresso a partire dal 16 giugno, in una sessione solenne delle Cortes riunite.