La notizia dei tagli alla sanità annunciati dal governo Renzi ha suscitato un enorme scalpore fra i cittadini, ma anche fra i medici che lavorano in Italia, preoccupati delle conseguenze che la manovra potrebbe apportare al rapporto fra medico e paziente. Il premier Renzi ha quindi aperto al dialogo, prospettando la possibilità di modifiche che andrebbero ad allentare la stretta sui cosiddetti esami ‘superflui’ che sono entrati nel paniere del ministro della Salute Lorenzin.
Il premier ha ribadito che sulla sanità lo Stato non sta tagliando, ma ridistribuendo in modo equo ed intelligente le risorse disponibili in nome di una sanità migliore. La polemica era nata con l’annuncio della preparazione di un provvedimento che andrà a tradursi in un decreto che interessa l’appropriatezza delle prestazioni medico-sanitarie e che si propone di evitare gli esami e le visite considerati inutili e particolarmente dispendiosi per lo Stato. In totale si tratta di 208 prestazioni che sono finite sotto osservazione, di esami che interessano diverse sfere della sanità, ma che probabilmente non andranno ad interessare le prestazioni basilari e i pazienti che non hanno la possibilità di permettersi le cure mediche per ragioni legate al reddito.
La notizia è stata forse mal interpretata? Oppure il governo non è stato chiaro sulle sue intenzioni? Secondo le dichiarazioni del ministro, gli esami che non saranno più ‘passati’ dallo Stato sono di molte tipologie, ma interesserebbero soprattutto i casi di ripetizione nel corso del tempo. Se, ad esempio, un paziente chiede di effettuare una radiografia molto costosa e riceve un esito negativo, non potrà ripeterla a spese dello Stato per un limite di tempo massimo stabilito. La manovra intende quindi limitare un costo che ammonta a circa 13miliardi di euro, ridistribuendo questi soldi nell’ammodernamento della sanità ed evitando di passare esami e prestazioni che possono essere considerati poco utili per i pazienti.
L’apertura al dialogo di Renzi si propone quindi come una manovra positiva per fare chiarezza su questa decisione, che seppure in fase embrionale sta già muovendo numerose critiche e innescando tante paure da parte dei cittadini italiani.