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20140829_schiaveInaccettabile e scioccante, la storia delle ragazze cristiane nigeriane rapite dai fondamentalisti di Boko Haram si sta ripetendo anche in Iraq dove, nella zona di Mosul, centinaia di donne della minoranza yazidi e cristiane, sono da alcuni giorni nelle mani dei miliziani dell’Isis.

Le ragazze sarebbero state smistate nel campo di prigionia di Sinjar e messe in vendita al mercato della città yazidi che nel frattempo è stata conquistata. Nella zona di Mosul, centinaia di donne della minoranza yazidi e cristiane, sono nelle mani dei miliziani dell’Isis. Fonti locali parlano di donne rapite, velate integralmente, incatenate e minacciate da integralisti armati di spada e armi da fuoco. Trasportate al mercato su dei camion, dentro delle gabbie, come bestie al macello.

Sta facendo il giro del mondo la foto scattata nei pressi di Mosul, in Iraq, da Brigitte Gabriel attivista araba libanese: decine di donne con velo bianco integrale, rinchiuse in una gabbia per essere vendute al mercato, sono foto che sembrano incredibili nel ventunesimo secolo.

Secondo quanto dichiara il ministero dei diritti umani iracheno, tutte hanno meno di 35 anni e sarebbero state rapite nella città di Sinjar, conquistata proprio da Isis. I miliziani si sarebbero divisi le ragazze nel campo di prigionia e poi le avrebbero costrette a indossare il velo integrale. Di tanto in tanto vengono messe un gabbie e portate in giro per le città per essere vendute. Come bestie al mercato agricolo. La notizia sta facendo il giro del mondo e sta provocando orrore e indignazione.

image (5)Il ministero degli Esteri italiano conferma “l’irreperibilità” di due cittadine italiane ad Aleppo, in Siria. Fonti della Farnesina riferiscono che sulla vicenda stanno “da subito lavorando l’Unità di Crisi” del Ministero degli Esteri e “l’intelligence” italiana.

“Sono stati immediatamente attivati canali informativi e di ricerca per i necessari accertamenti”, hanno aggiunto le fonti, secondo cui “le due cittadine italiane si trovano ad Aleppo per seguire progetti umanitari indipendenti nel settore sanitario-idrico”.

L’Unità di Crisi, hanno aggiunto le fonti, “ha preso contatto con le famiglie” delle due cittadine italiane, “che vengono tenute costantemente informate sugli sviluppi del caso”.

Grande apprensione per “Vanessa Marzullo di Brembate (Bergamo) e Greta Ramelli” di Besozzo (Varese), due volontarie italiane che sarebbero state rapite alcuni giorni fa ad Aleppo, in Siria, dove si trovavano per portare assistenza medica.

Le giovani lombarde, fondatrici del progetto di assistenza medica Horryaty, erano al secondo viaggio in Siria e questa volta sono entrate nel Paese il 28 luglio passando da Atma, uno dei più grandi campi profughi siriani.

Non si sa se le volontarie avevano portato in Siria una scorta di medicinali o di cibo da consegnare per la sopravvivenza, oppure se erano lì soltanto per una missione esplorativa.

Dalle informazioni che giungono da fonti locali, il rapimento sarebbe avvenuto nella notte fra il 31 luglio e il 1°agosto. Le ragazze sarebbero state sequestrate da un nutrito gruppo di miliziani, circa trenta uomini, che avrebbero circondato la casa dove avevano trovato alloggio e con loro c’erano anche due siriani appartenenti al battaglione Noureddin al – Zengi col compito di proteggerle, ma sono stati rapiti pure loro, ma poi rilasciati.

Pare che le donne avessero con sé anche quattromila euro in contanti.