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francescoAnche Papa Francesco chiede la liberazione delle ragazze rapite in Nigeria.In un tweet ha scritto: “Uniamoci tutti nella preghiera per l’immediato rilascio delle liceali rapite in Nigeria”.

In tutto il mondo si moltiplicano gli appelli per la liberazione delle trecento ragazze sequestrate dagli estremisti di Boko Haram, anche Michelle Obama sostituendosi al marito nel discorso alla radio del sabato ha espresso il suo dolore e la sua indignazione per il rapimento delle ragazze. Michelle che è mamma anche lei di due ragazze  adolescenti ha ribadito che sia lei che il presidente sono “indignati” per il sequestro delle liceali, “voglio che sappiate, ha continuato Michelle, che Barrak ha dato indicazione al nostro governo perchè faccia tutto il possibile per sostenere gli sforzi del governo nigeriano a ritrovare le ragazze e riportarle a casa”.

Michelle aveva già dato la sua solidarietà alle ragazze sequestrate scrivendo di suo pugno un ‘tweet’ e con una sua foto con la scritta ‘BringBackOurGirls’, il leitmotiv della campagna internazionale per il rilascio delle ragazze. Secondo Michelle ciò che è successo  in Nigeria non è un incidente isolato ma si ripete ogni giorno mentre ragazze nel mondo rischiano la vita per perseguire le loro ambizioni.

E’ la storia di ragazze come  Malala a cui un talebano aveva sparato alla testa perchè aveva parlato a favore dell’istruzione. Anche la presidente della Camera Laura Boldrini si è associata all’appello che gira in rete, “hanno l’età delle nostre figlie,ragazze sequestrate solo perchè hanno la colpa di studiare, una storia  scandalosa sulla quale è necessario che ci sia la più ampia condivisione e mobilitazione ad ogni livello”.

Lunedi il ministro degli esteri  Federica Mogherini porterà la questione a Bruxelles.

omicidio roma afgano arrestoAfgano fermato a Roma – La Polizia delle Comunicazioni ha arrestato a Roma un cittadino afgano ritenuto responsabile di aver ucciso la moglie di 17 anni e di aver rapito la figlia di due lo scorso 12 giugno in Norvegia, precisamente ad Oslo. A riferire la notizia è la Polizia di Stato, che con grande soddisfazione e grande abilità è riuscito a scovare l’uomo che si era nascosto, o meglio rifugiato, in Italia.

Operazione della Polizia delle Comunicazioni

L’uomo, un afgano, era riuscito a fuggire dalla Norvegia attraversando diversi paesi dell’Europa, arrivando in Italia. La Polizia delle Comunicazioni però, grazie ad un’indagine capillare, è riuscita a mettersi sulle tracce dell’uxoricida e a fermarlo. L’afgano è stato rintracciato grazie alla geolocalizzazione del dispositivo radiomobile ed è stato fermato ed arrestato con l’accusa di omicidio e rapimento di minore.

Siria-rapiti-tre-tecniciMario Belluomo, un ingegnere italiano ed altri due tecnici, di cui non è certa ancora la nazionalità, sono stati rapiti in Siria. L’uomo, un tecnico di Catania, lavora nell’acciaieria Hmisho, a Latakia, è stato sequestrato nella zona di Tartus, a Nord di Damasco. L’Unità di crisi della Farnesina ha da subito condotto degli approfondimenti, attivando inoltre i canali per i necessari interventi a favore del connazionale rapito, informando anche i familiari dell’interessato, con i quali continua a restare in contatto. Il capo della diplomazia italiana ha dichiarato, in merito a questo episodio, quanto segue: “Anche in questo caso, in raccordo con tutte le strutture dello Stato coinvolte, stiamo lavorando con il massimo impegno e con la stessa dedizione con cui le nostre Ambasciate e Consolati quotidianamente prestano assistenza ai connazionali in difficoltà, anche in regioni e situazioni a rischio”

Il ministro degli Esteri Giulio Terzi che sta seguendo personalmente il caso, attraverso l’Unità di crisi, ha dichiarato. “In tutti questi casi l’incolumità del connazionale è la nostra priorità assoluta ed è indispensabile tenere il massimo riserbo” ribadendo “stiamo lavorando con il massimo impegno”.

Il KRQE News rivela che un certo Dana Martin, un assassino già condannato ed incarcerato in una prigione del New Mexico, aveva pianificato il rapimento e la castrazione di Justin Bieber, sempre secondo quanto rivelato da KRQE News, Martin sarebbe infatti ossessionato da Justin Bieber ed avrebbe un suo tatuaggio sulla gamba. L’uomo che al momento si trova nello stato di detenzione per aver stuprato ed ucciso una 15enne nel 2000, aveva organizzato un piano per portare a termine la sua ossessione, per questo aveva persino reclutato un altro carcerato, Mark Staake con il compito di aiutarlo una volta uscito di prigione.

Staake ed il nipote Tanner Ruane, anche lui coinvolto in questo sconvolgente progetto, avrebbero dovuto mettere in atto il piano lo scorso mese a New York. Martin ha invece deciso di confessare tutto alla polizia, rivelando alle forze dell’ordine l’intero piano: rapire Bieber e il suo bodyguard, strangolari con delle cravatte e castrarli. Non è ancora chiaro il perché Martin abbia deciso di confessare, ma il risultato è che Staake è stato arrestato proprio quando aveva già raggiunto New York.