Filippo Timi è difficile da descrivere, non si sa se è uno scrittore, un regista, un attore, un eterosessuale? Gay? Bisex? ,pittore,sceneggiatore, quasi cieco, be’ si, tutto questo e molto altro è proprio Filippo Timi. Uno splendido quarantenne che ha fatto quasi tutto!
Provate a chiedergli un autodefinizione, vi risponde citando un brano del suo primo libro scritto dieci anni fa, e si racconta così:
Il libro s’intitola “Tuttalpiù muoio”. Il brano racconta di un ragazzo — lui — che prendeva l’ecstasy. “. Sì ma ora è perlomeno benestante…. “Sì, vabbè, ma le droghe, comunque, non mi appartengono. Sa come me li godo i miei soldi? Che ho rifatto i termosifoni e le finestre nella casa dei miei genitori.
E il regalo l’ho fatto a me, non a loro. E l’altro regalo l’ho fatto sempre a me: ora vado al supermercato e mi compro la pasta: prendo il primo pacco che trovo costi quel che costi. Prima andavo a comprare la pasta con una lente d’ingrandimento, come quella di Sherlock Holmes, lo sa che io quasi non vedo?, e grazie alla lente scoprivo quella pasta che costava meno”
Come fa un attore a essere quasi cieco? Vedo non con gli occhi, ma con il cervello. Immagino e costruisco. Magari vedo nella mia testa quello che vedete voi con i vostri occhi”.
Grande Ego “Se fai l’attore — dice Timi — non puoi non avere un ego sfrenato. Vedi sullo schermone del cinema la tua faccia in primo piano… senti la tua voce che riempie la sala del teatro in cui tu sei Don Giovanni in mutande ma con addosso un cappotto che pesa trenta chili… Ricevi email di giovani donne che ti dicono: sei “sdraiabile”, oppure: so che hai poco tempo libero ma hai detto che il tempo per l’amore si trova sempre, se vuoi anche io il tempo lo trovo… Ma il mio Ego è così grande che ci sta dentro tutto il mondo che mi circonda.
C’è posto per tanti, non soltanto per me”. Per fortuna che poi l’Ego di Timi si smoscia: “Quando esagero penso: chi credi di essere? Tu fai la cacca come tutti gli esseri umani. Sei come gli altri. Sogna pure che un giorno qualcuno con il suo accento americano, al Dolby Theatre di Los Angeles con una statuetta in mano, quella dell’Oscar, dirà di te: the winner is… “Failippi Taimi”. Chi se ne frega se storpiano il mio nome, ma ho vinto l’Oscar. No, Filippo, torna indietro: pensa che fai la cacca come tutti gli altri”.
E la politica: “Sono sinistroide. Ma gli estremisti sbagliano. Come i religiosi integralisti. Di tutte le chiese. Mi piace l’ideologia della tolleranza. Sono nato a Ponte San Giovanni, a quindici chilometri da Assisi. A quindici chilometri da San Francesco. Mi piacciono quelli come lui. A piedi scalzi. Già vivere è un casino. Se riesci a vivere con amore è meglio. E se riesci a vivere a piedi scalzi meglio ancora”