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20150121_20150106_martina-levato-acidoIl processo a Martina Levato era decisamente atteso, non solo dalle parti in causa ma anche dall’opinione pubblica generale. Si è trattato di un caso molto controverso, in quanto la ragazza, bocconiana doc, aveva assalito negli anni scorsi numerosi ragazzi con l’acido, sfigurandone alcuni al volto e segnando in questo modo le loro vite per sempre. Non solo, in quanto la Levato aveva anche cercato di evirare un ragazzo e fatto passare per violenza subita l’attacco, il tutto in collaborazione con il fidanzato del tempo, il broker Alexander Boettcher.

La parabola si è quindi conclusa ieri, con sedici anni di reclusione per Martina Levato, e 9 anni e 4 mesi per il complice Andrea Magnani. Questa è stata la decisione del gip di Milano Roberto Arnaldi, che ha messo la parola fine ad uno dei processi più seguiti degli ultimi anni.

All’ex studentessa è stata contestata l’associazione a delinquere, in quanto è stato dimostrato che la Levato, assieme ai suoi complici, aveva messo in atto una sorta di rito di purificazione ai danni dei malcapitati ex fidanzati, decidendo di comune accordo di impiegare l’acido per sfigurarli. Si tratta di un capitolo molto triste, in quanto la Levato dovrà ora scontare molti anni di carcere e soprattutto risarcire le vittime con un milione di euro a testa. 50mila euro sono invece stati stanziati come risarcimento al ragazzo che ha scampato per un soffio l’evirazione.

Follia e autodistruzione si leggono nelle pagine di questo processo controverso, che ha purtroppo rovinato la vita di alcuni ragazzi che avevano un futuro davanti a loro e che ora sono costretti a tante operazioni chirurgiche e a reinventarsi la vita a causa di una follia e di un comportamento criminoso messo in atto da persone della Milano bene, di studenti di una facoltà prestigiosa e stimata quale la Bocconi.

Il processo si è quindi concluso fra le lacrime dell’imputata e la soddisfazione delle vittime e delle loro famiglie. Il broker Alexander Boettcher non ha scelto il rito abbreviato, quindi il processo è a dibattimento davanti ai giudici dell’undicesima sezione penale di Milano e la prossima sessione è prevista per venerdì 15 gennaio.

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Proteste e disperazione oggi da parte dei familiari delle vittime del processo Eternit. La Corte di Cassazione, infatti, ha annullato senza rinvio, dichiarando prescritto il reato, la sentenza di condanna per il magnate svizzero Stephan Schmidheiny nel maxiprocesso Eternit.

Nessuna possibilità neanche per i familiari delle vittime e per le comunità locali di ottenere i risarcimenti richiesti. La prescrizione, infatti, è maturata già al termine del primo grado. La decisione della Cassazione ha ovviamente suscitato moltissime proteste: “Vergogna, vergogna!” hanno detto in tanti, urlando dopo la lettura del verdetto. Dal canto suo, il magnate svizzero Schmidheiny dichiara «Ora basta processi ingiustificati».

Intanto a Casale Monferrato, nell’Alessandrino (dove si trova uno degli stabilimenti Eternit), è stato indetto il lutto cittadino dal sindaco, Titti Palazzetti, che questa mattina sarà in piazza con i suoi concittadini per protestare contro questa sentenza ingiusta e incredibile. Il sostituto procuratore della Cassazione Francesco Iacoviello aveva chiesto la prescrizione per il maxi-processo Eternit per disastro ambientale. E’ stata così annullata la condanna di 18 anni di carcere per l’unico imputato. Finisce così, tra le lacrime e la delusione non solo dei familiari delle vittime, la più grande causa mai intentata in Europa e al mondo sul fenomeno dei danni alle persone e alle cose provocati dall’amianto. Circa un migliaio le persone lese, soprattutto malati di mesotelioma, eredi dei defunti ed amministrazioni locali.

Schmidheiny, nei precedenti gradi di giudizio, era stato condannato per disastro ambientale, per le attività dei suoi stabilimenti Eternit di Casale Monferrato (Alessandria), Bagnoli (Napoli) e Rubiera (Reggio Emilia). «Eternit, ingiustizia è fatta», questo hanno scritto i familiari delle vittime su uno striscione esposto davanti alla Cassazione. «La decisione della Suprema Corte conferma che il Processo Eternit, nei precedenti gradi di giudizio, si è svolto in violazione dei principi del giusto processo. Schmidheiny si aspetta che ora lo Stato italiano lo protegga da ulteriori processi ingiustificati e che archivi tutti i procedimenti in corso», afferma un portavoce del magnate svizzero.

caso cucchiNon è del tutto soddisfatta Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, nonostante la procura di Roma e il suo capo procuratore, Giuseppe Pignatone, abbia promesso di rivedere le carte di tutta l’inchiesta che ha riguardato la morte di Stefano. Il magistrato ha infatti difeso i pm che avevano condotto le indagini, Vincenzo Barba e Maria Francesca Loy, nell’occhio del ciclone delle polemiche da quando, qualche giorno fa, era stata emesso il verdetto di assoluzione per tutti gli imputati.

«Godono della mia piena fiducia, hanno fatto un lavoro egregio», afferma infatti Pignatone. Ilaria, che con i magistrati si è scontrata più volte, ha affermato: «Non sono passate nemmeno due ore e il procuratore capo di Roma ha già capito che i pm Barba e Loy hanno fatto un ottimo lavoro. I casi sono due: o il dottor Pignatone è riuscito in nemmeno due ore a studiare alla perfezione tutto il fascicolo oppure forse oggi abbiamo perso tutti del tempo».

Ci sarà comunque una revisione di tutta l’inchiesta da parte del procuratore, e forse potrebbero finire nel mirino anche i carabinieri che nel 2009 arrestarono Stefano Cucchi e lo condussero in tribunale. Oltre a loro, saranno riviste le posizioni dei medici del Fatebenefratelli e di Regina Coeli, i quali lo visitarono senza accorgersi del pestaggio che Stefano aveva presumibilmente subito. Pignatone afferma ancora: «Procederemo a una rilettura complessiva degli atti dell’inchiesta, dal primo all’ultimo foglio, per le eventuali posizioni che non sono state oggetto di processo». Il procuratore vuole comunque attendere anche le motivazioni della sentenza d’appello, prima di decidere se formalizzare una nuova indagine. Intanto sono molte le manifestazioni di solidarietà per la famiglia di Stefano, tra cui anche una lettera di Adriano Celentano al giovane: «Ciao Stefano! Hai capito adesso in che mondo vivevi? Certo dove sei ora è tutta un’altra cosa. L’aria che respiri ha finalmente un sapore. Quel sapore di aria pura che non ha niente a che vedere con quella maleodorante che respiravi qui sulla terra».

oscar pistoriusSi conclude oggi un processo che ha colpito per la sua singolarità. Oscar Pistorius, il campione paralimpico, é stato condannato a cinque anni di carcere per omicidio colposo. A condannarlo è stato il giudice Masipa in un’udienza del tribunale di Pretoria. L’accusa è di aver ucciso con quattro colpi di pistola la fidanzata Reeva Steenkamp, dopo averla scambiata per un intruso entrato in casa.

Il giudice ha deciso di escludere sia la pena dei servizi sociali, ritenuti insufficienti, sia quella prolungata di dieci anni, ritenuta troppo crudele. L’avvocato dei familiari della ragazza si è detto soddisfatto della sentenza; nessuna dichiarazione, invece, da parte di Pistorius e dei suoi legali.

A Pistorius erano stati addebitati altri 3 anni di reclusione per il possesso illegale di armi da fuoco, ma la pena è stata sospesa con la condizionale. Un altro sconto di pena arriva con gli arresti domiciliari: Pistorius infatti sconterà in cella solo 10 mesi dei 60 previsti. Dopo otterrà gli arresti domiciliari e tornerà a casa dallo zio.

Successe tutto il giorno di San Valentino di un anno fa: Oscar uccise la fidanzata Reeva sparando quattro colpi attraverso la porta del bagno della sua camera da letto. Pistorius dichiarò di aver sparato per sbaglio, credendo che si trattasse di un ladro. L’accusa ha sempre sostenuto, invece, la tesi dell’omicidio premeditato. Il processo, iniziato a marzo di quest’anno, si è concluso oggi, con una sentenza che certamente farà discutere.

«Ho valutato la gravità del reato», ha dichiarato la giudice Masipa, 67 anni: «Con un’arma letale, un’arma da fuoco carica l’accusato ha sparato non una, ma quattro volte». Non è stata riconosciuta però l’accusa di omicidio premeditato, che avrebbe potuto tenere in carcere l’atleta per ben 25 anni.

Già il mese scorso comunque la giudice aveva stabilito la non intenzionalità dell’atleta, che comunque ha agito con negligenza e forza eccessiva.

29940927Il tribunale di Monaco, in Germania, ha archiviato il processo per corruzione contro Bernie Ecclestone in cambio di un pagamento di 100 milioni di dollari (pari a 74,5 milioni di euro).
Il caso riguarda un pagamento di 44 milioni di dollari al banchiere tedesco Gerhard Gribkowsky, in carcere per una condanna a otto anni e mezzo per avere accettato tangenti.
Con questa archiviazione, Ecclestone resta incensurato e potrà continuare a stare alla guida della Formula 1. Ecclestone, ha rischiato dieci anni di carcere.

Il giudice Peter Noll, ha chiarito che il pagamento deve essere effettuato entro una settimana. “Ha i mezzi per avere quei soldi in modo tempestivo?”, ha chiesto Noll, ricevendo un “sì” come risposta dall’imputato.

“In base dell’età avanzata dell’imputato, che ha 83 anni, la lunga durata del processo in corso e altre circostanze attenuanti, l’archiviazione sarebbe giustificata”, ha detto stamane il procuratore Christian Weiss.

Il legale di Ecclestone, Sven Thomas, ha voluto mettere in chiaro durante una pausa dell’udienza odierna che “questo non è un affare. Non ha niente a che vedere con l’acquisto della libertà”.

Secondo l’articolo 153a del Codice di procedura penale, infatti, con l’approvazione del giudice la procura ha facoltà chiudere il procedimento se l’imputato versa una cifra concordata o presta servizi sociali.

”Ho la sensazione che sia sollevato”, ha aggiunto il difensore, descrivendo la reazione dell’83enne britannico, che ha lasciato l’aula di giustizia senza commentare.

berlusconi-silvio-forza-italia-e1400658629749Berlusconi assolto, questa la decisione dei giudici della Corte d’appello di Milano nell’ambito del processo Ruby. L’ex premier era accusato di concussione e prostituzione minorile in primo grado era stato condannato a 7 anni.
Il leader di Forza Italia è stato assolto dal reato di concussione perché “il fatto non sussiste” mentre per il reato di prostituzione il fatto “non costituisce reato”. Per l’ex presidente del Consiglio il sostituto pg di Milano, Piero De Petris, aveva chiesto di confermare i 7 anni di carcere inflitti in primo grado.

La decisione dei giudici della Corte d’appello per il processo Ruby irrompe nell’aula del Tribunale alle 13 e in diretta tv.

“Il fatto non sussiste” (concussione) e “il fatto non costituisce reato” (prostituzione minorile). Silvio Berlusconi incassa nella sua carriera di imputato una assoluzione piena. Ed è un verdetto che arriva dai tanto vituperati magistrati di Milano.

“È una sentenza che va oltre le più rosee previsioni”, esulta l’avvocato Coppi. Berlusconi negli stessi minuti della lettura del verdetto lasciava la Sacra Famiglia di Cesano Boscone (dove è assegnato ai servizi sociali per la condanna definitiva a 4 anni per i diritti tv Mediaset) senza rilasciare dichiarazioni.
Ha solo fatto fermare l’auto, abbassando il finestrino, per salutare la “pasionaria”, la sua sostenitrice a cui ha stretto la mano ringraziandola.
Forza Italia canta vittoria: Finalmente giustizia, c’è un giudice a Berlino, speriamo che sia la fine di una persecuzione giudiziaria, esultano gli azzurri. Michaela Biancofiore, parlamentare FI e responsabile nazionale Risorse Umane afferma:

“Emozione e soddisfazione sono i sentimenti che caratterizzano questi minuti tutti passati dalla notizia di assoluzione nel processo Ruby di Silvio Berlusconi . Sentimenti condivisi da tutto il popolo azzurro dal quale piovono messaggi di amore e felicità per Berlusconi”.

“Ma credo che la cosa più importante da sottolineare è che esiste una giustizia giusta anche in Italia e che questa sentenza restituisce grande fiducia nella magistratura e onore al pluri-presidente del Consiglio e all’Italia”.

ruby-3-570719_0x410Karima el Mahroug ha rilasciato un’intervista esclusiva al settimanale “Diva e donna”, in edicola domani,parlando della sua vita e della sua bambina, confessando anche gli scheletri nell’armadio la giovane rivela di aver tentato il suicidio ma commenta anche il processo in cui Silvio Berlusconi è stato condannato per prostituzione minorile e concussione a 7 anni.

“Ho sempre creduto che la verità venisse a galla. Visti i recenti sviluppi sinceramente ho sempre meno speranze, una volta ho sentito dire: dato che non ci sono prove lo condanneranno. Per me è vero, andrà così: il processo resta un’enorme bufala”.

“Non ho mai pensato di scappare in Messico, rimarrò qui finché non si concluderà il procedimento. Voglio metterci la faccia e continuare la mia vita: Silvio mi ha fatto solo del bene”.
Sull’arringa del sostituto procuratore generale Piero De Petris ha detto: “Un’altra persona intelligentissima che si è persa dietro una vicenda folle”.

Ruby ha poi rivelato di aver tentato il suicido: “Non l’ho mai raccontato ma una volta, prima di rimanere incinta, ho avuto un crollo. Mi sono sentita sola, abbandonata a me stessa e ho pensato di farla finita. Anzi, ci ho anche provato. Sono finita all’ospedale. Sentivo il mondo contro di me. Contro Ruby, il mostro. Poi è nata Sofia: la mia bambina mi ha dato la forza di andare avanti”.

Di Francesca Pascale ha detto: “Non l’ho conosciuta, ma sono felice che il presidente abbia di nuovo una compagna. Mi sembra una donna forte ed è proprio quello di cui lui ha bisogno in questo momento”.

E su Matteo Renzi: “Mi piace: non mi sono mai interessata di politica, ma credo che sia l’unico che possa sostituire Berlusconi. Per la prima volta un grande comunicatore come lui. E un uomo concreto”.

E alla domanda se è più bello Silvio o Matteo, ha risposto: “È oggettivo: Matteo perché è più giovane”.

oscar_pistorius_27591Serata movimentata in un locale chic di Johannesburg per Oscar Pistorius, il campione sudafricano a processo dallo scorso mese di marzo per l’omicidio della sua fidanzata Reeva Steenkamp.

Secondo il quotidiano sudafricano, Pistorius si trovava nella sezione VIP di una discoteca chic di Johannesburg quando ha avuto un alterco con Jared Mortimer.

Sui motivi del diverbio sussistono versioni contrastanti. La portavoce della famiglia Pistorius, Anneliese Burgess, ha rilasciato agli organi di stampa la seguente dichiarazione:
“Oscar si trovava nel privé del locale insieme a suo cugino, quando il signor Mortimer ha iniziato ad offenderlo su argomenti relativi il processo.”
A fronte di tali offese, Pistorius avrebbe semplicemente chiesto di “essere lasciato in pace”.

Diametralmente opposta la versione fornita dallo stesso Mortimer. Quest’ultimo ha riferito di essere stato insultato da un Pistorius visibilmente ubriaco, il quale l’avrebbe così apostrofato:

“Ecco l’infame Mortimer, un altro di quelli che mi hanno voltato le spalle.”

Ma non è finita qua. Sempre secondo le parole di Mortimer, l’ex campione paraolimpico avrebbe quasi minacciato il suo oppositore, facendo appello al potere detenuto dalla sua famiglia, tale da influenzare le forze dell’ordine e addirittura il presidente sudafricano Jacob Zuma. Da lì le cose sarebbero degenerate molto in fretta:
“Mi ha tirato un cazzotto in pieno petto e mi ha preso per il collo, iniziando a dirmi che non sarei mai stato alla sua altezza.”
Mortimer avrebbe poi risposto all’assalto fisico spintonando Pistorius e facendolo cadere a terra, momento in cui sarebbero intervenuti i buttafuori del locale.

Pistorius continua a far parlare di se in modo negativo, intanto, ha ricominciato a utilizzare il proprio profilo Twitter per pubblicare salmi della Bibbia e sue foto con bambini disabili.

Il processo per l’uccisione della fidanzata riprenderà il prossimo 7 agosto.