Il Santo Padre andrà in visita in Terra Santa dal 24 al 26 maggio, lo ha comunicato il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, sottolineando che il Papa si sposterà nelle tre tappe del viaggio, Giordania, Palestina e Israele, con auto normale o jeep aperta. I momenti previsti per la jeep scoperta sono due: allo stadio di Amman, in Giordania, durante la messa del sabato pomeriggio e, la mattina dopo, domenica, sulla piazza della Mangiatoia a Betlemme, in Palestina. Tranquilli,” sarà un viaggio molto intenso ma sicuro” ha rassicurato Lombardi. E a chi domandava se vi fosse preoccupazione per gli atti di vandalismo contro i luoghi cristiani da parte di estremisti israeliani, ha risposto che tutto rientra nella norma e alla fine “il viaggio si svolgerà in un clima sereno: non abbiamo motivo di dubitarne”.
Il motivo che porta Papa Francesco a compiere questo viaggio in Terra Santa è storico e commemorativo: esattamente cinquant’ anni fa Papa Paolo VI incontrava per la prima volta il Patriarca Atenagora. “Presso il Santo Sepolcro – ha spiegato lo stesso Bergoglio – celebreremo un incontro ecumenico con tutti i rappresentanti delle Chiese cristiane di Gerusalemme, insieme al Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli”.
Bergoglio è il quarto Papa ad andare in Terra Santa, nel 1964 Paolo VI, dopo la seconda sessione del Concilio Vaticano II, andò nella terra in cui, per i cristiani, Gesù diede a Pietro il compito di “confermare i fratelli nella fede”. Nel 2000 fu Giovanni Paolo II a ripercorrere in un lungo pellegrinaggio le strade della Terra Santa. Nel 2009 fu Benedetto XV ad andare in Terra Santa, storico il suo appello per la pace tra israeliani e palestinesi, “ambedue i popoli possano vivere in pace in una patria che sia la loro, all’interno di confini sicuri e internazionalmente riconosciuti”.
Ancora una volta Bergoglio ci sorprende e ci affascina con il suo modo di fare , la sua voglia di stare a stretto contatto con tutta la gente , senza nessun filtro, neanche un vetro, quelle mani rivolte verso di Lui le vuole toccare, sentire il calore e l’amore che lo circonda e infondere speranza con il suo sorriso,le sue preghiere, la sua benedizione.
Papa Francesco in questo viaggio ha deciso di includere nella delegazione pontificia anche un rabbino e un imam, entrambi amici argentini dai tempi di Buenos Aires.