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  Papa Francesco contro ogni povertà. Il nuovo Pontefice ha incontrato il Corpo Diplomatico nella Sala Regia esprimendo ancora una volta il suo desiderio di lottare contro ogni tipo di povertà nel mondo. “Quanti poveri ci sono ancora nel mondo“, ha detto papa Francesco, chiedendo di “custodire chi soffre per l’indigenza“. Il Pontefice ha voluto poi ricordare sia San Francesco che papa Benedetto, il primo per la lottà alla povertà materiale, il secondo per la lotta a quella spirituale contro la dittatura del relativismo.

Come accaduto durante l’incontro tenutosi nella Sala Clementina, anche questa volta il nuovo Pontefice ha preferito un semplice seggio bianco posto su di una piccola pedana al tradizionale e ben più sfarzoso trono.

Italia-alto-rischio-povertàDal rapporto sulla coesione sociale svolto da Istat, Inps, ministero del Lavoro emerge che l’Italia è sempre più alto il rischio povertà. Dal rapporto Istat si registra che l’indicatore sintetico “Europa 2020” è cresciuto dal 26,3% del 2010 al 29,9% del 2011. La variazione negativa di 3,3 punti percentuali è la più elevata registrata nei Paesi dell’Ue. Oltre due milioni e 700mila sono le famiglie che vivono in condizione di povertà relativa che rivela alcuni segnali di miglioramento in particolare fra gli anziani; anche se le condizioni economiche più critiche si conservano soprattutto nel Mezzogiorno, dove risulta relativamente povero il 24,9% degli anziani (7,4% quelli assolutamente poveri).

Le persone senza dimora rappresentano lo 0,2% della popolazione regolarmente iscritta presso i comuni considerati dall’indagine Istat, ed in questo gruppo sono inserite persone non iscritte in anagrafe o residenti in comuni diversi da quelli dove si trovano a gravitare. Sono senza dimora per lo più uomini (86,9%) e la maggioranza di loro ha meno di 45 anni (57,9%), nei due terzi dei casi hanno conseguito al massimo la licenza media inferiore mentre il 72,9% dichiara di vivere solo. In quasi sei casi su dieci si tratta di stranieri; inoltre la distribuzione delle persone senza dimora sul territorio italiano dipende sostanzialmente dalla loro concentrazione nei grandi centri: Milano e Roma accolgono infatti  il 71% delle persone senza dimora.

 

Italia: sempre più alto il rischio povertà, infatti circa otto milioni di pensionati percepiscono un assegno sotto i mille euro. Il 75% dei pensionati percepisce solo pensioni di tipo invalidità, vecchiaia e superstiti, il restante 25% riceve pensioni di tipo indennitario ed assistenziale, eventualmente cumulate con pensioni “classiche”. Il 28,3% dei pensionati risiede nel Nord Ovest, il 20,1% nel Nord Est e nel Centro, il 21,2% nel Sud e il 10,2% nelle Isole.

Sono 417mila i bambini del sud Italia a vivere in condizioni di povertà assoluta: in un solo anno, tra il 2010 e il 2011, le famiglie povere con bambini sono aumentate del 2%. Questi dati allarmanti sono stati esposti dal rapporto “Fare Comunità Educante: la Sfida da Vincere” presentato oggi a Napoli da Crescere al Sud, la rete di associazioni ed organizzazioni promossa da Save the Children e Fondazione con Il Sud, il cui intento è quello di promuovere e tutelare i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Nei Comuni del Mezzogiorno la spesa sociale per i minori è la più bassa in Italia, con una media di 61 euro a bimbo rispetto ai 282 dei Comuni di Emilia Romagna o i 262 del Veneto. Solo cinque bambini su dieci hanno accesso agli asili nido pubblici o servizi integrati, mentre il tasso di dispersione scolastica registra il 20%. Povertà e disagio colpiscono in particolare chi è più vulnerabile, come le mamme con meno di 20 anni soprattutto al sud (3,38% a Napoli contro lo 0,97% di Milano). La spesa sociale comunale per i minori è la più bassa d’Italia, 61 euro in media nelle principali regioni meridionali (solo 25 in Calabria) contro i 282 dell’Emilia Romagna o i 262 del Veneto.

 

Per far fronte a questi disagi è necessario, si legge nel rapporto Save The Children, prevedere “un impiego specifico in favore dell’infanzia dei nuovi fondi europei da negoziare per il periodo 2014-2020”, ma anche “scorporare la spesa per i più piccoli dal patto di stabilità”. Il direttore dei Programmi Italia-Europa di Save The Children, Raffaela Milano, ribadisce inoltre di “far rientrare l’asilo nido a pieno titolo nel sistema educativo come diritto soggettivo per tutti ed estendere con la dovuta copertura finanziaria da parte dello Stato, il tempo scuola che al sud è estremamente ridotto rispetto alle regioni settentrionali”.