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laura cocciaE’ un invito a non vergognarsi della propria fisicità e a non cadere in trappole di falsi miti, quello fatto ieri dalla deputata Pd Laura Coccia, ex atleta e disabile che ha scelto di immortalarsi con un selfie pubblicato sul social Facebook. La foto non ha coperto in nessun modo le sue cicatrici ed è stato accompagnato con le toccanti parole “A te ragazza disabile che soffri perché non potrai mettere i tacchi e ti vergogni di qualche cicatrice sparsa qua e là. A voi che pensate di non poter reggere il confronto con i modelli di donna stereotipate e con i tacchi a spillo. Sappiate che anche ‘bella’ è solo un aggettivo ed anche soggettivo, non c’è mai nulla di cui vergognarsi nel proprio fisico”.

Si tratta di un messaggio molto forte e sentito, che non a caso è giunto qualche giorno dopo l’incoronazione di Miss Italia, un concorso che certamente ha fatto sognare intere generazioni di ragazze, ma che si propone agli antipodi di questa presa di posizione. Miss Italia ha eletto in questa edizione una ragazza molto bella e iconica dell’italianità, ma si tratta pur sempre di modelli che non rispecchiano la bellezza generale delle persone, di ragazze fortunatissime che dispongono di visi incantevoli associati a corpi armonici. Il messaggio del deputato Pd ha quindi voluto scavalcare la mera bellezza fisica e concentrarsi su un contenuto che interessa la bellezza intesa in senso globale e che coinvolge la presenza di imperfezioni e il coraggio di esibirle senza provare vergogna.

La deputata Laura Coccia è colpita da una tetraparesi spastica che non si può nascondere in alcun modo e che l’ha portata a soffrire in giovane età di un profondo senso di insicurezza. Grazie allo sport, all’atletica e ad un percorso psicologico mirato, Laura Coccia è però riuscita ad emergere, a diventare deputato e quindi a costruirsi un presente ricco di soddisfazioni. Si tratta di un presente che deve essere ambito dalle ragazze che non possono sfoggiare la bellezza di Miss Italia, in quanto si tratta di un percorso diverso, ma non per questo meno bello o entusiasmante. Nel 1999 Laura Coccia fu la prima atleta disabile a correre la finale nazionale dei 400 metri piani ai Giochi della Gioventù assieme agli atleti normodotati. Una volta raggiunto il traguardo Laura fu inondata di applausi e, se inizialmente pensava che fossero mossi dalla pena, l’attuale deputata ha capito che si trattava di un inno al suo coraggio. Il messaggio lanciato sui social si propone quindi come un invito a non nascondersi, ma a vivere un’esistenza bella e pulita in nome di una bellezza autentica, che può comprendere anche imperfezioni, problemi fisici e disabilità.

E’ tempo di smetterla con i mugugni: questo è quello che ha detto Renzi mentre attaccava i magistrati. A buona ragione bisogna aumentare le sentenze e fare meno spettacolo, tagliando via le interviste LIVE in televisione. La cosa ha naturalmente preso una certa piega se consideriamo i recenti eventi come omicidi al di fuori della sensibilità umana e scioperi che sono stati causati proprio per una mancanza adatta di comunicazione fra sindacati e magistrati.

“Anche i forconi oggi potrebbero andare a Chi l’ha visto, ed il talento di Beppe Grillo è stato restituito alla comicità alla quale era più legato. In bocca al lupo per il suo tour” sono le dure parole che hanno accompagnato tutt’oggi quello che è stato detto da parte di Renzi, il quale ha definito che il PD “Non è un partito della nazione perché immagina chissà quale strane mutazioni genetiche. Il PD non si accontenta di vedere i sogni dell’Italia stuprati da anni di mal governo”.
Le tensioni sono alte: misure drastiche sembrano necessarie per rimettere in sesto un’Italia strappata fra violenza e sofferenza, dettata da un’economia ormai al fondo del pozzo.

Ma no al Diktat, una misura dalla quale non si può fare più ritorno. “Chi vuol cambiare il segretario può aspettare fino al 2017, chi vuol cambiare il capo del governo si metta il cuore in pace, se ne parla al 2018. Ma soprattutto: chi vuole cambiare l’Italia non perda un secondo”.

Massimo D’Alema non era presente all’assemblea del PD. Un’assemblea fatta di severità e durezza granitiche che nei veri termini del nostro paese è sempre qualcosa che prima o poi verrà fatta in ambito delle attuale tensioni. Mancava anche Pier Luigi Bersani, ma questo a causa di un mal di schiena che l’ha costretto a rimanere a casa. Non c’è nessuna polemica su tutto questo, come detto dai “suoi”. E’ in programma un’intervista TV, ma come già detto: bisogna agire di più, spettacolizzare di meno.

CONVEGNO CONTRO IL RAZZISMODopo una riunione di due ore i 14 senatori che avevano deciso di sospendersi per contestare la sostituzione di Chiti e Mineo in Commissione Affari Costituzionali, decidono di rientrare nel gruppo del PD.
La presidente della Commissione Affari Costituzionali, Anna Finocchiaro ha commentato:  “E’ davvero un’ottima notizia. Ora il Pd è più forte, E’ importante che i dem arrivino uniti alla discussione sulle riforme.

In una nota congiunta i senatori Chiti, Corsini, D’Adda, Dirindin, Gatti, Giacobbe, Lo Giudice, Micheloni, Mineo, Mucchetti, Ricchiuti, Tocci, Turano, dichiarano “Abbiamo preso atto delle dichiarazioni del presidente del gruppo Pd del Senato, Luigi Zanda.

Le riteniamo positive su due punti di grande rilievo, riteniamo non positiva, invece – sottolineano i 14 senatori Pd – la decisione di confermare le sostituzioni di Corradino Mineo e di Vannino Chiti nella Commissione Affari Costituzionali. Con questa seria riserva, riteniamo che le dichiarazioni del presidente Zanda ci consentano comunque di riprendere il lavoro all’interno del gruppo Pd del Senato”.

La sospensione rientra ma “si continuerà a dar battaglia all’interno del Pd””Abbiamo presentato i nostri 25 emendamenti in commissione -spiega Massimo Mucchetti- e se non verranno approvati, li ripresenteremo in aula. Oggi più che mai, portiamo avanti la nostra battaglia anche perchè le cose sono in movimento. Il governo sta per incontrare i cinquestelle, c’è un dialogo con la Lega… insomma, vediamo che cosa accade”. Quanto alla decisione di rientrare nel gruppo, Mucchetti dice: “Nessuno di noi ha mai pensato di lasciare il gruppo del Pd. Non siamo mica Turigliatto…”Felice Casson non era presente alla riunione perchè impegnato all’estero.

1401983574-0-elezioni-amministrative-2014-ballottaggio-in-8-comuni-sicilianiI risultati del ballottaggio mostrano luci e ombre, una frenata del PD, una piccola grande rivincita dei 5 stelle, e il crollo della destra.

Renzi aveva previsto il crollo dell’affluenza ma di sicuro non aveva previsto il terremoto giudiziario che ha avuto un impatto negativo sul ballottaggio, la ferita più bruciante per il PD è la perdita di Livorno roccaforte rossa da sempre, ma l’amarezza è anche per la sconfitta a Padova e Perugia, anche se il PD è passato da 15 a 19 comuni capoluoghi amministrati.

ll Pd si conferma a Bari, strappa sette città al centrodestra (Vercelli, Verbania, Cremona, Biella, Pescara, Foggia e Bergamo) ma perde quattro storiche roccaforti della sinistra (Livorno, Perugia, Padova e Potenza)

Il movimento 5 stelle conquista il comune di Livorno con Filippo Nogarini 44 anni, ingegnere aereospaziale di Castiglioncello sarà sindaco dopo 70anni di conduzione Pc,Pds, Pd. I grillini conquistano anche Civitavecchia dove il candidato pentastellato Antonio Cozzolino ha vinto con il 65%.

Il centrodestra è in crisi e perde una quarantina di città ma a sorpresa riesce a vincere a  Perugia, nella rossa Riccione con Renata Tosi (53,39%) e a Potenza, con la spettacolare rimonta di Dario De Luca (58,54%) in una coalizione guidata da Fratelli d’Italia. 

Nel complesso il PD tiene  guadagnando comuni rispetto all’ultima tornata , e in alcune aree storicamente di centrodestra, come Pavia, è riuscito a vincere anche a Bari Altre vittorie, importanti, del centrosinistra ci sono state a Modena con Gian Carlo Muzzarelli con il 63% dei voti davanti a Marco Bortolotti del M5S , e soprattutto a Bergamo, con il renziano Giorgio Gori che vince con il 53,5%, mentre l’avversario Franco Tentorio (centrodestra) è arrivato al 46,5%. 

Molto bassa l’affluenza alle urne, pari al 49,5%, mentre al primo turno aveva toccato il 70,6% con un calo di oltre venti punti. 

Matteo Renzi – Qualche mese fa è stato ad un passo dal riuscire nell’impresa, ma Bersani riuscì ad avere la meglio diventando il segretario del PD. Dopo poco tempo, le dimissioni. Così, Matteo Renzi, sindaco di Firenze, si candida nuovamente per essere il segretario del PD, proprio come rivelato da lui stesso in un’intervista esclusiva rilasciata per il Corriere della Sera. “Se hanno bisogno di me, me lo diranno”, in sintesi il pensiero di Renzi.

Renzi e la candidatura a segretario del PD

Gli italiani tra l’altro, nei sondaggi, hanno sempre mostrato grande fiducia su Renzi e sui suoi piani per la rinascita di un partito che, diciamocelo, è quasi allo sbando. Ecco dunque le sue parole in merito: “Mi sono stancato di passare per il monello in cerca di un posto, il ragazzo tarantolato con la passione del potere. Se c’è bisogno di me, me lo diranno i sindaci, i militanti. Persone che stimo molto mi consigliavano di non farlo; ora però si vanno convincendo anche loro”.

Renzi – Nonostante il PD sia incaricato di governare, il primo punto ottenuto è stato quello sull’Imu, vero e proprio cavallo di battaglia del PDL e di Silvio Berlusconi. Il PD ha dovuto “inchinarsi” e prendere nota di quanto fatto dal PDL per il rinvio della rata di giugno, ma ora deve cambiare marcia e cominciare seriamente a governare. Il primo passo è quello della riforma elettorale, proprio come ha ribadito ieri il Premier Enrico Letta.

Renzi – PD alzi la voce

E’ questo in sintesi il pensiero del sindaco di Firenze Matteo Renzi che, durante la presentazione a Roma del suo libro ‘Oltre la rottamazione’, ha parlato proprio di questo: “Il PD ha regalato l’Imu al PDL giocando solo di rimessa, ora deve far sentire la sua voce e prendere l’iniziativa. Se ci incaponiamo nei prossimi 18 mesi in una discussione astratta e fumosa, non ci salverà nemmeno Rambo”.

Epifani – In queste ultime settimane si parla molto dell’ineleggibilità o meno di Silvio Berlusconi. La vicenda sta riscuotendo molto interesse, soprattutto da parte del PD. A rispondere a questa vicenda è stato Guglielmo Epifani che, proprio sull’atteggiamento del PD, ha risposto alle domane di Lucia Annunziata durante ‘In Mezz’ora’.

Epifani – battiamo Berlusconi sul piano politico

Epifani spiega quali saranno i passi prima di capire quale sarà la decisione definitiva sull’ineleggibilità del Cavaliere: “Quando la Giunta si insedierà riuniremo tutti i componenti e stabiliremo quale sarà la linea per i nostri parlamentari. Io ritengo che gli avversari politici vadano battuti politicamente: quello che serve è una legge forte sul conflitto di interessi”.

Oggi, domenica 25 novembre 2012 è il giorno del voto per decidere fra i cinque candidati Pier Luigi BersaniLaura PuppatoMatteo RenziBruno Tabacci e Nichi Vendola chi correrà per il governo alle prossime elezioni nazionali. I risultati dovrebbero cominciare a fluire in serata, ma per l’ufficialità bisognerà attendere le prime ore di lunedì 26 novembre. L’opinione di molti è che non ci sarebbe storia per la vittoria finale, con Bersani largamente favorito. Ma Renzi non molla e ci spera. Secondo i sondaggisti, andrà a votare circa un milione di italiani. Si vota dalle 8 alle 20. Possono partecipare gli elettori in possesso dei requisiti di legge e coloro che compiono 18 anni entro la giornata di oggi, i cittadini europei residenti in Italia e i cittadini di altri Paesi con regolare permesso di soggiorno e carta d’identità. E’ possibile fino a oggi iscriversi all’Albo degli elettori. Ci si può preregistrare al sito primarieitaliabenecomune.it. Dopo aver versato un contributo di 2 euro, si riceve un certificato di elettore del centrosinistra presso l’ufficio elettorale. Per votare alle primarie del centrosinistra si deve presentare un documento d’identità, la tessera elettorale e il certificato elettorale della coalizione di centrosinistra.