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papa matrimoni‘L’ingerenza della chiesa cattolica sulle scelte del governo italiano non è corretta e il papa non deve immischiarsi delle cose del governo’. Queste sono state le parole pronunciate da papa Francesco durante il ritorno a bordo del volo Ciudad Juarez Roma allo stato del Vaticano dopo il viaggio che ha toccato il Messico e il Chiapas.

Il pontefice ha riposto ad una lunga intervista che ha toccato anche temi spinosi come le unioni civili. Papa Francesco ha quindi dichiarato di aver detto ai suoi vescovi che ‘Il Papa è per tutti e non può mettersi in politica”, ricordando con queste parole il discorso tenuto in occasione della Conferenza episcopale italiana nel maggio 2013. Durante il viaggio papa Francesco ha infatti risposto alle domande di molti giornalisti, approfittando delle ore di volo per mettere in piedi una vera e propria conferenza stampa.

Quella del pontefice è una posizione chiara, del resto ampiamente ribadita nei mesi scorsi, quando il tema delle unioni civili non era così forte e sentito come in questi giorni, quando il governo italiano sta votando e rivotando per mettere in piedi una legge che l’Europa e il mondo intero chiedono a gran voce.

In tema di politica estera, il papa non ha inoltre mancato di affondare una stoccata al candidato per la Casa Bianca repubblicano Donald Trump, che in questi giorni lo aveva accusato di essere un papa molto politico. Bergoglio ha quindi affermato che chi costruisce muri e non ponti non può affermare di essere un vero cristiano. Si tratta di parole forti, relative alla volontà del partito repubblicano di fermare gli immigrati che continuamente si muovono dal Messico verso gli Stati Uniti per cercare una vita e un futuro migliori.

papa matrimoniIl pontefice sta affrontando la sua visita in Messico e ha raggiunto in questi giorni la comunità del Chiapas, dove è stato accolto con amore e tanti colori. A San Cristobal de Las Casas papa Francesco ha celebrato una messa in onore dei popoli indigeni che abitano queste terre, impiegando le loro lingue originali, ovvero il tseltal, ch’ol e tzotzil. Si è trattato di un forte gesto di rispetto, al quale ha fatto seguito la richiesta di perdono per le incomprensioni e le esclusioni che queste popolazioni hanno subito nel corso della storia, che sono culminate con l’espropriazione delle loro terre.

Centomila persone hanno quindi accolto il papa nel centro sportivo municipale della cittadina in mattinata, dove la maggior parte di esse era arrivata la notte prima e aveva dormito all’aperto, per riuscire a guadagnare un posto in prima fila. Tante sono state le persone che hanno viaggiato per ore su mezzi di fortuna, soprattutto contadini che sono giunti a piedi o con i cavalli per raggiungere il centro abitato e assistere alla messa celebrata dal papa.

Il vescovo degli indios Arizmendi Esquivel ha quindi dato il benvenuto al pontefice indossando il classico poncho sopra la veste talare e l’entusiasmo per questo incontro è stato vero e sentito dalla popolazione, che si è dimostrata grata di aver ricevuto una visita ‘alla fine del mondo’, come vengono chiamate dagli indios le impervie terre del Chiapas.

Papa Francesco ha quindi citato la sua opera Laudato , perché poche terre come il Chiapas sanno vivere in armonia con la natura e gli abitanti devono diventare un esempio per tutte le persone che hanno dimenticato il valore del regno naturale e la sua fondamentale importanza nella vita di ogni giorno. Si è quindi trattato di una visita ricca di simbologia spirituale, apprezzata immensamente dai cittadini e dai tanti abitanti delle terre del Chiapas, che sono accorsi numerosi per salutare il pontefice e partecipare ai riti previsti per l’evento.

papaPapa Francesco è in questi giorni in visita in Toscana, in particolare nelle città di Prato e di Firenze. Si è trattato di un viaggio italiano significativo, in quanto il papa mancava da molti anni da queste città e alta è stata l’attesa da parte della folla. Nella città del tessile, Prato, l’attesa ha infatti coinvolto ben 30mila fedeli, che si sono concentrati nelle vie del centro dove il papa è passato con la sua papa mobile.

Si è trattato di un evento importante, non solo per la città, ma a livello di tessuto sociale, perché negli ultimi anni Prato ha cambiato volto, grazie all’importanza dell’industria tessile che in questo luogo ha condotto moltissimi cittadini di nazionalità straniera, soprattutto cinese, a trasferirsi e stabilizzarsi nel territorio. Le parole del vescovo Agostinelli si sono infatti rivolte a questa trasformazione generazionale e hanno invocato un’unione fra la comunità italiana e quella cinese.

Un grande striscione della Chinatown cattolica è infatti apparso nella piazza del Duomo di Prato e un delegato della comunità cinese ha partecipato alla funzione che si è tenuta nella basilica cittadina. Una visita di unione? Sicuramente sì, in quanto la cittadina toscana aveva sicuramente bisogno di un messaggio di unità e di speranza che potesse accompagnarla in questi anni di radicata trasformazione sociale.

Nel suo discorso Papa Francesco ha inneggiato all’importanza del lavoro, visto come ricerca di verità e ha sottolineato la necessità da parte dei giovani di non abbandonare mai le proprie speranze e di guardare sempre verso un futuro migliore. Il papa ha quindi parlato di lavoro degno e ricordato le vittime cinesi che due anni fa sono decedute per un rogo nella zona di Prato.

Commovente si è rivelato il tragitto lungo le vie principali della città, dove erano accalcati tanti giovani e ragazzi che si erano sistemati in bivacco e che avevano trascorso la notte in una veglia di preghiera. Del resto, la figura papale mancava dalla città di Prato da ben 29 anni, quindi con questa visita il pontefice ha voluto dimostrare la sua vicinanza ad una delle città del nostre paese più particolari come geografia e tessuto produttivo, diventando il simbolo di un’unione fra culture che merita di essere conosciuta e considerata per la sua importanza generazionale.

Pope Francis in CubaIeri papa Francesco è sbarcato a Cuba e ha celebrato la messa nella Plaza de la Revolucion davanti a ben 500mila persone in fremente attesa. Il pontefice ha concentrato la sua omelia e le sue parole sulla necessità di portare avanti una vita autentica, ricca di impegno per il prossimo e basata sul concetto di servizio. Si è trattato di un discorso strettamente legato alla necessità di aiutare gli altri, un fatto che nei paesi poveri chiede di essere sottolineato per non perdere umanità. Il papa ha quindi concentrato le sue parole su questo tema e ha concluso il suo discorso con un accenno politico, affermando che ‘non servono le ideologie ma le persone, e chi non vive per servire non serve per vivere’.

Dopo la messa nella centralissima pizza il papa si è recato a far visita a Fidel Castro e i due hanno avuto un lungo dialogo, quasi quaranta minuti durante i quali era presente anche la moglie di Fidel e in cui sono stati toccati tanti argomenti, con particolare attenzione al tema dell’ambiente. Il papa ha regalato al leader una copia della sua recente enciclica Laudato Si e due libri, uno dei quali sul rapporto fra umorismo e fede; invece il leader maximo ha donato al pontefice un volume dal titolo ‘Fidel e la religione’ un libro speciale che raccoglie un’intervista a Fidel Castro realizzata negli anni Ottanta da un teologo brasiliano. La visita di ieri del papa si è conclusa con l’arrivo al Palacio de la Revolucion e con un lungo dialogo con Raul Castro.

La domenica è stata quindi dedicata alla folla, alle tante persone cubane che sono accorse in Plaza de la Revolucion per sentire le parole del papa. Attesa da tutto il mondo, la messa si è tenuta sotto l’iconografia gigantesca di Che Guevara che campeggia nella piazza e sotto un cartellone gigante che riportava la scritta ‘misonero de misericordia’ con una foto del papa e di madre Teresa di Calcutta, un simbolo che si impegna a diffondere un messaggio di pace e di amore nelle terre americane e caraibiche che il papa sta visitando in questo suo lungo viaggio di fine settembre.

papa matrimoniPotrebbe essere una svolta epocale per tutte le coppie che hanno deciso di annullare il proprio matrimonio non solo davanti alla comunità, ma anche sotto il profilo religioso. Papa Francesco ha infatti presentato una riforma che interessa la nullità dei matrimoni religiosi e che dona ai vescovi locali il potere di diventare giudici e quindi di risolvere le controversie che gli ex coniugi porteranno alla luce per rendere nullo il loro matrimonio celebrato in chiesa. Si tratterebbe di una svolta epocale, in quanto al giorno d’oggi risulta davvero molto difficile, complicato e costoso annullare un matrimonio religioso. Gli ex coniugi sono infatti obbligati a seguire un iter burocratico molto lungo e dispendioso, che spesso li porta ad abbandonare l’intento e ad affidarsi alla sola annotazione in termini giuridici.

La riforma sulla nullità del matrimonio voluta da Papa Francesco mira inoltre a snellire queste pratiche, sia dal punto di vista burocratico sia in termini di tempo e anche a diminuire i costi dell’intero iter. Il papa ha quindi dato pieni poteri ai vescovi, che diverranno i giudici di dispute sempre più comuni nel nostro paese e in tutto il mondo. I vescovi saranno chiamati a giudicare l’effettiva nullità del matrimonio nei casi più semplici, come ad esempio la perdita di fede da parte di uno dei coniugi che porta all’effettivo annullamento da parte della Chiesa. Pensiamo, infatti, a quante persone ogni giorno si convertono a religioni diverse anche se sono sposate secondo il diritto canonico ecclesiastico, tutti soggetti per i quali il matrimonio religioso non ha più senso di esistere. Le persone coinvolte potranno comunque fare appello alla Sacra Rota o all’arcivescovo metropolita più vicino, qualora la decisione del vescovo non sia da loro considerata accettabile.

Nonostante le numerose preoccupazioni e la grandissima disposizione di soldati e polizia, Papa Francesco è arrivato a destinazione. Lo Sri Lanka dà così il benvenuto a Francesco, il quale ha già ammesso che il ruolo delle religioni è decisivo visti gli ultimi attacchi terroristici avvenuti in questi giorni. Non si parla solo di Parigi, ma anche di altri luoghi dove vi sono le stragi di Boko Haram, qualcosa che i media principali hanno ignorato per qualche tempo per concentrarsi sulla Francia. Lì vi sono corpi a perdita d’occhio, ma non per questo bisogna perdere la fede e la speranza per un mondo migliore.

“We love you, Papa Francis!”. Ti amiamo, Papa Francesco. Sono questi i numerosi cartelloni che hanno reso noto come lo Sri Lanka ha voluto dare un benvenuto di primo grado. Diversi elefanti bardati hanno dato il via ad un corteo tutto particolare, in vista di quello che è un incontro a più diramazioni. Un incontro che se vogliamo, è stato anche per incoraggiare i cattolici presenti sull’isola. Al centro di tutta questa faccenda è però l’argomento religioni. Sono tante, sono così diverse le une dalle altre, ma Papa Francesco ha comunicato che l’amore ed il rispetto per ogni persona deve esservi senza differenza d’etnia o religione.

“E’ una costante tragedia che diverse comunità sono in guerra tra di loro” ha ammesso il Papa, ritornando così sul tanto problematico tema del terrorismo. Sfruttare il tema religioso per commettere atti di violenza ed omicidi non è mai una buona causa, anche se lo scritto ha radici antichissime. Come detto da Francesco, non è facile superare l’amara eredità d’ingiustizie, ostilità e differenze lasciate dai conflitti passati ma non impossibile. Si può certamente realizzare come queste guerre siano inutili solamente superando il male con il bene e coltivando le virtù per le quali l’umanità è capace di fare cose grandiose.

papa discorso strasburgo

Il discorso che papa Bergoglio ha inviato oggi a tutto il mondo da Strasburgo ha voluto essere “un messaggio di speranza e di incoraggiamento“. Esordisce così papa Francesco nell’emiciclo del Parlamento europeo, dove 26 anni dopo la visita di Giovanni Paolo II, che finora era stato l’unico Papa a parlare all’Europarlamento nel 1988.

Il discorso di Bergoglio ha toccato dei temi molto importanti, che sono anche al centro dell’agenda Ue. Ad esempio nel suo discorso il papa ha parlato di lavoro, ambiente, temi eticamente sensibili, migranti, difesa della famiglia, esortando gli eurodeputati “a lavorare perchè l’Europa riscopra la sua anima buona”. Si è dovuto interrompere più volte per gli applausi, e alla fine c’è stata una standing ovation per lui dall’assemblea. Il presidente dell’Europarlamento Martin Schulz, che aveva invitato il Papa, considera il discorso di Bergoglio un incoraggiamento e “la strada strada per un buon futuro”. Lo scopo principale di Bergoglio è quello di far sì che l’uomo non diventi uno strumento nelle mani dell’economia, un ingranaggio in una catena di consumo, ma il centro delle operazioni europee.

Il papa poi ha incontrato il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, quello della Commissione Jean-Claude Juncker e quello di turno del Consiglio dell’Ue, il premier italiano Matteo Renzi. “Un intervento profondamente condivisibile: un discorso politico, quando la politica è una cosa seria, con la P maiuscola”, ha dichiarato il nostro primo ministro. Ma non tutti sono d’accordo: Jean Luc Melenchon, ad esempio, il ‘tribuno’ dell’estrema sinistra francese, ha abbandonato l’aula del Parlamento durante il discorso di Papa Francesco: “Non ammetto la presenza di religiosi nell’emiciclo, né nel dibattito pubblico quando si parla di leggi”. Il Pontefice invece ha richiamato le radici cristiane del continente: “Un’Europa che sia in grado di fare tesoro delle proprie radici religiose, sapendone cogliere la ricchezza e le potenzialità”, può essere “più facilmente immune dai tanti estremismi che dilagano nel mondo odierno, anche per il grande vuoto ideale a cui assistiamo nel cosiddetto Occidente, perchè è proprio l’oblio di Dio, e non la sua glorificazione, a generare la violenza”.

Partita interreligiosaIl pontefice ha ricevuto i promotori e partecipanti alla partita religiosa. In prima fila, il pibe de oro.

L’evento in programma all’Olimpico di Roma alle 20:45 è stato ispirato da Papa Francesco e coinvolge soggetti impegnati nel supporto diretto alle fasce più deboli della società, in Europa, in Sudamerica e nel resto del mondo. La manifestazione ha l’obiettivo di promuovere la fratellanza e la condivisione attraverso lo sport.

L’incontro, ha affermato Francesco, possa essere gesto di “una nuova era in cui i popoli non alzeranno più la spada l’uno contro l’altro”. Il Papa ha poi esortato ad “allargare i cuori, da fratelli a fratelli”. Questa, ha poi aggiunto il Papa, “è la dimensione più autentica dello sport”.

Il Papa ha poi ricordato: “La partita di questa sera è un’occasione per raccogliere fondi per progetti di solidarietà ma soprattutto per riflettere sui valori universali che lo sport ed il calcio possono favorire. Lealtà, accoglienza, dialogo, fiducia nell’altro. Valori che accomunano ogni persona a prescindere dal credo religioso e dalla sua cultura”.

Durante l’incontro il Pibe de oro, visibilmente emozionato, era da tempo aspettava questo incontro con il Santo Padre, tanto da lasciarsi andare in un gesto di esultanza dopo avergli consegnato in dono la maglia ‘Francisco’ autografata.
Maradona bacia Francesco, lo abbraccia e gli regala la maglietta dell’Argentina, la numero dieci

Ai giornalisti, presenti nell’Aula Paolo VI, l’ex giocatore ha commentato così il breve incontro con il suo connazionale: «Papa Francesco è molto più di Maradona. È lui il vero fuoriclasse. Mi ero allontanato dalla Chiesa perchè pensavo non facesse abbastanza per i bisognosi, ma con Francesco è diverso».