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Morto Gelli: camera ardente allestita in chiesa MisericordiaSi è spento all’età di 96 anni ad Arezzo Licio Gelli, una delle figure più controverse della politica e del mondo della finanza italiano del secolo scorso. L’ex ‘venerabile’, come era stato appellato durante i tanti processi che lo coinvolsero, è deceduto dopo un breve ricovero a Villa Wanda, la sua residenza aretina. Gli ospedali dove era stato curato nell’ultima settimana avevano infatti giudicato le sue condizioni critiche e la moglie Gabriela Vasile aveva quindi scelto di ricondurlo all’abitazione nelle ultime ore di vita.

Licio Gelli era nato a Pistoia nel 1919 ed era stato condannato nel 1980 per depistaggio sulle indagini che interessavano la strage di Bologna del 1980. Gelli era stato detenuto anche in Svizzera e in Francia, nonché coinvolto in molte inchieste che hanno interessato i capitoli più bui e misteriosi della storia del nostro paese. La camera ardente dovrebbe essere allestita nella chiesa di Santa Maria delle Grazie ad Arezzo, mentre i funerali potrebbero svolgersi nella giornata di domani a Pistoia.

Molti sono gli epiteti che Licio Gelli si è guadagnato nel corso della sua vita, da ‘Il Burattinaio’ a ‘Belfagor’, fino al ‘Venerabile’, nome che gli fu dato in seguito ai suoi tanti allacci con la politica e con i vertici della finanza. Di fede fascista e franchista, Licio Gelli fu coinvolto in numerosi eventi giudiziari, ma quello forse più oscuro e ancora oggi ricco di misteri è legato alla loggia massonica P2 e alla loggia Propaganda 2. Tante le voci e tante le supposizioni che vennero fatte sulla sua figura, ma ciò che è certo è che a cavallo degli anni ’60 una loggia di personalità influenti stava per disegnare il destino del paese e prova ne furono i documenti trovati nella sua abitazione aretina da parte dei magistrati.

Lo scopo era probabilmente quello di trasformare l’Italia da repubblica parlamentare a presidenzialista, di effettuare un golpe che in quegli anni poteva contare sul fior fiore della finanza, delle banche, della politica e anche di tanti esponenti delle forze dell’ordine e dell’esercito. Con la morte di Licio Gelli si chiude quindi un capitolo che non può essere dimenticato e che, al di là dei suoi innumerevoli lati oscuri, si propone come un monito per le nuove generazioni.