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Stefano Cucchi – E’ attesa per oggi la sentenza dei giudici della terza Corte d’Assise in merito alla morte di Stefano Cucchi, geometra di 31 anni che nell’ottobre del 2009 morì misteriosamente dopo essere stato arrestato per droga. L’episodio, avvenuto nel reparto riservato ai detenuti del Pertini, non è ancora chiaro, ma oggi la Corte, presieduta da Evelina Canale, si è riunita per pronunciare un verdetto atteso da quasi quattro anni.

Stefano Cucchi – nel pomeriggio la sentenza

Sono 12 le persone accusate per la morte di Stefano Cucchi e si tratta dei medici Silvia Di Carlo, Aldo Fierro, Stefania Corbi, Luigi De Marchis, Rosita Caponetti e Flaminia Bruno, oltre che gli infermieri Elvira Martelli, Domenico Pepe e Giuseppe Flauto. Infine tra gli imputati ci sono anche tre poliziotti del carcere: Corrado Santantonio, Antonio Domenici e Nicola Minichini. Fuori dall’aula bunker sono apparsi diversi striscioni per Stefano Cucchi, oltre che una trentina di persone accorse per fare forza e mostrare solidarietà alla famiglia. Fuori dal carcere di Rebibbia si attende la sentenza.

Imminente la svolta sull’uccisione di Giovanni Carlo Mura, l’operaio accoltellato e poi bruciato a Mondovì (Cuneo).

Dal tabulato telefonico della vittima, gli investigatori hanno scoperto che l’ultima a parlare con la vittima sia stata una ragazza. Inoltre pare che i due si siano incontrati, sulle scale di un istituto agrario, poco dopo la mezzanotte, vicino al luogo dove poi è stato ritrovato il corpo. Qui i due pare abbiamo parlato a lungo. Ed è sempre qui che sono stati ritrovati alcune bottiglie di birra, acquistate intorno alle 21, come attesta lo scontrino, uno zainetto ed un libro. Inoltre la presenza del ragazzo intorno a quell’ora è attestato da alcune riprese di telecamere di sicurezza in città. Al momento la ragazza è stata inclusa nell’indagine come testimone dei fatti. L’ipotesi resta sempre quella dell’omicidio, anche se non è totalmente escluso il suicidio.

Mentre le indagini continuano, sul luogo del ritrovamento del cadavere è un viavai di amici e parenti ancora increduli dell’accaduto, portando con sé fiori e messaggi di cordoglio.

Ritornando alle indagini, i carabinieri fanno sapere di aver trovato, poco distante dal corpo, un accendino zip, un contenitore di “diavolina”, una sostanza infiammabile generalmente utilizzata per accendere i camini ed il cellulare del ragazzo.

Stamani il padre del ragazzo è stato ascoltato a lungo in caserma, dopodichè si è recato all’obitorio del cimitero di Mondovì, per vedere il corpo del figlio.

L’autopsia è stata disposta per mercoledì mattina.

Torino – Nella mattinata di oggi, un pirata della strada ha investito ed ucciso un ciclista di 67 anni a Rivoli, in provincia di Torino. Il pirata della strada, un giovane di 21 anni, non si è fermato, ma la Polizia lo ha rintracciato e lo ha arrestato a casa di un parente dove il giovane dormiva tranquillamente come nulla fosse. Ora è accusato di omicidio colposo, omissione di soccorso e guida in stato di ubriachezza.

Pirata della strada rintracciato dalla targa

Il ciclista di 67 anni è morto sul colpo. Stando ai primi test effettuati diverse ore dopo l’incidente, il pirata della strada mostrava nel sangue livelli elevati di alcol. La Polizia è riuscita a rintracciare il 21 enne grazie alla targa della macchina, rimasta vicino al luogo dell’incidente dopo l’impatto avvenuto tra corso IV Novembre e Primo Levi.

Omicidio Lea Garofalo – Oggi è arrivata la decisione da parte della corte d’Assise d’Appello di Milano in merito all’omicidio di Lea Garofalo, donna che venne uccisa a Milano nel novembre del 2009 dopo aver testimoniato in un processo per una faida di ‘Ndrangheta. I giudici hanno confermato 4 dei 6 ergastoli che erano stati inflitti durante l’udienza di primo grado. Tra i condannati c’è anche Carlo Cosco, ex compagno di Lea Garofalo. Quattro ergastoli confermati dunque, mentre un imputato è stato assolto ed un altro è stato condannato a 25 anni di prigione.

Omicidio Lea Garofalo – condanne e risarcimenti

La conferma dell’ergastolo per l’omicidio di Lea Garofalo è stata inflitta all’ex compagno Carlo Cosco, al fratello Vito Cosco e a Rosario Curcio e Massimo Sabatino. Sono inoltre stati confermati i risarcimenti: 200mila euro andranno alla figlia di Lea Garofalo, Denise, 50mila euro sono stati confermati alla madre e alla sorella e 25mila euro al comune di Milano.

Fabiana Luzzi – Continuano ad emergere risvolti clamorosi e agghiaccianti sull’omicidio di Fabiana Luzzi, la giovane 16enne di Corigliano Calabro uccisa barbaramente dal fidanzatino di un anno più grande. Il dolore della madre si trasforma in una richiesta di giustizia per quella che, a detta di tutti, era una ragazza fantastica voluta bene da tutti gli abitanti del piccolo paese in provincia di Cosenza.

Fabiana Luzzi – l’ultimo saluto di Corigliano Calabro

Dall’autopsia effettuata dal medico legale emergono particolari agghiaccianti sull’omicidio: Fabiana è stata colpita con venti coltellate, nonostante questo ha lottato con tutte le sue forze per strappare dalle mani del suo fidanzato la tanica di benzina con cui è stata cosparsa e bruciata vita. Oggi le viene dato l’ultimo saluto: Corigliano Calabro per non dimenticare si stringe intorno a Fabiana Luzzi.

Omicidio Fabiana Luzzi – Ha lottato con tutte le forze. Fabiana Luzzi, giovane 16enne uccisa barbaramente dal fidanzato, ha combattuto in ogni modo, cercando di strappare dalle mani dell’omicida la tanica di benzina con cui poi sarebbe stata cosparsa e uccisa. Prima di morire, nonostante fosse stata colpita da diverse coltellate, si è rialzata e ha combattuto contro il suo aggressore. Le ferite profonde l’hanno indebolita, facendola cadere e permettendo al fidanzatino di cospargerla di benzina.

Fabiana Luzzi – il grido di dolore della madre

E’ questo il racconto dello stesso ragazzo durante l’interrogatorio, un racconto agghiacciante. Fabiana Luzzi è morta per una stupida lite per gelosia. Tutti l’amavano, le volevano bene, solo uno la odiava. Così, con queste parole, la mamma di Fabiana ha urlato dal balcone di casa la sua disperazione per aver perso una figlia meravigliosa, uccisa in modo macabro. Non meritava questa fine Fabiana.