Lo Stato Islamico ha ucciso un altro ostaggio, l’operatore umanitario britannico David Haines, rapito in Siria lo scorso anno.
Dopo i giornalisti americani James Foley e Steven Sotloff, è la terza vittima della brutalità mediatica del Califfato. Anche in questo caso viene diffuso un video dal titolo “Un messagio agli alleati dell’America”.
La notizia è stata diramata su Twitter. Sull’account Isis urdu, sono state pubblicati i fotogrammi del video dell’esecuzione. Nelle riprese i miliziani dell’Isis se la prendono con il premier britannico David Cameron: “Questo britannico paga il prezzo della tua promessa di armare i curdi”. Il 44enne Haines, di origini scozzesi, era stato rapito in Siria nel 2013, dove era responsabile della logistica per una ong francese.
Poi la minaccia: l’alleanza con gli Usa trascinerà Londra in una “nuova sanguinosa guerra che non potrete vincere”. La scenografia è la stessa: deserto, ostaggio in ginocchio e vestito arancione che richiama le divise dei prigionieri di Guantanamo, orrore seguito da una minaccia, il nome e il volto della prossima vittima.
Alan Henning, anche lui operatore umanitario, e minaccia di giustiziarlo come appena avvenuto con l’operatore umanitario di origine scozzese. Lo si vede, come nei video in cui vengono uccisi Foley e Sotloff, in ginocchio, nella stessa posizione in cui abbiamo appena visto morire Haines.
Il filmato di due minuti e 27 secondi è destinato al premier britannico David Cameron, che ha immediatamente replicato: “Si tratta di un omicidio ignobile, rivoltante”; garantendo: “Faremo tutto ciò che è in nostro potere per dare la caccia agli assassini”.
E anche la dichiarazione del presidente Usa Barack Obama non si è fatta attendere. Gli Stati Uniti, ha affermato, “sono a fianco dei nostri stretti amici e alleati nel lutto e nella determinazione” e lavoreranno “con il Regno Unito e una ampia coalizione di Nazioni per portare i responsabili di questo atto barbaro davanti alla giustizia e per indebolire e distruggere questa minaccia ai popoli dei nostri Paesi, della regione e del mondo”.