La Russia annuncia che di fronte al rafforzamento delle truppe Nato al suo confine rivedrà la propria strategia militare.L’annuncio del vice consigliere per la sicurezza nazionale del Cremlino, Mikhail Popov arriva con l’accusa di Mosca alla Nato di “esasperare le tensioni”, con il progetto di schierare truppe nell’est Europa. La Russia assicura: “agiremo di conseguenza”. “Tutto dimostra la volontà delle autorità degli Stati Uniti e della Nato di proseguire nella loro politica di deterioramento delle relazioni con la Russia”, ha detto Mikhail Popov, vicesegretario del Consiglio di sicurezza russo.
Al summit in programma giovedì e venerdì in Galles, la Nato darà vita a una forza di reazione rapida forte di 4.000 tra soldati e commandos, in grado di essere schierata entro 48 ore in qualsiasi Stato membro dell’Alleanza a sua difesa come una “punta di lancia”. Il segretario generale dell’Alleanza, Anders Fogh Rasmussen, ha spiegato che si tratta di un’unità in grado di “viaggiare leggera ma di colpire pesantemente”, sostenuta da forze aeree e navali.
“Domani la commissione preparerà il pacchetto” delle nuove sanzioni europee per la Russia e “la decisione si prenderà venerdì”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Federica Mogherini durante la presentazione al Parlamento europeo delle priorità del semestre italiano di presidenza del Consiglio Ue.
Il ministro ha poi osservato che, come sottolineato ieri da Gauck, “non esiste più un partenariato strategico fra Ue e Russia per scelta di Mosca” e ha ribadito che “è nel nostro interesse puntare a creare le condizioni per lavorare a un partenariato strategico perchè nessuno dotato di buon senso può sostenere il contrario”.
Il segretario generale dell’Onu lancia un avvertimento ai 28 capi di Stato dell’ Alleanza atlantica che devono adottare al summit di giovedì e venerdì un piano di reazione in risposta all’intervento russo nella crisi ucraina. “Non c’è una soluzione militare” alla crisi in Ucraina, “un dialogo politico per una soluzione politica è il cammino più sicuro”, ha aggiunto Ban ki-Monn deplorando una “situazione caotica e pericolosa” dalle conseguenze “regionali e mondiali.