L’India saluta la ventitreenne studentessa di medicina, stuprata 13 giorni fa, morta ieri in un ospedale di Singapore per le gravi ferite riportate durante l’aggressione subita da un branco di stupratori. La ragazza era stata ridotta in fin di vita mentre era su un autobus in servizio nel centro di Delhi; sei persone sono al momento accusate di omicidio. New Delhi, Mumbai, Bangalore e tante altre città dell’India hanno accesso migliaia di candele in strada per ricordare la giovane ragazza, la cui salma resta ancora senza nome, vittima delle violenze di un gruppo di uomini. La salma della ragazza è stata rimpatriata e subito cremata nel corso di una cerimonia privata. Nella capitale si sono verificati dei momenti di tensione tra manifestanti e polizia durante le varie manifestazioni che si stanno succedendo: migliaia di persone sono scese in strada per protestare gridando la propria rabbia e chiedendo giustizia per tutte le donne che in India subiscono violenze. Lo stupro di Delhi ha infatti generato un profondo coinvolgimento emotivo portando in primo piano l’attenzione sulla condizione femminile nel Paese e sui frequenti episodi di violenza misogina spesso non condannati.