Incredibile, sperimentata per la prima volta grazie a un team della Ohio University una tecnica in grado di bypassare il midollo spinale e comandare il movimento con il pensiero, quasi un miracolo, ma qui l’unico vero miracolo è la scienza.
È la tecnologia Neurobridge,un meccanismo articolato che permette di muovere le mani col pensiero, bypassando il midollo spinale ed è dedicata a coloro che hanno subito lesioni midollari alte o ictus e che sono dunque impossibilitati nel movimento. Ora è stata testata per la prima volta da un ragazzo tetraplegico e si sono registrati i primi piccoli grandi successi.
Il primo paziente in assoluto a sperimentala è Ian Burkhart, un ragazzo ventitreenne tetraplegico. Un chip dunque è stato impiantato nel cervello del giovane paralizzato da un team della Ohio State University,si tratta di un chip con 96 elettrodi e grande 0,4 cm che viene inserito nel cervello: gli elettrodi leggono i comandi di movimento impressi dalla sezione del cervello specifica e li trasmettono via cavo a un supporto nel cranio, collegato a sua volta a un computer.
“È all’incirca come un bypass cardiaco, ma anziché bypassare il sangue, in effetti stiamo bypassando segnali elettrici”, ha spiegato Chad Bouton , ricercatore di Battelle, l’organizzazione no-profit che insieme al Vexner Medical Center della Ohio State University ha condotto la sperimentazione. “Stiamo prendendo questi segnali dal cervello, aggirando il danno ed andando direttamente ai muscoli”.
Per settimane il ragazzo ha “insegnato” al chip nella sua corteccia motoria ad interpretare i segnali inviati dal suo cervello: l’addestramento prevedeva di guardare i movimenti di una mano su uno schermo, ed immaginare di muovere la sua mano nello stesso modo. Il computer avrebbe interpretato i segnali, e fatto muovere un’altra mano sullo schermo secondo i pensieri di Ian.
E alla fine Ian dopo tanta pratica e con un cavo agganciato in testa il 23 giugno ha visto i primi risultati. “Stiamo per vedere se Ian riesce ad aprire a chiudere la sua mano”, ha spiegato Bouton ai giornalisti presenti, per poi rivolgersi al ragazzo dicendogli: “Nessuna pressione”. Pochi secondi dopo, Ian è riuscito a muovere le sue dita per la prima volta dopo anni. Sembra un miracolo, ma è “soltanto” scienza.
Ian Burkhart, un ragazzo di 23 anni che dal 2010, a causa di un banale incidente al mare e della conseguente lesione spinale, era rimasto paralizzato, oggi grazie alla scienza può ricominciare a sperare e insieme a lui tutti coloro che hanno subito lesioni midollari alte o ictus e che sono dunque impossibilitati nel movimento.