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ansa - andrea acquarone - IMMIGRAZIONE:ALTRI SBARCHI A LAMPEDUSA MENTRE ARRIVA PREMIERDal vertice a cinque di Hannover arriva il pieno sostegno al governo di Al-Serraj, mirato al consolidamento dell’instabile governo libico. Si tratta di una decisione unanime, presa per contenere l’emergenza migranti e al contempo porre fine all’avanzata del governo Daesh, gettando le basi per una stabilizzazione politica, sociale ed economica dell’intero paese. La scelta di appoggiare il governo di Al-Serraj è arrivata dal premier Matteo Renzi, protagonista dell’incontro con Francois Hollande, David Cameron, Angela Merkel e il presidente degli Stati Uniti Barak Obama.

Renzi si è impegnato a sottolineare l’efficacia e la bontà del progetto ‘migration compact’, che sulla carta si propone di rispondere all’emergenza con un accordo chiaro e preciso con il governo libico. Anche se i dati rivelano che l’immigrazione è stabile dal 2015 e in calo rispetto al 2014, il governo italiano guarda infatti con apprensione alla situazione politica della Libia e il cambio di disponibilità internazionale potrebbe segnare un confine positivo per lo Stato italiano.

Il sostegno non si tradurrà quindi con un intervento militare come ipotizzato nei giorni scorsi, perché ogni iniziativa che interessa la Libia dovrà essere espressamente richiesta dal governo in carica. Lo stesso messaggio è stato riportato in un documento emanato dallo stato libico e rivolto all’intera comunità internazionale, dove Al Serraj chiede aiuto per proteggere i pozzi petroliferi di Sirte, da giorni nel mirino di Daesh.

I combattenti libici stanno infatti ‘battendo cassa’, perché hanno finito la liquidità e vengono pagati sempre meno, un processo che era atteso e che ora si sta concretizzando. È quindi giunto il momento di proteggere le risorse libiche dall’avanzata dei terroristi, al fine di rendere il paese dipendente da fonti energetiche controllate dallo stesso governo autorizzato. Si tratta di un processo stabilito dai vertici di Hannover e di una decisione che potrebbe a breve cambiare lo scenario sociale dello Stato libico, inducendo il governo a diventare legittimo e sempre più forte dal punto di vista pratico e logistico.

Mario DraghiÈ un vertice carico di tensione quello che si sta tenendo fra Unione Europea e Turchia sulla questione dei migranti e che si svolgendo in questi giorni a Bruxelles. Giusto a pochi momenti dalla fine, il governo turco ha infatti richiesto ulteriori finanziamenti, oltre ai tre miliardi già previsti, i quali sembrano aver minato gli accordi intrapresi per ridurre il flusso delle persone in viaggio verso l’Europa. Oltre alla richiesta economica, Ankara avrebbe richiesto un accesso più veloce ai visti Schengen per i cittadini turchi e non da ultimo un canale preferenziale per il suo accesso all’Unione Europea. Si tratta di richieste molto importanti, che oltre alla questione puramente economica rischiano di far saltare gli accordi intrapresi.

Dal canto suo, il governo turco si impegnerebbe a ‘riprendersi’ indietro tutti i migranti che hanno raggiunto per vie illegali l’Unione Europea da una certa data in poi, senza valenza retroattiva. Si tratta di un bell’impegno, al quale farebbe seguito un meccanismo secondo il quale l’Unione Europea si impegnerebbe ad accogliere un profugo legale turco ogni profugo siriano riammesso in Turchia.

Secondo Schultz, la Turchia sta mettendo in atto ‘un tentativo di legare la crisi dei migranti con il procedimento di accesso all’Ue’ e il portavoce ha commentato che le due questioni hanno un valore completamente diverso e chiedono di essere analizzate in due sedi separate, mai assieme per non creare caos o favoritismi. Per alcuni si tratta di un vero e proprio diktat, che è finito sulle pagine dei rotocalchi per lo spregiudicato comportamento del premier turco Ahmet Davutoglu, pronto a collaborare in nome di future strategie europee che a quanto pare interessano prioritariamente il processo di ingresso nell’Ue dello Stato turco piuttosto che la risoluzione della spinosa questione dei migranti.

migranti pentagonoPer la prima volta i migranti che da mesi stanno attraversando il suolo europeo sono stati coinvolti in una sparatoria. È accaduto ieri al confine con la Bulgaria, dove delle guardie di frontiera bulgare hanno aperto il fuoco e ucciso un uomo. La notizia è stata diramata dal sito Sky News, ma non è ancora chiaro se l’incidente sia avvenuto al confine fra la Turchia o la Grecia. Ciò che è certo è che un agente impegnato nel controllo dei confini ha aperto il fuoco su un uomo che stava cercando di raggiungere la Bulgaria dalla Turchia, il quale faceva parte di un gruppo di profughi. L’uomo è stato colpito da un colpo arma da fuoco ed è deceduto durante il trasporto verso l’ospedale. L’area interessata sarebbe quella di Sredez, dislocata nella Bulgaria sud orientale.

Secondo le prime notizie, l’uomo coinvolto nella sparatoria e quindi deceduto proveniva dall’Afghanistan ed era assieme ad altre 47 persone. Secondo quanto riportato dal canale radiofonico bulgaro Bnr, l’uomo e i suoi compagni si sarebbero rifiutati di fermarsi al confine e di ascoltare l’ordine di tornare indietro. La dinamica della vicenda è tutta da chiarire, in quanto non è chiaro se lo sparo è stato diretto oppure se la guardia abbia sparato un colpo in aria che quindi ha colpito accidentalmente l’uomo.

Si tratta del primo episodio di questo tipo in Bulgaria, uno stato che non è allineato con gli accordi di Schengen. A causa della gravità della vicenda, il primo ministro bulgaro Boyko Borisov ha lasciato il vertice dell’Unione europea dove si trovava ed è rientrato immediatamente nel paese, dopo la notizia comunicatagli dal primo ministro Tusk. Si tratta, infatti, di un episodio molto grave per lo Stato, ma anche per tutta la storia recente dei migranti, in quanto è la prima volta che viene aperto il fuoco alla frontiera per sparare sulla folla di migranti.

renzi new yorkMatteo Renzi si è recato ieri a New York per partecipare all’assemblea generale delle Nazioni Unite e, per l’occasione, ha presenziato ad un evento organizzato dalla fondazione della famiglia Clinton, in corsa per le presidenziali, nel quale ha discusso assieme all’ex presidente degli States degli argomenti che più stanno a cuore agli americani e al mondo intero: il profugato e la gestione delle persone in arrivo dagli stati mediorientali. Ospite d’onore e istrionico protagonista dell’evento, Matteo Renzi è stato accostato all’ex presidente, ma ha dichiarato che il paragone sarebbe impossibile, perché troppe sono le differenze e fra i due Stati intercorre una politica di matrice completamente diversa.

Renzi ha però rivolto un appello agli investitori americani che presenziavano all’evento, dichiarando che fra dieci anni sarà l’Italia a trainare l’Europa e invitandoli a farsi ‘due conti’, perché investire in Italia significa investire sul cavallo vincente. Un anno fa il premier era sbarcato alla stessa kermesse portando con sé la lista delle promesse fatte agli italiani. Ora, quella lista, Renzi l’ha riletta al pubblico del partito democratico, affermando felicemente di averne realizzato il 90% e dichiarando di avere rotto un incantesimo che durava da anni di inerzia, durante i quali lo Stato italiano ha dovuto subire il malgoverno di persone interessate solamente ai loro affari personali.

Al capitolo economia è seguito quello relativo all’Europa e al tasto dolente dell’immigrazione. Il premier italiano ha dichiarato che le crisi vissute in questi mesi, da quella greca a quella relativa ai migranti, sono ‘in fase di disintegrazione’ e che presto saranno un lontano ricordo. Renzi ha quindi definito l’Europa come un miracolo, ma non ha mancato di criticare la mancanza di coesione che si respira fra i banchi dei deputati a Bruxelles.

Si tratta di un atteggiamento comune, vissuto anche nei primi momenti del profugato, quando tutti i leader affermavano che era un problema solamente italiano. Poi le cose sono cambiate, gli sbarchi sono aumentati e certe immagini hanno fatto il giro del mondo, portando l’intera Unione europea ad una presa di posizione collettiva. Sulla questione russa il premier è stato chiaro, ribadendo che non esiste Europa senza la Federazione Russa, ma che il problema attuale è chi alza muri e non collabora, lanciando un chiaro rimando all’Ungheria e ai più recenti fatti di cronaca.

marcia scalziE’ prevista per oggi, venerdì 11 settembre la Marcia degli Scalzi, una manifestazione pacifica in sostegno dei migranti che interesserà ben 60 città italiane, promossa da esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo per lanciare un messaggio molto forte e sentito, ovvero la vicinanza con i migranti che in questi giorni affollano i paesi dell’Unione europea.

La marcia avrà luogo in tante città, ma è Venezia quella che ne sarà il simbolo nazionale, perché tante persone hanno scelto di darsi appuntamento alle ore 17.00 presso il piazzale di Santa Maria Elisabetta del Lido e di marciare scalzi verso la mostra del Cinema di Venezia, che in questi giorni è al suo zenith e si concluderà presto con la proclamazione del vincitore. Il red carpet, calpestato abitualmente da persone con tacchi a spillo e scarpe eleganti, sarà quindi occupato da manifestanti scalzi, che per l’occasione vogliono sottolineare la loro vicinanza ai migranti in un modo semplice ma di sicuro effetto.

Oltre alle città italiane il corteo ha visto l’adesione di città europee come Lipsia, Parigi e Friburgo, mentre nel nostro paese i centri maggiori saranno Milano, Roma, Firenze e quasi tutti i capoluoghi di provincia italiani. Un sito ad hoc è stato preparato in occasione della manifestazione, che in questi giorni è stato visitato da moltissime persone che intendono partecipare alla marcia. Il claim della manifestazione pacifica è ‘scegli da che parte stare’, in quanto i dibattiti accesi sull’argomento hanno messo il popolo italiano di fronte ad una scelta, quella di accettare e di aiutare i migranti che solcano le terra della penisola o quella di chiudere tutti e due gli occhi e di lasciare che il problema scorra senza fare nulla di concreto.

Oltre ai cittadini, che hanno affollato la pagina Facebook dell’evento con più di 4300 like, molte sono le personalità dello spettacolo che hanno aderito all’iniziativa, più di 150. Fra loro il regista Marco Bellocchio e gli attori Elio Germano, Valerio Mastrandrea e Jasmine Trinca, ma anche personaggi del mondo della politica come Nichi Vendola, Pippo Civati e Stefano Fassina. 300 associazioni e i maggiori sindacati scenderanno quindi in piazza per questa marcia, che si propone essere una mobilitazione generale in nome di un messaggio molto deciso: aiutare i migranti mettendosi nei loro panni, quelli di persone disperate che sono costrette a camminare scalze per il mondo per scappare dalle ingiustizie che li hanno costretti a lasciare la loro terra natia.

Naguib-Sawiris-007In questi giorni il problema della sistemazione dei migranti si rivela sempre più spinoso e gli stati Europei si stanno ingegnando per ricercare i luoghi adatti per ospitare le persone in attesa che il flusso migratorio possa essere definito e vengano prese le giuste manovre per suddividere le persone in Europa in base agli accordi presi. Fa quindi sorridere e ben sperare la notizia del miliardario egiziano Naguib Sawiris, presidente e amministratore delegato di Orascom media e tecnologia, il quale ha scelto di acquistare un’isola nel Mediterraneo per ospitare queste persone che fuggono dalle loro terre.

Naguib Sawiris è infatti rimasto colpito dalla povertà e dalle condizioni inumane di queste persone, quindi ha preso direttamente accordi con il governo greco e italiano per l’acquisto di un’isola, che potrebbe rappresentare un piccolo tassello di speranza nella gestione del profugato moderno. Naguib Sawiris ha spiegato di essere in attesa di una risposta dai governi, per capire le modalità dell’acquisto e i costi. Si tratterebbe di un’operazione stimata sui 10 milioni di dollari che però si rivela lungimirante, in quanto il magnate egiziano pensa alla costruzione di centri di prima accoglienza, ma anche case, scuole e ospedali, che potrebbero portare alla nascita di nuovi posti di lavoro. L’esempio è un residence che le sue imprese costruttrici hanno realizzato sul mar Rosso.

Ora bisogna capire se i governi hanno preso sul serio le proposte di Naguib Sawiris, in quanto molte sono le problematiche legislative. Nel frattempo il magnate critica la politica occidentale e soprattutto la morbidezza che i governi hanno adottato nei confronti dell’Is, che lo ha personalmente minacciato di morte. Il magnate professa, infatti, la religione cristiana e si rivela sconvolto dalle situazioni in cui vivono i profughi, inumane e impossibili da gestire se qualcosa di forte e positivo non viene fatto per fermare questa situazione di portata internazionale.

ansa - andrea acquarone - IMMIGRAZIONE:ALTRI SBARCHI A LAMPEDUSA MENTRE ARRIVA PREMIERIl problema del profugato sta attanagliando in questi giorni il nostro paese e sempre più sono gli episodi singoli che interessano non solo le grandi città, ma anche i paesi di provincia dove i profughi vengono accolti nelle strutture religiose e comunali. Un episodio molto particolare è avvenuto ieri nel vicentino, in particolare a Valle di Castelgomberto, una frazione molto piccola che si trova nella Valle dell’Agno.

La settimana scorsa il parroco del paese, Don Lucio Mozzo, aveva infatti convocato un’assemblea di parrocchiani per richiedere la disponibilità di impiegare la canonica dismessa che fronteggia la chiesa per ospitare sei o sette profughi, in attesa di una loro sistemazione definitiva. Un coro di voci urlanti si è alzato dalla folla, con persone che non volevano questa manovra in quanto trattasi di persone musulmane, che non hanno il diritto di vivere e di essere ospitate in locali cristiani. Alcune persone hanno affermato che la canonica era stata costruita dai loro avi per i fedeli, non certo per i musulmani e quindi il parroco, messo davanti a questa realtà, si è sentito debole e indifeso.

E’ di ieri al notizia dell’arrivo di un messaggio, che spiega la vicinanza del Papa alla sua battaglia e lo incita ad andare avanti in nome dell’accoglienza. Don Lucio Mozzo non se l’aspettava, e pensava che i suoi parrocchiani avrebbero accettato di buon grado la scelta di impiegare un locale abbandonato e non attualmente in uso per ospitare delle persone bisognose.

La vicenda si inserisce in un contesto molto più ampio e particolare, perché queste terre sono state fra le prime in Italia ad accogliere le persone extracomunitarie, in quanto molte di loro hanno trovato impiego nelle locali concerie. Le persone intervistate hanno quindi affermato che l’accoglienza e l’ospitalità non è mai mancata in questa regione, in quanto si tratta di persone che sono arrivate con umiltà e che ora sono integrate con la comunità, prova ne è che al parco giocano bambini anche di dodici etnie diverse, tutti assieme a controllati dal genitore di turno. L’arrivo dei migranti viene invece letto come un’imposizione da parte dello Stato, che non viene accettata soprattutto se i locali destinati sono di tipologia religiosa.

migranti pentagonoAnche l’America sta analizzando il problema degli immigrati in arrivo in Europa, sebbene per il momento il fatto non la tocchi per via diretta. Stando a quanto riferito da Martin Dempsey, generale capo degli stati maggiori riuniti, la crisi ha una portata globale e ogni giorno viene discussa dalle alte sfere statunitensi per trovare un rimedio comune ed efficace. Nel frattempo l’Europa non controlla gli immigrati e vuole alzare il numero delle persone che dovranno essere accolte da ogni singolo Stato. Chi non lo farà dovrà scontare delle sanzioni, perché per una volta vale la regola che l’unione fa la forza e nessuno deve tirarsi indietro dall’ospitare la giusta quota di migranti in base agli accordi e alla legislatura europea vigente.

Secondo Dempsey la crisi durerà almeno per 20 anni e questa previsione sembra tenere conto di molti fattori, come la mancata conclusione delle guerre che insanguinano i territori arabi, ma anche la difficile ripresa economica che potrebbe seguire al cessato fuoco, che darà probabilmente più problemi ai più profughi che la stessa guerra.

Deciso come sempre, il leader russo Vladimir Putin, che ha affermato che l’Europa doveva attendersi questo infinito flusso migratorio, in quanto i segnali erano chiari e la causa di questa situazione è la mancata presa di coscienza di ciò che potrebbe essere accaduto in questi Stati martoriati. Il leader ha parlato dall’Eastern Economic Forum di Vladivostok, sottolineando l’approccio sbagliato alla politica siriana e ribadendo che i profughi non scappano dalla guerra bensì dall’Is, una situazione da lui più volte annunciata. Secondo Putin il primo passo per combattere i flussi migranti è quello di ‘sistemare‘ le cose nel loro paese di origine, ovvero combattere il fronte comune degli jihadisti per ripulire queste terre dalla guerra civile e quindi dare vita ad un recupero del territorio massivo, che permetta agli abitanti di queste terre di credere nella pace e in un futuro possibile.