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artita ExoMars, Europa su Marte in cerca di vitaLa Nasa ha recentemente assicurato che entro il 2030 il pianeta rosso potrebbe essere ‘colonizzato’ dagli esseri umani, e un primo gruppo di persone potrebbe finalmente camminare sul suo misterioso suolo. Marte si rivela essere il pianeta più affascinante per quanto riguarda la conquista terrestre, alla luce delle continue voci che si rincorrono e che vorrebbero sul territorio marziano la presenza di acqua o perlomeno di minerali che potrebbero aiutare la colonizzazione e rendere il pianeta vivibile.

La prima sonda che raggiunse Marte fu la storica Mariner 4 della Nasa. Era il 1965 e tanta strada è stata fatta da allora, perché già negli anni ‘70 due sonde Viking furono in grado di inviare immagini dettagliate del suolo marziano. Ecco quindi affacciarsi la nuova era, caratterizzata dalla fotografia digitale, con la costruzione di sonde sempre più raffinate e di strumenti in grado d fotografare il terreno in modo sempre più preciso. Con la tecnologia sono quindi arrivate le immagini mozzafiato inviate dalle sonde Spriti, Curiosity e Opportunity.

Ecco arrivare nel nostro presente Exomars, una spedizione che nasce dalla collaborazione fra l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e quella russa (Roscosmos). Si tratta di una missione ambiziosa, che si impegna ad analizzare il terreno in modo profondo e soprattutto a indagare le tracce di vita sul pianeta rosso. Il costo di Exomars si aggira su 1,2 miliardi di euro e l’avventura spaziale si articolerà in due fasi.

La prima sonda è stata lanciata e ad essa verrà affiancata un’altra nel 2018, con a bordo il più sofisticato sistema mai costruito per esaminare ‘da vicino’ il suolo del pianeta. La missione si rivela essere fondamentale anche per l’Italia e per l’Europa intera, che vantano grandi partecipazioni al progetto.

evidence-of-water-found-on-mars-5652760466817024.2-hpMisteriosa, avvincente e decisamente innovativa è la scoperta comunicata ieri dai vertici Nasa, secondo la quale il pianeta rosso Marte sarebbe attraversato da fiumi di acqua salata. La presenza di acqua si registrerebbe solamente nelle stagioni estive, ma lascerebbe intravedere la presenza di una specie di vita microbica su Marte. Sappiamo bene che dove c’è acqua c’è vita, quindi le ricerche che da anni proseguono sul pianeta rosso potrebbero essere giunte ad un bivio decisivo.

L’autore del comunicato ha invitato il ‘popolo umano’ alla prudenza, in quanto si tratta di una scoperta di portata epocale, ma che deve ancora essere chiarita nei particolari. La prova della scoperta è arrivata grazie alle segnalazione della Mro, la sonda spaziale americana Mars Reconnaissance Orbiter lanciata il 12 agosto 2005. I ruscelli di acqua salata apparirebbero solamente nelle stagioni estive, lasciando sul loro cammino delle striature nere che gli scienziati non erano mai riusciti a decifrare.

Fino ad ora, almeno, in quanto l’acqua su Marte c’è e si tratta di una mistura salata, anzi, di sali idrati che sono stati trovati sulla superficie del pianeta. Per questo gli esperti chiedono prudenza, perché se i sali sono un chiaro riferimento alla presenza dell’acqua, gli strumenti a disposizione degli umani non sono stati finora in grado di verificare l’effettiva presenza di canali stagionali. L’acqua, su Marte, potrebbe quindi esserci, ma tanti studi e rilevazioni devono ancora essere fatti per comprendere se sul pianeta rosso possa esistere una forma di vita alternativa e microbica, la quale aprirebbe scenari incredibili ad una futura colonizzazione.

Nel frattempo la rete si diverte, e lo stesso Google ha aperto la pagina odierna con un simpatico Doodle, dove un panciuto pianeta rosso sostituisce una delle O del Grande G, si gira all’improvviso con fare sornione e beve da un bicchiere di bibita colorata con la sua cannuccia personale.

missione-su MarteL’organizzazione no-profit olandese Mars One,si sta organizzando per allestire la prima missione su Marte che ha la finalità di per creare un insediamento sul pianeta rosso. Si tratta di un progetto concreto che prevede di formare un gruppo di persone, al momento si ipotizza un gruppo di 4 persone, in grado di cominciare a colonizzare il pianeta a partire dal 2023. La prima missione umana su Marte verrà preceduta da otto missioni robotiche cargo che avranno luogo tra il 2016 e il 2021, e che avranno l’intento di preparare la futura base umana sul pianeta. Mars One ha già predisposto un piano operativo alquanto serio e realistico, basato su tecnologie già esistenti e sta avviando la selezione dei futuri astronauti, prevista nella prima metà del 2013. Tra i requisiti essenziali per poter far parte della missione, sono richiesti: intelligenza e buona salute fisica e mentale, inoltre bisogna impegnarsi per otto anni alla formazione ed all’apprendimento prima di intraprendere il viaggio verso il pianeta. La prima missione umana su Marte comporta al momento rischi fisici e psichici quali: l’aumento dell’altezza, la perdita del tono muscolare, l’alterazione del sonno.

marte-colate-di-lava-e-acquaLe spirali nella lava sul suolo di Marte, ricordano i gusci di lumaca, che sono stati trovati anche sulla Terra, l’annuncio sulla rivista Science.

Gli studi sono stati condotti dal gruppo di ricerca guidato da Andrew Ryan e Philip Christensen dell’Arizona State University; la scoperta potrebbe essere dovuta all’incontro tra la colata lavica e l’acqua, che nella zona Ellysum potrebbe essere presente.

Secondo il ricercatore Ryan, l’area dell’Athabasca Valles, ha una storia interessante alle sue spalle, con combinazioni di tante caratteristiche. Si vuole comprendere se le lastre di colate laviche siano state percorse dal ghiaccio. Su questo si sono concentrati gli studi di Ryan. Queste lastre di lave osservate hanno una particolare forma poligonale.

Sono state esaminate circa 100 immagini di HiRiSE, della zona di interesse, fatte sia ad infrarossi notturne che diurne, fatte con la fotocamera Mars Odyssey.

Casualmente, racconta Ryan la sua scoperta delle spirali sulle immagini raccolte, perché osservabili solo ad altissima risoluzione. Sulla Terra le stesse spirali sono presenti nelle colate laviche sottomarine vicino alla Rift delle Galapagos, sul fondo dell’Oceano Pacifico. I rivoli di lava si muovono uno al fianco dell’altro a velocità diversa, la lava o meglio pezzi di lava, si staccano e danno vita alle spirali osservate.

La più grande spirale osservata ha il diametro di  30 metri. Sono state messe raccolte circa 200 bobine di lava, della regione di Cerberus Palus. Ora la prossima mossa è cercare le spirali in altre zone del suolo di Marte.