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Marine Le Pen

Marine Le Pen, France's National Front leader, speaks during a news conference the day after the first round of local elections at the party headquarters in NanterreSi è trattato di una battaglia all’ultimo voto, ma alla fine la paura per l’avanzata della destra più nazionalista sembra avere ‘spaventato’ il popolo francese e i risultati dei ballottaggi che si sono tenuti nelle regioni in questo fine settimana hanno sottolineato la sconfitta del partito di Marine Le Pen. I titoloni nei giornali avevano inneggiato nei giorni scorsi ad una vittoria sicura del Front National, che aveva condotto la leader dell’ultra destra nazionalista ad avventurarsi con fierezza al ballottaggio in tante regioni del paese.

Al primo turno, il partito della destra ultranazionalista era letteralmente in testa nei sondaggi e si giocava ben sette regioni dopo il primo turno di elezioni del 6 dicembre scorso. Ebbene, un lavoro certosino di coalizioni politiche ha portato la destra moderata di Sarkozy ad aggiudicarsi sette regioni, mentre cinque sono andate alla sinistra di Hollande.

La destra ha vinto nell’Ile-de-France, in Normandia, nel Nord-Pas-de-Calais-Picardia, nella Provenza-Alpi Costa azzurra, in Alsazia-Champagne-Ardenne-Lorena, nella Alvernia-Rodano-Alpi e nei Paese della Loira. I socialisti hanno invece mantenuto le regioni della Bretagna, dell’Aquitania-Limousin Poitou-Charentes, della Linguadoca-Rossiglione-Midi-Pirenei, assieme alla Borgogna Francia-Contea e al Centro Valle della Loira. La Corsica ha invece registrato una vittoria importante dei nazionalisti, con il 35,34% delle preferenze accordate a Gilles Simeoni che si è imposto sul candidato del centro destra e sulla presenza del Front National.

La Francia ha quindi ritrovato la sua identità? Sicuramente i giochi di coalizione hanno fatto sì che lo spauracchio del Front National fosse scongiurato e i partiti politici hanno ritrovato una certa unità. La storia sembra quindi ripetersi, perché la sconfitta del Fronte sembra essere la fotocopia del ‘no’ pronunciato nel 2002, che bloccò l’avanzata del padre di Marine, Jean Marie Le Pen in corsa per l’Eliseo. Il partito del Front National è stato quindi travolto e le due Le Pen hanno subito una sconfitta schiacciante, simbolo che la Francia può avere arrancato in un primo momento, ma si è dimostrata coesa quando è stato il momento di votare ‘per davvero’.

Marine Le Pen, France's National Front leader, speaks during a news conference the day after the first round of local elections at the party headquarters in NanterreSmacco bruciante per Marine Le Pen che dopo aver trionfato alle elezioni europee dove il Front National ha registrato un successo senza precedenti, primo partito di Francia con il 25% dei voti; aveva convocato a Bruxelles una conferenza stampa con quattro partiti alleati, tra cui la Lega Nord, preannunciando la costituzione di un gruppo parlamentare euroscettico di destra, invece niente da fare Marine Le Pen si è dovuta arrendere non è riuscita a convincere partiti di sette paesi, numero minimo richiesto per formare un gruppo parlamentare.I gruppi dovevano essere composti da un numero minimo di 25 deputati e rappresentare almeno un quarto degli Stati membri.

Il 24 giugno era la scadenza per la costituzione dei gruppi in vista della prima sessione dell’Europarlamento non è stato raggiunto il requisito minimo. I partiti alleati erano cinque – oltre al Front National e alla Lega, il Pvv olandese di Geert Wilders, il Fpoe austriaco e il Vlaams belang fiammingo – e cinque sono rimasti; alcuni potenziali alleati, come i Democratici svedesi, hanno preferito fare gruppo con il principale concorrente della Le Pen: lo Ukip britannico di Nigel Farage che, la settimana scorsa, ha annunciato la costituzione del raggruppamento euroscettico Efd, Europa per la libertà e la democrazia, con il Movimento Cinquestelle e – smacco finale per la Le Pen – una dissidente del Front National.

Così  tra i non iscritti ci sono i deputati del Front National francese, quelli della Lega Nord di Matteo Salvini, gli olandesi del PVV, i liberalnazionali austriaci del FPO e il partito fiammingo belga del Vlaams Belang. Tra i non iscritti ci saranno anche i neonazisti greci di Alba Dorata. Non essere iscritti ad alcun gruppo ha delle conseguenze pesanti al Parlamento europeo.