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Kabobo – A distanza di tre settimane, continuano ad arrivare notizie clamorose su quello che potrebbe essere il futuro di Adam Mada Kabobo, 31enne ghanese che l’11 maggio scorso terrorizzò il quartiere di Niguarda, in provincia di Milano con un piccone con il quale uccise tre persone, ferendone altre. La rabbia per i gesti compiuti da Kabobo è ancora tantissima, ma la vicenda è ad una svolta significante.

Kabobo – accettata la richiesta della Procura

Il gip di Milano, Andrea Ghinetti, ha infatti  disposto che su Kabobo venga effettuata una perizia psichiatrica. La richiesta di perizia psichiatrica, inizialmente richiesta dalla Procura, è stata accettata dal giudice. L’udienza è stata fissata per il 6 giugno: una notizia che senza dubbio non renderà felici i parenti delle vittime di quel maledetto 11 maggio.

milano kaboboFuria Kabobo – La città di Milano è stata travolta dall’uragano Kabobo, uomo che ha preso a picconate diverse persone nel milanese, uccidendone tre. Ma c’è qualcosa che non torna nella sua storia. Sì, perché Kabobo era già stato fermato ed interrogato dalle autorità, oltre che essersi fatto diversi mesi nelle carceri del sud Italia. Nel carcere di Lecce, il 12 gennaio 2012, scaraventava in terra un televisore dopo una lite con altri detenuti, ma questo è solo l’inizio. Un gesto banale certo, un gesto che non lasciava pensare a nessun problema mentale. Conosceva l’inglese, ne sono certi gli inquirenti. E ora invece? Non lo capisce più, e il motivo resta invano.

La vita in Italia di Kabobo

Eppure dentro Kabobo qualcosa è cambiato, o è lui a voler far credere che gli sia successo qualcosa. Dopo il suo sbarco a Lampedusa il 23 maggio, viene preso in carico dal Cara, centro per richiedenti asilo. Finisce in carcere a Lecce dopo la rivolta, salvo poi essere rispedito a Foggia. Da quel momento in avanti non si hanno più sue notizie, fin a quando fugge (dopo sei mesi di reclusione) e diventa il mostro che a colpi di piccone ha trasformato il quartiere Niguarda in uno scenario di guerra.