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redditometro-2012Il 4% degli italiani guadagna più di 50mila euro all’anno, un dato che dimostra come la quasi totalità della popolazione italiana sia assestata ad una fascia di reddito più bassa. Questo è quanto è emerso dalle dichiarazioni Irpef che sono state raccolte nel corso dell’anno 2014. I dati hanno dimostrato che il 46% dei contribuenti italiani si colloca nella fascia fino a 15mila euro e il 29% si posiziona invece nella fascia leggermente superiore, che interessa i redditi da 15mila euro fino a 50mila.

I super ricchi, ovvero chi guadagna più di 300mila euro, sono in totale lo 0.1% dei contribuenti e questa fascia è chiamata a versare, oltre alle ritenute Irpef, anche il contributo di solidarietà che interessa il reddito eccedente a quella soglia. In totale questa fascia di popolazione è composta fa 31.700 persone che producono un ammontare di reddito complessivo pari a 276 milioni di euro.

Il reddito complessivo dichiarato nella dichiarazione dei redditi 2014 si pone quindi a 817 miliardi di euro, generando un valore di 20.320 euro. Si tratta di dati che non si discostano in modo notevole da quelli raccolti nell’anno precedente, perché la percentuale di aumento è un irrisorio +0.4%. Secondo gli economisti, si tratta di un dato leggermente positivo, soprattutto se viene confrontato con il Pil che nel corso del 2014 ha mostrato un deciso calo. I dati hanno quindi rivelato che i beneficiari del bonus di 80 euro proposto dal governo Renzi sono stati in totale 11.3 milioni di contribuenti italiani e l’ammontare totale è stato stimato in 6.1 miliardi di euro con una divisione di 540 euro pro capite.

L’indagine, che ha fatto ordine fra i dati dei contribuenti italiani, ha quindi permesso di aggiornare le tipologie di lavoratori e di inquadrare quali sono i redditi medi dichiarati, un dato fondamentale per conoscere a ricchezza e il welfare dei cittadini italiani. Il report ha dimostrato che il reddito medio dichiarato dai lavoratori ammonta a 20.520 euro e quello che interessa i dipendenti è diminuito dello 0.4%, mentre quello dei pensionati ha subito una diminuzione dello 0.3%, assestandosi sui 16.790 euro. Chi vanta un reddito maggiore sono i lavoratori autonomi, con 35.570 euro, mentre per quanto riguarda gli imprenditori autonomi che lavorano in proprio ma non hanno una società, si è trattato di un reddito medio pari a 18.280 euro. La regione che ha registrato un reddito medio più elevato è stata la Lombardia con 24.010 euro dichiarati pro-capite, seguita dal Lazio con 22.500 euro. Il reddito più basso interessa la Calabria, con 14.510 euro, ma è interessante notare che il reddito medio complessivo ha subito un leggero aumento per quanto riguarda tutte le regioni del centro e del sud del paese nel corso del 2014.

2011_tablets_preco_isencao_fiscal_f_001Dicembre mese di bilanci e di classifiche. E’ interessante scoprire che il popolo italiano si è proposto al primo posto nella classifica delle persone che impiegano internet in modalità mobile, quindi con l’impiego di smartphone, tablet e pc portatili. Il rapporto è stato stilato dalla Ofcom, l’Authority tlc inglese, e si è impegnato a fotografare anche altre abitudini dei cittadini europei, come l’affetto per la carta stampata, la pratica di guardare la televisione e anche l’impiego delle postazioni fisse per navigare nel web.

Ebbene, se gli italiani si propongono primi per quanto interessa l’impiego della rete in modalità mobile, non si può dire altrettanto dell’impiego fisso, visto che il nostro paese è fanalino di coda per quanto riguarda i servizi di banda larga fissa.

Il rapporto ha interessato Francia, Svezia, Spagna, Germania, Regno Unito e appunto l’Italia e si è occupato di intervistare una media di mille cittadini per ogni singolo Stato. Alcuni risultati, come quello relativo alla mobilità, sono stati molto interessanti, ma gli italiani si sono proposti ai vertici anche per quanto riguarda la lettura dei giornali cartacei e poco inclini a guardare la televisione, visto che il 12% della popolazione stando alle stime raccolte non lo fa per niente.

La ricerca si è quindi occupata di analizzare le abitudini mediatiche dei cittadini dell’Unione europea, rivelando che l’Italia è all’ultimo posto per quanto riguarda la banda larga fissa, sia per fruizione che per costi. Del resto, si tratta di un argomento spinoso, che chiede di essere affrontato sia per quanto riguarda la rete delle aziende ma soprattutto dei privati, che al giorno d’oggi sono costretti ad impiegare metodi obsoleti rispetto agli altri paesi del mondo e a pagarli profumatamente.

La cattiva qualità della rete fissa deve quindi essere sanata, perché il vertice raggiunto dall’impiego mobile dimostra che gli italiani usano la rete, ma non conoscono le potenzialità in termini di prestazione e di risparmio che una buona rete fissa potrebbe apportare nella vita di ogni giorno. Servono quindi manovre in questo senso, che possano portare la banda larga fissa in tutto il paese e diminuire l’impiego delle stazioni wi fi, sempre più sotto accusa in quanto poco benefiche per la salute e passibili di prestazioni che potrebbero essere decisamente migliorate dal punto di vista della resa e della velocità di connessione.

selfieGli italiani sono pazzi per il selfie e non perdono una sola occasione per auto-immortalarsi davanti alla fotocamera, soprattutto dello smartphone e condividere il risultato nei canali social, Facebook e Twitter in testa. A rivelarlo è una ricerca effettuata da ‘Donne e Qualità della Vita’, guidato dalla dottoressa Serenella Salomon, un’associazione di psicologi che si occupa di ‘fotografare’, non in senso selfie, le abitudini e i costumi del nostro paese. La ricerca ha evidenziato che gli italiani si scattano circa 730 milioni di selfie all’anno, soprattutto nei posti turistici più famosi, come il Colosseo, il Duomo di Milano, il recente Expo o la torre di Pisa.

Il sondaggio si è occupato anche di analizzare i selfie più famosi, dove in testa si è piazzato Francesco Totti con il suo selfie scattato in mezzo allo stadio Olimpico durante il derby di andata contro la Lazio, il selfie di Samantha Cristoforetti nello spazio, gli scatti di papa Francesco e i selfie fatti da Obama durante la sua visita in Italia, nonché i mille selfie fatti dal presidente del consiglio Matteo Renzi. Persone e luoghi, ecco quindi i protagonisti dei selfie che parlano italiano, in quanto è importante immortalare il momento, ma farlo anche con la persona giusta.

Le località turistiche accettano e, per la prima volta, un comune ha dato vita ad un’area esclusivamente dedicata ai selfie. Si tratta del borgo di Sarzana, che ha creato una vera e propria ‘selfie’s area’, diventando così la prima città selfie del nostro Paese e dell’Europa intera.

mangiare-pesceIl pesce è da sempre un ingrediente fondamentale dell’alimentazione italiana, ma mai come in quest’anno il suo consumo ha toccato vertici così alti. Ad affermarlo è un sondaggio online condotto da Federcoopesca-Confcooperative che, per l’occasione, ha redatto la classifica dei prodotti ittici più ‘magri’, ovvero le tipologie di pesce che ben si inseriscono nelle diete dimagranti e in un regime alimentare parco di calorie, ma ricco di elementi nutrizionali.

Il tutto inizia con il confronto con la carne, in quanto a parità di peso una porzione di carne raggiunge circa 650 calorie, mentre una porzione di pesce tocca appena le 230 calorie. Ma i pesci non sono certamente tutti i uguali, in quanto ve ne sono di più e meno calorici, ma soprattutto di più e meno grassi. Ecco che i pesci più sani e leggeri possono essere consumati con più frequenza rispetto ai pesci grassi e particolarmente calorici, nell’ottica di un’alimentazione sana ed equilibrata. La percentuale di grassi varia tra le diverse specie dallo 0,5% al 27%, quindi la forbice è davvero molto ampia!

Le persone che sono a dieta e che ricercano un’alimentazione leggera possono affidarsi alle acciughe, alle aragoste, ai frutti di mare come i calamari, le cozze e i gamberi, e ai pesci grandi come i merluzzi, i naselli, i polpi, le seppie, e le sogliole. Questi sono i pesci magri, ai quali si affiancano i pesci semi magri, così chiamati perché hanno grassi compresi tra il 3 e l’8%. Di base si tratta delle sardine, delle triglie, delle carpe e delle orate per citare i più diffusi. L’associazione Federcoopesca ha inoltre redatto un elenco dei prezzi che interessano i pesci magri, indicando quali tipi di pesce si possono acquistare con una somma di 10 euro e quali con una spesa che va dai 10 ai 20 euro, per permettere di programmare la spesa sia nella varietà che dal punto di vista economico.

senior-couple-mapPrivalia, l’outlet fashion on line numero 1 in Italia, ha stilato per il 2015 la figura dell’italiano in vacanza, grazie alle ricerche condotte dal suo laboratorio di analisi interna Privalia Watch. Che figura è emersa dallo studio? Gli italiani in vacanza saranno iper connessi, leggeranno molto, si rilasseranno e saranno sempre e in ogni occasione ‘alla moda’.

Questi i risultati emersi quindi dalla ricerca, che dimostra come gli italiani non abbiano nessuna intenzione di rinunciare alle vacanze, scegliendo mete più intelligenti, forse più veloci da raggiungere, ma preferendo situazioni completamente votate al relax. Il desiderio maggiore è, infatti, quello di evadere dal traffico e dal tran tran dell’ufficio, ricercando posti tranquilli e per la maggior parte degli intervistati abbastanza isolati.

Il 70% degli intervistati ha infatti dichiarato che vacanza fa rima con relax, quindi la ricerca delle mete si orienta in questa direzione. Il campione di persone interpellate ha inoltre affermato nel 68% dei casi di rivolgersi a siti di e-commerce che propongono soluzioni a prezzi scontati, per non rinunciare al viaggio anche se le risorse economiche sono limitate. Molti saranno inoltre i canali on line che verranno impiegati anche per l’organizzazione stessa delle vacanze, dove spiccano i siti di recensioni per monitorare gli alloggi, le strutture e anche i luoghi dove consumare i pasti.

Italiani in vacanza quindi, al mare o in montagna ma perennemente connessi, e con un occhio allo stile, in quanto gli intervistati hanno dichiarato di votarsi alla ricerca del look ideale anche in situazioni di completo relax, come la spiaggia o le passeggiate in montagne. E gli hobby? Dalla lettura allo svago, dalle passeggiate in città d’arte fino alle cene nei ristoranti, gli italiani non si faranno mancare nulla, ricercando però il tutto in rete e non dimenticando mai il lato ‘smart‘ di ogni evento.

Il conflitto Libia sta mettendo ai ferri corti anche l’Italia che si dichiara pronta ad intervenire, nel contempo accendendo la minaccia dell’Isis. L’Isis sembrerebbe intenzionata a passare per i confini tunisini. C’è allerta, dovuta alle recenti segnalazioni sull’attività terroristica in atto.

La situazione, da come ormai sembra ovvio in Libia, è grave: l’Isis sembra voglia prendere possesso del luogo per poi espandersi al resto dell’Europa attraverso l’uso marittimo di varie barche, data la corta distanza. Ma i loro piani sono sempre da definire. Nel frattempo, si sta decidendo la sorte dell’Italia e degli italiani: siamo i più vicini e quindi quelli più esposti ad eventuali attacchi futuri. E non solo: ci sono attualmente degli Italiani in Libia, ed i rischi sono numerosi compresi anche quelli d’arruolamento forzato.
Ma stavolta si parla di Italiani che hanno deciso di lasciare la Libia piuttosto che mettersi nelle mani dell’Isis; dall’altro lato della medaglia alcuni hanno deciso di schierarsi con i fondamentalisti, volando via dal nostro stato oppure svolgendo le loro pratiche stesso nella nostra nazione.

Così come detto dalla Farnesina: non ci sarà un massiccio rimpatrio, ma una delle operazioni capillari preannunciate di alleggerimento dei connazionali presenti nel Paese. Ed in effetto l’invito risale perfino al primo febbraio visti i numerosi rischi che sono andati man mano a presentarsi e che ora sono arrivati al culmine. La stessa ha anche aggiunto che ogni connazionale non deve recarsi in Libia e che se sono in quel paese, è urgente lasciare la nazione anche su fronte temporaneo.

350 chilometri. E’ questa la distanza che ci divide, ed è veramente poca. Pinotti afferma che “L’Italia è pronta a guidare una coalizione contro il Califfato”. Da discutere con l’Onu l’impiego di uomini e mezzi da appostare alle coste italiane e da mandare in Libia per combattere l’Isis, con obiettivi ovvi: almeno impedire loro di formarsi a “macchia” attraverso il nostro paese, così facile da invadere viste le grandiose quantità di immigrati clandestini che abbiamo accolto senza ulteriori controlli.

Ma ora sembra più che ovvia la presenza all’orizzonte d’un inasprimento delle formalità e della sicurezza, come già avvenuto in passato, seppure in modo certamente più pronunciato.

Ecco il 2015, ed ecco le statistiche di come la gente non riesce a trovare lavoro o si ritrova per strada dall’oggi al domani: 13,4%. E’ la nuova statistica che è stata resa nota per quello che riguarda la disoccupazione in Italia. Sempre più giovani non riescono a trovare lavoro nel nostro bel paese, rimanendo così in attesa per strada con le loro lauree e diplomi in cerca di un nuovo impiego, sperando che non sia qualcosa di esageratamente umile.

Sono quasi un milione i giovani che cercano lavoro e sono sotto i 35 anni. Ed è un numero davvero grande, visto che ci stiamo concentrando sui giovani rimasti in Italia in cerca di lavoro. Mentre in altri paesi si registra un segnale a dir poco positivo (diminuzione della disoccupazione in Germania) noi continuiamo a salire. Ma, a proposito della Germania, vale la pena citare che quelle statistiche sono “orchestrate” da un certo punto di vista, dato che la Germania è ancora caratterizzata da un alto livello di sperequazione sociale e da una forte diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza, con distinzione tra zone periferiche e città. Anche lì certamente vi sono paesi in cui la densità abitativa, in rapporto all’occupazione effettiva lasciano presagire situazioni gravi dal punto di vista sociale. Non certo la perfezione che ci fanno capire le statistiche. Come diceva Trilussa, quando si fa una media, si sa quale sarà il risultato nel complesso, risultato che non apparterrà, invero, a nessuno. Lo stesso errore lo commettiamo con l’Italia. A che pro dire che vi è la ripresa dei consumi se si include nella media le zone del Nord Italia, in pari peso alle zone più disagiate del Sud Italia? Il 70% delle imprese che hanno chiuso in tutta Italia provengono proprio dal Sud, solo il 30% è situato al Nord! Statistiche ingannevoli, certamente. E la realtà tedesca, forse migliore di quella italiana, non è certamente perfetta.

Ritornando al caso italiano, in solo tutto Ottobre abbiamo visto andare via praticamente 50 mila posti di lavoro, giusto in tempo per le vacanze natalizie in arrivo. Posti di lavoro che presto si sono convertiti in persone sfrattate, frantumate nell’anima ed in cerca disperata di un posto caldo dove trovare del denaro per vivere.

Se la fascia d’età non conta, il numero aumenta esponenzialmente, e così tanto che c’è da avere i brividi anche senza considerare l’inverno. 3 milioni e 457 mila compongono il totale della popolazione italiana che finora non ha un lavoro. Noi in Italia siamo tanti (60 milioni secondo il censimento) ma il bilancio è seriamente troppo alto per considerare un’annata economica salutare.

E’ tempo di scappare o di rimanere? Molti italiani stanno considerando, dopo la loro visita estera vacanziera, di spostarsi definitivamente altrove. In lidi dove la crisi non si vede. Ma altri sono costretti a rimanere qui volenti o nolenti: riusciranno le nuove manovre ad alleviare il dolore economico nel quale migliaia e migliaia di Italiani stanno soffrendo tutt’ora? Resteremo a guardare e giudicare.

C’è veramente la crisi? Sì, ma per soli 48 milioni d’italiani, anche se molti dichiarano di non partire per motivi “non economici” come si vuol dire: cerchiamo di non farlo sapere troppo in giro. Però le statistiche parlano chiaro e nonostante i problemi sono comunque 11 milioni che partono per le vacanze questo natale, anche se solo per cinque giorni di ferie in totale in qualche luogo di soggiorno che non sia troppo costoso o lontano.

Stanno finalmente iniziando le vacanze di Natale ma non tutti gli italiani sono contenti. Già le spese per i regali sono state per dati di fatto di un valore ben al di sotto dei 199 euro e dirette specialmente al vestiario, cercando oggetti utili e che durino nel tempo. Oggetti che, diciamocelo, costano parecchio se andiamo a cercare buone marche e se la persona che conosciamo ha le sue pretese di stile.

Il paese è diviso sulla questione crisi. Abbiamo un aumento del giro d’affari ma anche una maggiore propensione ad acquistare sempre più poco. Mentre aziende di grosso scalo riescono ad ottenere un introito maggiore annuale, l’italiano medio guarda con pessimismo al futuro. Cosa sta veramente succedendo? Secondo uno studio la maggior parte degli italiani si ritroveranno al Mar Rosso, spendendo circa 3 miliardi d’euro in totale fra viaggi, hotel, souvenirs e probabili spese di ogni genere.

C’è crisi, c’è crisi, c’è sempre crisi: l’88% degli italiani rimane in Italia quest’anno, rispetto al 91% del 2013. Un grosso problema non è solo che una buona parte dell’Italia sta solo mettendo da parte di soldi per partire e andarsene via dal paese, ma anche quella di far arrivare turisti dall’estero. La scarsa cura delle opere pubbliche sta cominciando a mostrare i suoi effetti. E i costi di quasi ogni cosa nel nostro paese sono alti, il che spiega anche come in effetti si stia preferendo andare via invece che rimanere: ma questo solo fra i tanti motivi possibili.

Secondo Confcommercio la ripresa dell’Italia accompagna una voglia di uscire dal nostro paese almeno nel periodo vacanziero, il che è un buon segnale del desiderio di spesa, ma fin quanto ciò conviene se tasse e costi della vita media qui da noi sono ancora molto alti? Ai responsabili l’ardua sentenza.