Quando si dice fare all’indiana (senza offese per la nazione al quale ci stiamo riferendo)! La corte suprema dell’India ha stabilito che La Torre, nonostante abbia avuto un Ictus, non può rimanere a casa. Girone inoltre non potrà tornare per Natale. Purtroppo l’Italia è ancora una patria non in grado di ri-accogliere i due italiani che, anni fa, si sono ritrovati in questo pasticcio burocratico. E’ mai possibile che una persona non possa trascorrere il natale in santa pace con i propri familiari e che un altro, tormentato da anni di indecisioni processuali ed anche reduce da un ictus, non possa tirare un sospiro di sollievo? Ci chiediamo perché mai, ai tempi di qualche ex-governo che non citiamo, i due marò siano stati fatti rimpatriare in India (sarebbe forse stato meglio anche noi rifiutarci, visto che l’India si atteggia da despota improvvisata): li abbiamo avuti per pochi giorni in Italia e potevano tenerceli. L’India ci avrebbe dichiarato guerra e qual è il suo potenziale offensivo, verso l’Italia?
E’ decisamente uno sgambetto per la fiducia che si ha del nostro paese e del potere decisionale e di influenza che ha rispetto agli altri stati (l’Italia non sa più farsi valere?). La stampa indiana già di suo sta andando in un montante di strilli orgogliosi: “Le vittime indiane hanno anche dei diritti” seguito da “Spiacenti ma l’inchiesta non è chiusa”. Non si ha ancora nessuna verità o luce sul fatto che ha condannato le vite di questi due Italiani già da qualche anno. Ma sembra ormai chiaro che trattarsi a botte di leggi e cavilli burocratici non è utile né all’Italia, la quale l’anno scorso ha annullato il ritorno dei due a New Delhi e né all’India, la quale ha, in risposta (quasi fanciullescamente), rifiutato il ritorno dei Marò in Italia per il natale 2014, seppur parzialmente.Forse teme che non li restituiamo più, cosa che avremmo dovuto fare già da molto tempo.
E’ chiaro che il nostro paese non ha potere per contrattare con l’India! E’ chiaro che bisogna pressare su altri lati e rendere noto che noi siamo ancora un paese con valori, gioie, e che vuole sempre aiutare il proprio prossimo. L’India sta cercando di ottenere un riconoscimento a livello mondiale facendo così, essendo sempre stata una nazione sottovalutata, e tutto questo a spese dell’Italia che sarà vista ancora di più come il “paese di Pulcinella”.
Ma il tutto non deve per forza condurre ad un conflitto militare (e qui sembra che la politica attuale se ne infischi di questioni di “visibilità” e pensi ad altro), dato che in fondo esistono sempre soluzioni tendenti ad una risoluzione pacifica e senza asti fra l’India e l’Italia. Il governo deve solo agire nel modo giusto. Ma l’India è bendisposta nei confronti della nostra diplomazia?
L’Italia cosa fa? Come se niente fosse successo, tutto continua a scorrere come sempre, mentre altri Stati avrebbero subito risolto la questione che comporta la rispettabilità di uno Stato. A questo punto, se tutti non ci temeranno più e “rideranno” di noi, non stupiamoci. Il rispetto lo si costruisce con la politica ed il giusto modo di fare la politica, non con le chiacchiere.Ci mancherebbe altro che alla fine, senza sapere nulla, ce li vediamo persino condannati a morte, la pena più atroce per due italiani che forse sono innocenti (le dinamiche sono poco chiare). E’ indubbio che l’India ne abbia fatto una questione nazionale che è saltata “a pennello” soprattutto nelle precedenti elezioni, che hanno visto il cambio della direzione del paese (non più un’ex italiana ma un partito nazionalista. Perché?)