Una volta c’erano solo i treni regionali, infiniti e affollatissimi, e qualche espresso che correva veloce ma non più di tanto. Poi sono arrivate le Frecce, che hanno sbaragliato tutti treni perché corrono veloci e permettono di risparmiare tanto tempo a chi viaggia, soprattutto per lavoro. Gi Intercity, che collegano spesso due città posizionate in due regioni diverse, ma non molto distanti chilometricamente parlando, stanno per essere ‘falciati’ dalla nuova manovra del governo che interessa i trasporti, perché sembra proprio che siano troppi e che quindi rappresentino un costo che il governo vuole tagliare per snellire i bilanci di Trenitalia.
Fa discutere, in particolare, il taglio dell’Intercity che collega Torino con Genova. Qualche mese fa le due regioni interessate avevano trovato un accordo, decidendo di dimezzare i 4 treni che ogni giorno fanno la spola fra Torino e Genova, investendo i soldi risparmiati, ben 3.5 miliardi, sul potenziamento delle reti ferroviarie regionali, in particolare le linee Torino Savona e Cuneo Ventimiglia, che si rivelano molto battute dai pendolari delle due regioni.
Il ministero non ha però firmato alcun contratto e le due regioni rischiano di rimanere completamente sguarnite di collegamenti veloci. Torino rischia inoltre di perdere l’unico collegamento diretto con le città di Roma e di Napoli. In totale, sarebbero circa 60mila gli utenti che verrebbero penalizzati da questa scelta del governo, in un’area che comprende il Piemonte stesso ma anche la Liguria e la Lombardia.
Tutto ciò è frutto della scadenza del contratto di servizio per il trasporto universale, che è avvenuto alla fine del 2014. In questi mesi del 2015 gli Intercity hanno viaggiato con contratto di proroga, ma il governo non ha ancora sborsato un euro dei 200milioni che spettano a Trenitalia per i servizi finora svolti. Da qui la necessità di un nuovo accordo, perché mancano poche settimane all’entrata in vigore dell’orario invernale e il servizio di proroga non è per legge dilazionabile, quindi le regioni rischiano di rimanere letteralmente ‘a piedi’.