Alcuni anni fa il colosso svedese di abbigliamento low cost H&M aveva portato a giudizio la casa di moda Yves Saint Laurent, accusandola di avere plagiato un modello di borsa, molto simile a quella disegnata dalla casa di moda svedese. Si trattava di un modello di borsa shopping nera, a prima vista davvero molto simile, ma che è stata giudicata completamente diversa dal tribunale europeo sulla base di tre caratteristiche principali, ovvero l’aspetto visivo globale, la struttura e la finitura superficiale della borsa. Era il 2009 quando il colosso svedese aveva citato in giudizio la casa di moda francese e sono serviti ben 6 anni per appurare una vicenda che mette in contrapposizione il passato della moda, ovvero l’haute couture, con il pret a porter più aggressivo, quello che permette di vestire a basso costo intere generazioni di persone in tutto il mondo.
La corte europea ha però stabilito che è ‘impossibile‘ confondere una borsetta targata H&M con una creazione di alta sartoria come la borsa di Yves Saint Laurent, confermando ciò che era stato deciso dallo Uami, l’Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno, sebbene il modello disegnato da YSL sia stato depositato dopo l’uscita sul mercato della borsa nordica.
Al di là della ragione, che si è basata sulla attenta analisi del pellame e anche della lavorazione artigianale della superficie della borsa, molto ha influito il fattore ‘cinghie‘, ovvero la differenza abissale che sussiste fra il modello della casa di moda francese e la sua cugina low cost. H&M, colosso svedese che veste tutto il mondo, deve quindi accettare questa decisione, che si rivela per molte persone controversa, ma che rivela come manovre di questo tipo potrebbero davvero affossare una casa di moda storica ed elevare ancor più il prestigio di un brand di pret a porter che, molto probabilmente, in questo momento storico sta vivendo un percorso felice dal punto di vista economico e finanziario.