Prosegue incessante la corsa delle primarie USA, che decreterà i candidati alla futura presidenza della Casa Bianca. Donald Trump ha vinto in alcuni Stati ‘chiave ‘ come il Michigan e il Mississippi, mentre il rivale di Hillary Clinton Bernie Sanders si è inaspettatamente conquistato la roccaforte dell’industria automobilistica Detroit.
Queste sono le novità più importanti del round che si è tenuto nei giorni scorsi, che ha visto profilarsi una gara a due fra i repubblicani, con Marco Rubio praticamente fuori gioco e Trump e Ted Cruz a giocarsi gli Stati che rimangono. I sondaggi danno per favorito il tycoon anche in Florida, Stato molto importante e che andrà alle urne il 15 marzo.
L’elettorato repubblicano sembra quindi avere le idee ben chiare, stando almeno ai verdetti dell’8 marzo, e il pubblico degli elettori di destra sembra essere passato sopra alle recenti e pesantissime accuse di Mitt Romney e molti altri notabili contro Trump. La base del partito prosegue infatti nel suo appoggio al tycoon, nonostante il comitato di azione politica dei miliardari gli sia apertamente contro e il vertice segreto della Silicon Valley non sia certamente a favore della sua candidatura.
Cruciale si è rivelata la vittoria di Trump in Michigan, soprattutto nella sua capitale Detroit. Questa città è infatti da sempre una roccaforte del partito democratico, retaggio di tanti impiegati che hanno creduto nel partito durante gli anni buoni dell’industria automobilistica. Dopo il fallimento e le disastrose conseguenze urbane, sembra proprio che una buona fetta di elettorato si sia spostato a destra, molto probabilmente attratto dalle promesse razziste di Trump e anti-liberoscambio che sembrano attirare e convincere la fascia di operai bianchi che possono fare la differenza.
Ma gli stessi operai hanno dimostrato di accarezzare le idee politiche socialiste di Bernie Sanders e i suoi slogan contro Wall Street, perché l’America vanta da sempre una bella memoria storica e sa da dove possono arrivare i suoi guai. La sfida in questi Stati si rivela essere quanto mai interessante, perché sarà utile capire se questa città e questo Stato così speciali cederanno alle lusinghe razziste e di Trump o cercheranno di costruirsi un futuro basato su una politica di ricostruzione solida e legata ai vertici di Washington.