Sembra non esserci pace per le Olimpiadi di Rio del 2016 e tantomeno per quelle del 2020 che sono state assegnate alla città di Tokyo. La polizia e la magistratura francese stanno infatti indagando su presunti e gravi episodi di corruzione che sarebbero stati perpetrati in entrambe le assegnazioni. A renderlo noto è l’edizione settimanale del The Guardian, magazine britannico che ha riportato le indagini in corso definendole uno ‘sviluppo sperato’ dall’indagine che ha già interessato la Laaf e che ha recentemente condotto all’arresto di Lamine Diack, ex presidente dell’atletica mondiale.
Secondo il magazine britannico, da gennaio del 2016 sarebbero state diffuse alcune mail che interessano proprio il figlio di Diack, Papa Massata, dove l’argomento di interesse sarebbero dei ‘pacchetti’ da recapitare ai sei membri incaricati di decidere le assegnazioni per i giochi olimpici di Rio, che si terranno nel corso dell’anno. Per quanto riguarda l’edizione giapponese del 2020, il coinvolgimento di Diack era stato ipotizzato a livello di ingerenza nella commissione antidoping, per una questione di corruzione interna alla stessa Laaf.
In particolare, Diack padre sarebbe stato disposto a vendere il suo voto nell’assegnazione dei giochi del 2020 in cambio di una cospicua sponsorizzazione in denaro, 5 milioni di dollari per eventi legati all’atletica di cui al tempo era presidente. Altre fonti hanno confermato che lo stesso Diack avrebbe polverizzato la candidatura della Turchia e in particolare della città di Istanbul, in quanto lo Stato non sarebbe stato disposto a pagare, sostenendo Tokyo che avrebbe avuto un comportamento più accondiscendente.
Se le indiscrezioni fossero anche solo in parte vere, si tratterebbe di un gran brutto colpo, non solo per la Federazione internazionale di atletica leggera, ma anche per lo stesso Comitato olimpico internazionale, alla luce della imminente partenza delle Olimpiadi di Rio e della stabilita assegnazione a Tokyo dei giochi successivi.