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birra-crudaBevi birra maschio e sarai più fertile, potrebbe essere il nuovo slogan, dopo lo studio del General Hospital di Boston, presentato alla conferenza annuale della Società americana per la medicina riproduttiva ad Honolulu. Per la ricerca, più di 100 volontari, in media sui 37 anni, hanno compilato un questionario, rivelando quanta assunzione di caffeina ed alcol facevano quotidianamente. I volontari avevan mogli e fidanzate che si stavano sottoponendo alla fecondazione in vitro.

Dai risultati è emerso che, coloro i quali avevano assunto più alcol avevano il 57% di possibilità in più che dalla fecondazione nascesse un figlio. Invece coloro che dichiaravano di bere poco, avevano il 28% di probabilità che nascesse poi un bebè in vitro. Per quel che riguarda il caffè invece la relazione si è rivelata opposta: il 52% dei consumatori non assidui avevano maggiori probabilità che la fecondazione andasse a buon fine, gli altri si attestavano sul 19%.

Ancora il rapproto diretto da alcol e qualità dello sperma, soprattutto poi nei confronti degli apparenti esiti negativi della caffeina, non è stato provato. Comunque gli studiosi affermano che il consumo moderato di alcol, in situazioni sociali o anche nell’intimità della coppia, riduce lo stato di stress e quindi agevola la fecondazione e il concepimento.

2689795-gemelli2La Regione Toscana ha approvato una delibera che consente ai centri pubblici, privati e convenzionati di fecondazione assistita di offrire la procedura eterologa, cioè con donazione di gameti.

Le norme contenute nella delibera – che come ha tenuto a precisare l’assessore alla Salute Luigi Marroni vuole “rappresentare un ponte tra oggi e il momento in cui il governo disciplinerà l’intera materia” – mirano a garantire che le donazioni avvengano attraverso protocolli medico-sanitari rigorosi e si assicuri piena ed effettiva gratuità delle donazioni, scongiurando così rischi di commercializzazione.
Le direttive prevedono l’adozione di tutte le iniziative necessarie per rispettare tracciabilità, anonimato e privacy. I centri che vorranno effettuare la particolare procedura sono chiamati ad un atto di responsabilità e dovranno, in questa fase di avvio, autocertificare il rispetto dei requisiti previsti dalla normativa regionale e delle disposizioni contenute nella delibera approvata dalla Giunta.

Per l’assessore Marroni la delibera “riempie lo spazio di incertezze che si è aperto dopo la sentenza della Corte costituzionale. La Toscana ha perciò deciso di intervenire, dettando direttive certe e per evitare un far west in una materia così delicata.

Vorrei a tal proposito fare un grosso apprezzamento per come il governo sta affrontando la materia e ribadire che le norme contenute nella delibera avranno valore fino a che il governo non emanerà la propria direttiva. Un’omogeneità a livello nazionale è assolutamente auspicabile.

Non si tratta assolutamente di una fuga in avanti ma di un ponderato atto di responsabilità preso per dare un quadro certo, almeno in Toscana, in attesa di provvedimenti del governo o del Parlamento”.