Michael Douglas dopo due anni difficili segnati da scandali e da un tumore, rinasce a nuova vita, anche sua moglie Catherine Zeta-Jones, è tornata al suo fianco dopo mesi di separazione.
Dopo aver sconfitto il cancro è tornato al cinema coprotagonista insieme a Diane Keaton di “Mai così vicini” una commedia romantica.
In una lunga intervista a repubblica l’attore settantenne si racconta:
È bello ritrovarla in forma, sereno, e in un film semi-indipendente.
“Oggi è difficile fare questi film, il grosso dell’industria si concentra sulla tv. Le storie vere, come questa che parla della forza dell’amore e della possibilità di innamorarsi a ogni età, sono un prodotto per pochi. È stato anche comodo, si girava in Connecticut, impiegavo solo quaranta minuti per arrivare sul set da New York, dove vivo. Non ho dovuto lasciare la mia famiglia troppo a lungo”.
Che rapporto ha con il cinema?
“Mi vergogno a dirlo ma ci vado poco, di recente ho visto in aereo. Vado con i miei figli a vedere i film in Imax 3D, Godzilla. Oggi è dura mandare la gente nelle sale, il grosso si consuma a casa grazie a internet”.A proposito di famiglia: il momento di crisi con sua moglie è finito.”Ne sono felice. Catherine tornerà a lavorare, in autunno girerà un film in Inghilterra. I ragazzi sono tranquilli. Posso finalmente rilassarmi. Per l’estate abbiamo deciso di fare una bella vacanza in Italia, siamo appassionati di archeologia. Niente festival né glamour, solo mare, sole e storia antica”.Sta parlando della Sicilia?”È nei nostri programmi ma eviteremo i luoghi turistici”.
Sarà protagonista di Ant-Man. C’entrano qualcosa i suoi figli?
“Con una figlia di 11 anni e un figlio di 13 è difficile non conoscere il loro mondo, anche se non sempre riesco a stare al passo. Sono loro a rendermi giovane, e sono i più eccitati per questo film. Io non sono tipo da fantascienza, è un’esperienza del tutto nuova, green screen, effetti speciali, costumi… Comunque, diciamola tutta, sono film che pagano molto bene e in genere hanno dei sequel, quindi ben vengano”.
Com’è cambiata la sua vita dopo la malattia?
“Fra pochi giorni interverrò a un congresso di specialisti a New York, mi hanno invitato a raccontare la mia esperienza. Spiegherò quanto sia importante la ricerca e quanti soldi vengano sprecati in altri ambiti. Ora che sono diventato un testimonial del tumore, vorrei aiutare chi non ha le mie possibilità affinché tutti possano avere diagnosi tempestive e cure. Quando mi è stato diagnosticato, da tempo sentivo che qualcosa non andava ma il mio dottore non riusciva a capire cosa. Se avesse avuto ogni mezzo disponibile, l’avrebbe capito quand’eravamo nella seconda fase e non, come è successo, nella quarta, la più grave”.
Ha deciso di non operarsi
.”Mi sono curato con la chemio e la radioterapia, se mi fossi operato la mia carriera sarebbe stata compromessa, mi avrebbero dovuto asportare la mascella e parte della lingua. Per fortuna non ce n’è stato bisogno. Nel male, una benedizione. Quand’esci da una cosa del genere ringrazi ogni giorno di essere vivo. È la mia seconda vita, una nuova energia che scorre nel corpo. È un momento di rinascita su ogni fronte: salute, carriera, amore”.
Che cosa serve per ridar vita a una relazione?
“Essere più rispettosi, attenti alle esigenze di chi hai accanto. È importante superare insieme i momenti difficili, restituisce vigore al rapporto. In tanti si preoccupano di quel che pensano gli altri, ma gli altri sono degli estranei. Quel che conta, è sapere cosa vuole da noi chi amiamo davvero”.