Laorenzo Jovanotti ancora convalescente dopo una polmonite si racconta:
ciao ragazzi,
sono passato a leggervi un po’, ogni tanto lo faccio, un romanzo in real time, una specie di classico!
qui tutto bene, la mia polmonite molto meglio, cioè peggio per lei, e meglio per me, nel senso che mi sto rimettendo e tra un po’ riprendo in mano il filo delle nuove canzoni e del progetto del nuovo disco.
Nel frattempo sto diventando un esperto di nazionali di calcio visto che non mi perdo una partita alla TV. Da bravo convalescente che fa quello che hanno detto i dottori ovvero stare buono. Belli però i mondiali,io impazzisco per queste faccende enormi che invadono i cuori e le timeline.
La mia parte retorica ridondante passionale epica narrativa si esalta di fronte a queste messe in scena mondiali. Sono quei raccordi tra grandi flussi e vita delle persone che io mi ci tuffo di testa, credo per ragioni biografiche: Roma, Piazza San Pietro ,il Rock’n’roll, il Pop, il sud, viaggiare, gli echi dal mondo, lo spettacolo, i pellegrini, i pazzi, la tecnologia le parole che fanno rima, quel solito frullatore nel quale mi hanno gettato da neonato e non ne uscirò mai.
Ognuno abita nel suo frullatore, a un certo punto diventa impossibile riconoscere tutti gli ingredienti, si diventa noi stessi ingredienti per nuovi frullati di altri, a poco a poco. Anyway, Fermarmi per un periodo mi sta resettando, e ci voleva, perchè voi mi potete capire, dopo un anno come quello di “backup”, con gli stadi, la raccolta, i concerti in giro, le celebrazioni le menate e le figate adesso c’è da azzerare tutto, passare lo straccio e ripartire come se non avessi mai fatto una canzone in vita mia, e in effetti la sensazione è proprio quella.
Le canzoni arrivano attraverso percorsi misteriosi, non c’è un googleplanet per la musica, non posso dire altro, anche se ho fatto una barca di dischi anzi in ragione di questo con un certo stupore, una certa rassegnazione e un grande entusiasmo posso affermare che si ricomincia sempre da zero, o al massimo da tre, come diceva quel genio di Troisi.
Tre in questo caso sarebbero la musica, voi, e me , tre entità di una vaghezza cosmica e insieme precise come una freccia di cupido, come un ottava di Ariosto, come un passaggio di Pirlo (sto diventando un esperto lo vedi?). Nascono canzoni nuove, come se ci fosse bisogno di altre canzoni nel mondo, ma se non lo credessi con tutto il cuore, e lo credo con tutto il cuore, non saprei che fare, e invece ci credo tantissimo che una canzone nuova merita sempre un fiocco attaccato sulla porta del tempo. Digitale, analogica, bella, brutta, non importa, nuova però si.
Bene, arriva il solstizio tra qualche giorno, e io mi sto preparando! Vi starete chiedendo come ci si prepara al solstizio. Non ve lo state chiedendo? vuol dire che voi siete già pronti, io sto lucidando i miei specchi, oliando la mietitrebbia interiore, la fisarmonica, il vino rosso, la notte breve, i balli che alzano la polvere, intrattamenti, cani che abbaiano al vento, vecchi paraurti cromati che riflettono il cielo.
Ciao a tutti alla prossima.
Sentirete che disco!!!!
Forza Azzurri!