Home Tags Posts tagged with "cina"

cina

apple ottiene licenze 3g 4g cinaSebbene anche la Cina adotti l’anno gregoriano e sia quindi ‘in linea’ temporale con il resto del mondo, in questi giorni il paese sta festeggiando il suo Capodanno, con grandi baldorie, scuole chiuse e riti propiziatori che inneggiano alla buona sorte nel corso del prossimo anno.

Siamo entrati nell’anno della Scimmia, e abbiamo appena abbandonato quello della Capra. La cultura cinese dona infatti ad ogni anno il nome dell’animale che vi corrisponde, in totale 12, che si alternano da millenni. E’ interessante notare che ogni anno e ogni animale sono simbolici di cambiamenti e di fatti legati alla sorte. La simbologia cinese non lascia infatti nulla al caso e se l’anno scorso è stato considerato un periodo tenace e votato all’impegno, il periodo dominato dall’anno della Scimmia sarà propizio per gli affari e anche per l’immagine del paese all’estero.

E’ altresì interessante notare che tutti i bambini che nasceranno in questo anno saranno del segno zodiacale della scimmia e ognuno di noi può controllare qual è il suo segno dell’oroscopo cinese consultando gli animali che si sono alternati nel corso della storia. L’oroscopo cinese non va, infatti, considerato come quello tradizionale che divide l’anno in tanti mesi e in cui i segni si alternano, ma ad ogni anno coincide un segno e spesso le date dei capodanni cinesi variano in base a studi sulla luna e sugli astri.

I festeggiamenti sono quindi iniziati e la Cina è stata inondata dal colore rosso, tinta che richiama la felicità e la fortuna. In questi giorni di festeggiamenti sono stati banditi il nero e il bianco, considerati colori del lutto, per dare vita a danze, spettacoli e festeggiamenti che si concludono con fuochi di artificio magnifici e che hanno come protagonista assoluto l’incenso, considerato dal popolo cinese come uno strumento di purificazione e di benvenuto per il nuovo anno che sta arrivando.

Guo-guangchangLa notizia aveva fatto molto scalpore nei giorni scorsi, in quanto il miliardario cinese Guo Guangchang, presidente della Fosum International, è ricomparso domenica 13 dicembre a Shanghai, dopo un’assenza che è parsa ingiustificata ai più, assenza di ben quattro giorni. Ma un miliardario non potrebbe andarsene dove gli pare anche per un tempo maggiore? La riposta è certamente, ma la scomparsa dell’uomo aveva sollevato il sospetto di interrogatori da parte dello Stato cinese, non nuovo a questa tipologia di azioni anche a carico di altri uomini di affari di spicco del paese.

Secondo il South China Morning Post di Hong Kong, il miliardario sarebbe ricompero ad una riunione d’affari del suo gruppo, il Fosum International, senza dare spiegazione alcuna sulla sua scomparsa temporanea. La Fosum è una delle aziende cinesi più attive in patria così come all’estero e possiede partecipazioni di alto livello anche nel nostro paese. Il gruppo vanta affari nel campo delle assicurazioni, ma anche nel settore dei viaggi, in quanto è presente nel capitale del Club Mediterraneé.

Il miliardario cinese non ha dato quindi spiegazioni sulla sua scomparsa, anche se molti rumors hanno parlato di un possibile trattenimento presso gli uffici della polizia di Stato in seguito alla manovra anticorruzione che il governo di Pechino sta portando avanti con forza in questi mesi. Altri rumors affermano che Guo Guangchang si sarebbe recato dagli ufficiali giudiziari per aiutare in merito alle inchieste in corso nel paese e che una nota della società chiarirà la sua posizione nelle prossime ore.

La sparizione del miliardario e leader del gruppo finanziario aveva infatti lasciato basiti sia gli operatori sia gli investitori, in quanto movimenti di borsa dai tratti importanti erano seguiti alla notizia della sua scomparsa. Ora, con il suo ritorno, tutto può appianarsi, ma il paese e il mondo chiedono spiegazioni, perché il colosso cinese si propone come una pedina fondamentale dell’economia dello Stato e anche di molti altri poteri finanziari in tutto il mondo.

apple ottiene licenze 3g 4g cinaDal 1979 la Cina obbliga i suoi cittadini ad avere solo un figlio, in quanto la immensa crescita demografica avrebbe rischiato secondo in vertici di mettere in ginocchio un paese di base povero anche se ricchissimo di risorse.

Ieri la Cina ha cambiato una delle sue leggi più controverse e discusse di tutta la storia e ora le coppie cinesi potranno avere massimo due figli. La decisione è stata presa nel quinto plenum del Comitato Centrale del Partito Comunista e si propone di rivoluzionare dopo ben 36 anni una legge e un modo di vivere che hanno letteralmente segnato un’epoca.

In Cina non si poteva, fino a ieri, avere più di un bambino, con qualche eccezione concessa alle famiglie etniche e a quelle rurali dove il primo nato fosse stato una femmina. La misura era stata adottata dopo pochi anni dalla scomparsa del leader Mao Tse-tung da parte di Deng Xiao Ping e si era imposta come una misura atta a facilitare il controllo demografico.

I tempi sono però cambiati, e ora la superpotenza cinese può aprire alla nascita di due figli. Lo Stato se lo può probabilmente permettere, perché l’economia è in continua espansione e sa far spostare l’ago della bilancia della salute economica dell’intero continente asiatico. Prova ne è stata la traballante vicenda che ha interessato le borse cinesi nell’agosto del 2015, che per ragioni di assestamento interno ha fatto tremare tutte le borse asiatiche e anche quelle occidentali in un’estate finanziariamente bollente.

Già nel 2013 l’abolizione della legge del figlio unico era stata prospettata dal governo cinese, ma molto probabilmente i tempi non erano ancora maturi. Apparentemente facile da seguire, questa legge ha portato alla nascita di episodi controversi, che hanno allarmato i gruppi umanitari, i quali hanno denunciato la pratica di aborti forzati nel corso degli anni. La multa per chi si apprestava ad avere più di un figlio era infatti basata su una richiesta economica esorbitante, soprattutto per le classi popolari e per gli abitanti delle regioni più povere del paese. Con l’avvento di questo cambiamento la Cina guarda quindi avanti e registra una distensione demografica che si può tradurre in una crescita popolare per tutto il paese.

yuanGli ultimi tre giorni hanno registrato un vero e proprio crollo della moneta cinese, che finalmente sembra essersi assestata a livelli accettabili. I mercati tirano un respiro di sollievo, in quanto se la caduta vertiginosa della moneta fosse continuata, i problemi sarebbero stati molto intensi per il mercato finanziario mondiale. Il tasso di cambio è ora assestato a 6. 4010 yuan contro un dollaro, il che significa che negli ultimi tre giorni la moneta cinese ha subito una svalutazione del 4.65%.

Dopo il panico iniziale e i problemi che si sono accavallati in questi giorni, le borse italiane e straniere hanno quindi chiuso in rialzo, con Piazza Affari che ha registrato un aumento dell’1,56%, Francoforte dello 0,8%, Parigi dell’1,25% e Londra che si è assestata a parità. Anche la borsa di Tokyo ha chiuso con un positivo 0.99% e, nel complesso, le borse asiatiche si sono viste chiudere con rialzi positivi, seppur minimi e tutti assestati attorno alla media del 0.60%.

La svalutazione dello yuan che è stata messa in atto in questi giorni è la più potente da vent’anni a questa parte e l’obiettivo della People’s Bank of China, ovvero la Banca Centrale Cinese, era quello di lasciare che fosse il mercato a valutare il tasso di cambio dello yuan. La scelta è stata ampiamente giustificata dal portavoce dell’istituto monetario e ha quindi condotto la Cina ad una svalutazione che non si registrava da vent’anni, dal lontano 1994. Si è trattato di un bello ‘spauracchio‘ che è finito sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo e che ha segnato un’estate particolarmente calda per traders e impiegati nelle operazione di broker a livello mondiale. Dopo la tempesta, sembra sia ora arrivata la calma, anche se a detta degli esperti è ancora presto per comprendere se la moneta cinese si è completamente stabilizzata e servirà ancora qualche giorno per capire la bontà della manovra messa in atto dagli organismi finanziatori economici del paese.

usa cinaLa Cina e gli Stati Uniti hanno finalmente raggiunto un accordo storico per ridurre le emissioni di gas serra, come riferiscono i media americani. Lo storico accordo, annunciato oggi dal presidente Usa Obama e dal collega cinese Xi, prevede nuovi e più sicuri obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio degli Usa. La Cina, da parte sua, si impegna per fermarne l’aumento entro il 2030. L’amministrazione Usa inoltre ha promesso di ridurre le emissioni del 25-28 % entro il 2025.

Ci sono stati diversi accordi del genere in passato, ma è la prima volta in assoluto che la Cina si impegna ad un intervento per eliminare i gas serra. Pechino e Washington, da sole, sono responsabili del 45 % delle emissioni di CO2 mondiali, ed è quindi importante che siano in primo luogo questi Paesi ad occuparsi del problema, che riguarda tutti noi a livello planetario. Secondo alcuni funzionari americani l’accordo tra i due Paesi più inquinatori al mondo si è potuto ottenere tramite negoziati segreti tra Stati Uniti e Cina, negoziati durati ben nove mesi, compresa una lettera di Obama a Xi. I due Paesi hanno scelto di avere un approccio comune che potrebbe portare ad un nuovo accordo globale sul clima entro l’anno prossimo.

Per raggiungere l’obiettivo cinese – fermare l’aumento di CO2 entro il 2030, il presidente Xi ha annunciato che le fonti energetiche pulite, come l’energia solare e eolica, saranno portate al 20 per cento della produzione totale cinese. Il presidente americano Barack Obama invece si è detto molto “orgoglioso” per lo “storico” accordo con Pechino. Xi Jinping ha poi affermato e dichiarato che la Cina è pronta a collaborare con gli Usa su una serie di questioni di importanza globale, come ad esempio la lotta ai cambiamenti climatici e all’ebola. Obama però è in difficoltà con la nuova maggioranza repubblicana appena eletta: il leader repubblicano al Senato Usa, infatti, Mitch McConnell, ha dichiarato che l’accordo americano con la Cina “è impraticabile”.

ebola-peterpiot-ebolaSecondo l’esperto Peter Piot, il virus dell’Ebola presto colpirà la Cina. L’affermazione deriva da alcune considerazioni: molti sono i cinesi che lavorano in Africa e nell’aeroporto di Hong Kong non sono in atto misure di cautela adeguate per scongiurare l’ingresso di passeggeri malati in Cina. Infatti all‘aeroporto di Hong Kong, si effettuano la misurazione della febbre ma sarebbe molto più adeguato sottoporre i passeggeri in ingresso e provenienti dall’Africa alle analisi del sangue.

Le analisi del sangue sono meno costose e più adeguate per verificare le condizioni di salute dei passeggeri ed individuare eventuali persone infette dal virus dell’Ebola. Peter Piot afferma che nei prossimi sei/dodici mesi si assisterà ad un picco dell’epidemia, la quale però poi andrà a diminuire.

Ancora non si hanno le prove scientifiche che la trasmissione del virus dell’Ebola avvenga per via aerea, mentre si sa che essa avviene tramite fluidi corporei, per questo sono fondamentali le analisi del sangue su persone potenzialmente infette. Occorre ricordare poi che il virus ha un’incubazione di almeno 21 giorni.

italia-14Ma Ding ricercatrice e direttore dell’Istituto per la Sicurezza di Internet all’università per la Pubblica Sicurezza di Pechino, ritiene  visto che lo smartphone della Apple ha la funzione ‘luoghi frequenti’, e può essere attivata o disattivata dagli utenti, potrebbe essere utilizzata per raccogliere “dati estremamente sensibili”.

E così è partita, dagli schermi della tv di Stato Cctv, l’ultima crociata cinese contro un colosso americano. Gli iPhone, che hanno la capacità di monitorare e  di localizzare gli utenti, sono una minaccia alla sicurezza nazionale.

Nel servizio messo in onda dalla tv cinese, alcuni ricercatori spiegano quindi come tutti coloro che sono in grado di accedere a questi dati possono anche venire in possesso di informazioni molto riservate, come quelle relative alla situazione economica della Cina. O anche veri e propri segreti di Stato.

Nel servizio televisivo non poteva mancare il riferimento al Datagate e alle rivelazioni di Edward Snowden, secondo cui la Nsa americana spia anche la leadership cinese. Con le banche dati di tutte le principali aziende tecnologiche Usa ,si cita anche Microsoft e il suo sistema operativo Windows 8, che vengono definite “una miniera d’oro di informazioni”.

Del resto hanno iPhone molti funzionari del governo di Pechino e molti top manager delle più grandi aziende cinesi. Persino la first lady Peng Liyuan, moglie del presidente Xi Jinping, è stata fotografata mesi fa mentre usava un iPhone.

cucinottaMaria Grazia Cucinotta, in collaborazione con il Paese asiatico, realizzerà un film che uscirà nelle sale appena avrà ottenuto l’ok della censura orientale.

Maria Grazia Cucinotta è stata lanciata come attrice da Massimo Troisi nel 1994.

Il film che ha realizzato la Cucinotta è una commedia intitolata C’è sempre un perché e racconta le storie sentimentali di una cuoca mediterranea e di un maldestro impiegato cinese che vengono consigliati dalla sessuologa Valeria Marini.

Maria Grazia Cucinotta ha scelto la Cina perché è un paese interessante e con un mercato di sviluppo.

Il progetto è nato per caso, da una visita di rappresentanza in Cina nel periodo del Festival del Cinema di Shanghai della Cucinotta.

La direttrice del Festival le ha proposto una collaborazione: la durata tra lo scegliere la sceneggiatura e l’idea, è durata quasi 3 anni.