Manuel Antonio Noriega ha citato Activision, il publisher di Call of Duty, per lo sfruttamento non consentito della propria immagine all’interno del videogioco Call of Duty Black Ops II.
L’ex-generale accusa Activision di aver ottenuto vantaggi economici, nello specifico “aumentato le vendite e le royalties” grazie al fatto di essersi rifatta ad avvenimenti effettivamente avvenuti nella realtà.
Il gioco, uscito nel 2012, racconta la storia nell’America Latina degli anni ’80 e mostra delle scene in cui il presunto “Noriega animato” aiuta inizialmente degli agenti della CIA per poi tradirli. L’ottantenne, ex soldato e politico sostiene che questa sua rappresentazione danneggi gravemente la sua immagine.
“L’uso che è stato fatto da Activision dell’immagine di Noriega ha causato danni al querelante”, si legge nella denuncia presentata alla Corte Superiore della California. “Il querelante è stato interpretato come un antagonista e raffigurato come il colpevole di numerosi efferati delitti immaginari, creando la falsa impressione che gli imputati sono autorizzati ad usare indiscriminatamente l’immagine del querelante e le sue sembianze fisiche. Questo ha consentito agli imputati di ottenere profitti che altrimenti non sarebbero stati in grado di ottenere”.
Secondo l’accusa, Noriega verrebbe dipinto come un “rapitore, assassino e nemico dello Stato”, al punto che all’interno di Black Ops II c’è una missione per catturarlo.
Jas Purewal, avvocato della difesa, ha detto alla BBC che in realtà Noriega si arroga diritti che normalmente si applicano solo ai cittadini statunitensi. “Noriega non è né cittadino degli Stati Uniti né residente. Per questo non è chiaro su quale base giuridica possa effettivamente fare causa ad Activision”.
Attualmente, Noriega sta scontando a Panama una pena di 20 anni per violazione dei diritti umani.