La disoccupazione ha raggiunto livelli altissimi specialmente al sud, ma c’è chi un lavoro a tempo indeterminato ce l’ha ma riesce a lavorare 15 giorni in NOVE ANNI! Non è una bufala ma la storia che iniza a Giarre, in provincia di Catania, e in particolare il pronto soccorso del Sant’Isidoro, reparto in cui presta servizio, o forse sarebbe meglio dire, dovrebbe prestare servizio, il protagonista di questa storia.
Tutto ha inizio quando il medico messinese P.M.B, usufruisce di una borsa di studio dal 1 giugno 2005 al 31 ottobre del 2008. Il giorno del rientro chiede un congedo parentale, per la nascita del figlio, fino al 31 maggio.
Dal 4 al 21 maggio presta servizio al pronto soccorso del Sant’Isidoro di Giarre. Poi dal 22 maggio al 22 luglio è assente per malattia. Successivamente ottiene un permesso fino al 30 giugno scorso per una nuova borsa di studio e, attualmente, è in aspettativa per un dottorato di ricerca che scadrà il 31 dicembre del 2016.
Il medico messinese inoltre svolgerebbe un’attività privata da libero professionista parallelamente a quella ospedaliera. “Sono perplesso, ma non preoccupato: ho usufruito di permessi non retribuiti previsti dal contratto nazionale di lavoro per frequentare dei corsi di specializzazione”, ha detto l’uomo ad un cronista.
Ma l’Asp3 non è proprio d’accordo con quanto asserito dal medico: “È vero la legge è stata rispettata, ma ci sono problemi di opportunità – ha osservato il direttore sanitario, Franco Luca – inoltre l’ultimo permesso è retribuito e noi non possiamo sforare il budget e sostituirlo. Questo ci crea problemi di organico nell’assistenza ai malati e quindi vedremo se ci sono le condizioni per revocare l’aspettativa in corso”. Più in generale, annuncia il direttore sanitario, “abbiamo avviato dei controlli sui permessi, sull’opportunità di concederli dove c’è carenza di personale se non è strettamente necessario e indispensabile”.