Il profugato è una piaga sociale che sta mietendo tante vittime in tutto il mondo e che alla luce dei fatti più attuali merita di essere affrontata e considerata con spirito sociale, non certo carnevalesco. Di tutt’altro parere era infatti una ditta inglese produttrice di costumi da carnevale, che per le feste aveva ideato gli abiti in maschera da piccolo e piccola profughi.

Completo più grande del normale, berrettino alla Oliver Twist e valigia di cartone per lui, vestitino fiorato molto simile ad una camicia da notte lisa per lei. Ecco i piccoli profughi, abiti da carnevale che appena usciti non hanno smesso di suscitare polemiche fra gli utenti del web, al punto che Amazon, canale dove i vestiti erano stati messi in vendita, ha scelto di ritirarli dal bacino delle sue proposte di acquisto.

Secondo Oliviero Forti, responsabile della Caritas, si tratta di un gesto che oltre ad essere di cattivo gusto si propone altamente diseducativo, quindi l’azienda potrebbe rimediare all’errore fatto in nome del marketing e delle vendite facili acquistando e donando un po’ di giubbini salvavita per i bambini profughi, che potrebbero essere impiegati dai piccoli per non morire annegati quando si trovano in mezzo al mare. La linea dura del presidente della Caritas è stata spiegata al settimanale Famiglia Cristiana, ma la notizia è rimbalzata su tutta la stampa on line e cartacea, perché scherzare su un tema così triste e problematico come il profugato proprio non si doveva fare.

Ecco quindi che Amazon ha scelto di togliere l’annuncio e ora i bambini potranno tornare a vestirsi da gattini, da supereroi e chi più ne ha più ne metta, evitando una pagliacciata che fa male alla cronaca dell’Europa e che rischia di minimizzare un problema reale, che ogni giorno viene affrontato dalle forze dell’ordine e dalle tante associazioni caritatevoli che lavorano attivamente al problema del profugato.