I guai sembrano non essere terminati per l’ex presidente del Brasile Lula. Nei giorni scorsi la procura di San Paolo ha infatti chiesto che venga reso esecutivo l’arresto preventivo in riferimento ad una vicenda che interessa un attico dislocato a Guarujà, località sul litorale dello Stato di San Paolo. L’accusa è che l’ex presidente ne abbia occultato la proprietà.
Lula , dal canto suo, si è dichiarato innocente e da sempre negato di essere proprietario dell’immobile di lusso, che risulta tuttora intestato alle costruzioni OAS, impresa che è stata recentemente coinvolta nella maxi inchiesta Lava Jato su tangenti e corruzioni nello stato brasiliano. L’accusa ha invece manifestato la volontà di proseguire nelle indagini e ha contestato all’ex presidente di essere il proprietario reale dell’immobile, nonché di averlo acquistato ad un prezzo di super favore come tangente indiretta.
La reazione di Lula è stata durissima e con un comunicato stampa emanato dalla sua fondazione ha dichiarato che i magistrati stanno sfruttando la loro posizione politica per compiere atti di ‘immotivata militanza politica’. I magistrati sono però di un’opinione diversa e hanno dichiarato che l’arresto deve avvenire in fretta perché c’è il rischio che le prove vengano inquinate. La scelta si lega anche a motivi di ordine pubblico, visto che domenica il Brasile si mobiliterà in una serie di manifestazioni ‘pro e contro’ l’ex presidente del Brasile.
La procura ha quindi denunciato l’ex presidente del governo per falso ideologico e per riciclaggio, due accuse gravissime e che hanno coinvolto anche la moglie di Lula e il primogenito. La volontà di Lula sarebbe di entrare a fare parte del governo della presidente Dilma Rousseff al fine di sottrarsi alla richiesta di arresto. Ad affermarlo è stato nientemeno che Kennedy Alencar, ex consulente di Lula nonché amico stretto dell’ex presidente del Brasile.